Ti capita di vivere con il timore di poterti annoiare, ogni volta che incontri una persona nuova? Scopriamo insieme cosa dice di te e della tua personalità, questa preoccupazione.
C’è una sensazione che in pochi confessano apertamente, ma che molte persone vivono ogni volta che iniziano una nuova conoscenza: la paura di annoiarsi. Non è semplice da ammettere, perché porta con sé un velo di giudizio, come se il solo fatto di pensarla fosse indice di superficialità o arroganza. E invece no: dietro questo timore si nascondono dinamiche psicologiche profonde, legate al nostro modo di vivere le relazioni, ma anche alla nostra relazione con noi stessi. Ti è mai capitato di conoscere qualcuno, in un contesto sociale, a lavoro, a un appuntamento e sentire, fin da subito, una leggera ansia?
Di base questa sensazione avviene quando dobbiamo relazionarci con qualcosa o qualcuno, che non fa parte della nostra vita. Il nuovo “spaventa” sempre in qualche modo, per quale motivo? Di sicuro perché potrebbe in qualche modo scombussolare dinamiche stabili e rassicuranti che appartengono alla nostra vita. Spingersi verso nuove conoscenze è però di sicuro, un modo per potersi conoscere anche proprio in prima persona e in relazione con gli altri. Un pensiero però, salta nella mente di tantissime persone, ogni volta che si fa una nuova conoscenza: “E se mentre siamo insieme mi annoio?”
Cosa vuol dire quando la noia finisce per diventare una barriera emotiva
La paura di annoiarsi in una nuova conoscenza è spesso una maschera. Sotto, si cela il timore di perdere il controllo, di abbassare la guardia, di restare delusi. Annoiarsi non è solo “non divertirsi”: per molte persone significa sentire che il tempo scivola via senza valore, senza emozioni forti, senza senso. È la sensazione di non essere nutriti mentalmente o emotivamente. E chi teme questo, spesso, ha imparato a difendersi dalla monotonia riempiendosi la vita di stimoli continui, di novità, di prossime cose da fare o persone da incontrare. Come se ogni momento dovesse essere speciale per giustificare il proprio investimento emotivo. Viviamo oggi continuamente sotto stress, il tempo da vivere lontano dagli impegni e dalle responsabilità, è per questo visto come un qualcosa di prezioso, da investire con le persone giuste.
C’è un altro rischio sottile: chi teme la noia, spesso, cerca solo persone che lo intrattengano. Che parlino molto. Che portino qualcosa “in più”. E dimentica che anche la relazione è co-creazione. Non esistono individui interessanti in assoluto: esistono connessioni che diventano interessanti quando c’è disponibilità a costruire un ponte. Ma per farlo serve tempo, fiducia e soprattutto, la capacità di tollerare il silenzio e l’attesa. Non si tratta quindi solo di una questione caratteriale. La noia o meglio, la paura della noia, può essere una strategia di evitamento emotivo. Un modo per non affrontare l’intimità, per non esporsi troppo, per non rischiare di rivelarsi e poi sentirsi rifiutati. Spesso evitiamo di tuffarci in nuove conoscenze, per non compromettere la propria zona di serenità, nonostante la voglia interiore di vivere stimoli nuovi. Una strategia utile però esiste ed provare a restare. Anche quando senti che stai per distrarti o “scollarti” dall’altro, prova a fare un respiro profondo e restare nella conversazione. Fai domande diverse e sposta il focus. A volte basta un piccolo cambio di direzione per scoprire qualcosa che non ti aspettavi. L’altro, spesso, ha molto da dire. Ma ha bisogno di sentirsi ascoltato, accolto, non giudicato.
Evitamento emotivo e paura di annoiarsi: lo studio di Steven C. Hayes
Steven C. Hayes, esperto riconosciuto per il suo contributo alla Terapia dell’Accettazione e dell’Impegno (ACT), ha sottolineato che evitare le emozioni difficili rappresenta una strategia poco efficace. Sebbene possa offrire un sollievo immediato, sul lungo periodo rischia di aggravare problemi come ansia e depressione. Questo atteggiamento, noto come evitamento emotivo, consiste nel rifuggire pensieri, emozioni o esperienze spiacevoli, ostacolando così la capacità di affrontare le difficoltà e di vivere in modo autentico e pieno. La paura di provare noia può essere vista come una forma di evitamento emotivo. Entrambi i fenomeni possono influenzare negativamente l’equilibrio psicologico. Chi tende ad evitare emozioni scomode potrebbe anche fuggire da situazioni potenzialmente noiose o frustranti, riducendo così la varietà delle proprie esperienze e alimentando, col tempo, una maggiore ansia. Una ricerca recente ha evidenziato come la tendenza a sperimentare noia sia fortemente associata all’ansia, soprattutto tra gli studenti universitari. La noia, infatti, può compromettere la capacità di autoregolarsi, dando origine a comportamenti disfunzionali e a un peggioramento dello stato ansioso.