Le differenze principali tra gelato industriale e artigianale sono due: non è tanto una questione di calorie, ma di aria e di ingredienti. Ecco le parole dell’esperta.
Il gelato è un alimento dolce e cremoso ottenuto dal congelamento controllato di una miscela a base di latte, zucchero e aromi naturali o artificiali. La lavorazione prevede l’aggiunta controllata di aria, che contribuisce alla sua consistenza morbida e uniforme. La preparazione segue fasi precise, come pastorizzazione, maturazione e mantecazione, quest’ultima essenziale per evitare la formazione di cristalli di ghiaccio. Esistono diverse tipologie, a seconda degli ingredienti: dal classico gelato al latte al sorbetto a base d’acqua e frutta, fino a versioni senza lattosio o completamente vegane, prive di qualsiasi ingrediente animale. Il gusto e la struttura dipendono fortemente dalla qualità delle materie prime e dal metodo produttivo.
Il gelato industriale viene realizzato con largo anticipo rispetto al consumo, spesso utilizzando latte in polvere, grassi vegetali, emulsionanti e stabilizzanti. Esso viene surgelato rapidamente per garantirne la conservazione per mesi. La standardizzazione dei sapori è più elevata, ma la consistenza risulta più leggera e meno compatta. Al contrario, il gelato artigianale è preparato quotidianamente in piccoli lotti. Spesso, è caratterizzato da una cremosità più densa e un gusto spesso più pieno. Ogni laboratorio può, ovviamente, proporre variazioni notevoli anche sullo stesso gusto, rendendo questo prodotto più personalizzato e legato al territorio. In ogni sua forma, ovviamente, il gelato rappresenta un emblema della tradizione gastronomica italiana e un piacere trasversale a ogni età: è naturale, però, che tra le due tipologie principali di gelato, ci siano delle differenze importanti. Due, in particolare, sono fondamentali.
Gelato industriale e artigianale: ecco le due vere differenze
La differenza non riguarda tanto gli zuccheri o le calorie: il gelato non è, infatti, un prodotto noto per essere ipocalorico. Ciò non significa, però, che non possa essere introdotto nelle diete: come spiegato da una nota esperta di alimentazione e nutrizionista, e cioè la dottoressa Hilary Di Sibio, infatti, nonostante i gelati abbiano qualche grasso in più e dello zucchero in più rispetto alla media, nella frequenza settimanale si possono aggiungere nella dieta ipocalorica. È, comunque, meglio preferire il gelato artigianale, a quello industriale.
Le reali differenze, spiega infatti l’esperta, sono due: la quantità di aria e la presenza di ingredienti freschi. I gelati industriali sono, infatti, prodotti che vengono estremamente lavorati, e nella lavorazione viene insufflata tantissima aria. Può, quindi, capitare di pagare un prezzo per un gelato industriale, a parità di peso e spesa, molto più alto, rispetto a un gelato artigianale, in quanto nel gelato industriale c’è molta più aria e, quindi, una quantità effettiva di alimento minore. Nei gelati artigianali, poi, gli ingredienti sono freschi e, dunque, più salutari: i gelati artigianali sono, comunque, nutrienti, per quanto non leggeri. I gelati industriali, invece, sono spesso ricchi di conservanti e di additivi, e non è consigliabile mangiarli troppo spesso.
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