Il Conte di Montecristo, la fiction Rai con Sam Claflin ha un solo difetto: impossibile non notarlo

Il Conte di Montecristo, la fiction di Rai 1 con Sam Claflin ha un solo e unico difetto: è impossibile non notarlo. 

La celebre storia di Edmond Dantès, protagonista indiscusso del romanzo di Alexandre Dumas è tornato in una nuova veste televisiva grazie alla miniserie diretta da Bille August. Questa produzione, ricca di intrighi, vendette e passioni, vede Sam Claflin calarsi nei panni del Conte di Montecristo, accompagnato da un cast internazionale che include talenti italiani come Lino Guanciale, Gabriella Pession, Nicolas Maupas e Michele Riondino. Prodotta da Palomar in collaborazione con partner prestigiosi quali Rai Fiction, France Télévisions, Mediawan Rights ed Entourage Media, la miniserie si distingue per la cura nella narrazione e nell’ambientazione, trasportando il pubblico in un’epoca di segreti e complotti.

Eppure c’è un difetto che è praticamente impossibile da non notare. Scopriamo di quale si tratta e perché appare così evidente. Nel corso della terza puntata, andata in onda ieri, 27 gennaio su Rai 1, abbiamo visto che La trama si infittisce  sempre di più. A Parigi Edmond introduce Haydée (Karla-Simone Spence), figlia del sultano Ali Pascha, per smascherare i tradimenti di Fernand e iniziare la sua vendetta. Il Conte, sempre più vicino a svelare le connessioni tra i suoi nemici, scopre inoltre le manipolazioni finanziarie di Danglars, progettando un piano per distruggere la sua fortuna.

Un altro tassello cruciale della vicenda è l’amore tra Max Morrel e Valentine, la figlia di Villefort. Edmond si adopera per evitare il matrimonio forzato della giovane con Franz d’Epinay, inviando il fidato Jacopo in missione per recuperare Luigi Vampa (interpretato da Lino Guanciale), un alleato chiave nella sua strategia. Tra avvelenamenti, rivelazioni e manipolazioni, Edmond convince Noirtier a rivelare un segreto che sconvolge tutti. La tensione cresce quando Mercedes, sospettando della vera identità del Conte, si ritrova faccia a faccia con il passato che aveva cercato di dimenticare.

il conte di montecristo difetto
Il Conte di Montecristo

Il Conte di Montecristo, l’unico difetto della fiction Rai con Sam Claflin: è ben evidente

La miniserie ispirata al capolavoro letterario di Alexandre Dumas, si presenta come una produzione di altissimo livello. Dalla cura dei costumi all’ambientazione storica, tutto è stato realizzato con grande attenzione ai dettagli, regalando agli spettatori un’esperienza visivamente straordinaria e narrativa intensa. Tuttavia, questa trasposizione televisiva presenta un difetto che non passa inosservato: la velocità eccessiva del racconto. Essendo tratta da un romanzo molto lungo e complesso, la serie ha scelto di comprimere gli eventi. Per questo è arrivata alla terza puntata con un ritmo che, pur mantenendo alta l’attenzione, rischia di disorientare lo spettatore. Gli episodi scorrono rapidamente, così come i personaggi e le loro vicende. Lascia, però, poco spazio per immergersi a fondo nelle relazioni e nei dettagli che sono invece l’anima del romanzo originale.

Uno degli aspetti più problematici è l’introduzione di nuovi personaggi che improvvisamente, spesso dopo un significativo salto temporale nella narrazione. Ad esempio, figure fondamentali per lo sviluppo della trama fanno il loro ingresso in modo repentino. Non sempre c’è un’adeguata contestualizzazione, rendendo difficile per il pubblico comprendere subito chi siano e quale sia il loro ruolo nella storia. Questo approccio, sebbene necessario per comprimere un’opera così vasta in una miniserie, penalizza la profondità psicologica dei personaggi e il legame emotivo che si potrebbe instaurare con essi. Nonostante ciò, Il Conte di Montecristo rimane una fiction di grande qualità, capace di intrattenere con i suoi intrighi, tradimenti e colpi di scena. È un omaggio rispettoso e ben realizzato al romanzo di Dumas, che meriterebbe forse qualche episodio in più per consentire alla storia e ai suoi protagonisti di respirare con più naturalezza.

Lascia un commento