Chi vuole preservare la propria abbronzatura, deve davvero evitare di fare il bagno in piscina? Esperto rivela la relazione tra cloro e abbronzatura, e spiega il semplice metodo per evitare di perderla troppo velocemente.
L’acqua di piscina è caratterizzata dalla presenza di cloro, sostanza fondamentale per garantire un ambiente igienicamente sicuro. Il cloro, sotto forma di acido ipocloroso, distrugge batteri e microorganismi, rendendo l’acqua più salubre rispetto a quella del mare o dei laghi. Tuttavia, è essenziale che i valori di cloro libero restino entro parametri ben precisi, idealmente tra 0,7 e 1,5 ppm, e che il pH dell’acqua sia mantenuto tra 7.2 e 7.4, per evitare fastidi come irritazioni cutanee o oculari. Esistono diverse formulazioni di cloro (liquido, granulare, a lenta dissoluzione), ciascuna adatta a specifiche esigenze di manutenzione, come i trattamenti intensivi dopo lunghi periodi di inattività della piscina.
A differenza dell’ambiente controllato della piscina, il mare offre un’esperienza più naturale e ricca di sali minerali come sodio, magnesio e iodio, che possono avere effetti benefici sulla pelle e favorire il galleggiamento. Tuttavia, la presenza di sale può causare disidratazione cutanea o bruciori agli occhi, specialmente in caso di esposizioni prolungate. Inoltre, pur avendo un potere antibatterico, l’acqua marina espone maggiormente al rischio di infezioni per la presenza di alghe o contaminanti. La piscina si conferma preferibile per soggetti con pelle delicata, bambini e per chi pratica nuoto in modo regolare. Il mare risulta invece più indicato per chi cerca una stimolazione naturale, benefici legati alla talassoterapia e non ha particolari esigenze igieniche. La scelta tra i due ambienti dipende quindi da sensibilità cutanea, obiettivi di benessere e, soprattutto, preferenze personali. C’è, però, chi sconsiglia l’acqua della piscina, per chi vuole preservare l’abbronzatura: ma da cosa deriva questo consiglio, ed è davvero sconsigliato in questo caso?
Bagno in piscina: toglie davvero l’abbronzatura più facilmente? Il chiarimento dell’esperto
A rivelarlo, è stato un noto esperto di chimica, il dottor Matteo Alviani. In particolare, l’esperto spiega che il cloro, contenuto nell’acqua della piscina, è noto per essere un forte ossidante, e per essere presente anche nella candeggina, la quale ha un effetto sbiancante. Per questo motivo, si pensa che il cloro contenuto nell’acqua della piscina abbia un effetto non dissimile dalla candeggina, e che, dunque, sbianchi la pelle. Non è, però, proprio così: l’acqua della piscina facilita, effettivamente, l’eliminazione dell’abbronzatura, ma in maniera indiretta, e non completamente differente dall’acqua del mare.
Il cloro, infatti, secca la pelle, causando una disquamazione opaca e biancastra, la quale maschera l’abbronzatura. Non solo: disidratando la pelle, si favorirà anche un processo di rinnovamento cellulare più veloce, che porterà alla formazione di nuova pelle, naturalmente non abbronzata. Evitare che l’abbronzatura vada via più presto, dunque, è molto più semplice di quanto lo sarebbe se l’acqua della piscina sbiancasse veramente la pelle: basterà, infatti, idratare per bene la pelle dopo i bagni in piscina, con acqua dolce e creme doposole. Non preoccupatevi, dunque, dell’acqua della piscina, ma tenete idratata la pelle il più possibile, per essere abbronzati anche fino a settembre!
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