Imprenditore spiega perché il prezzo del burro è così aumentato: “Ci sono due fattori”

Burro alle stelle: prezzi mai visti prima. Il motivo spiegato dal titolare di un burrificio della Campania: ci sono due fattori principali 

Tempi difficili, tempi costosi: lo sanno bene tutti coloro che ogni giorno sono incaricati, in casa, di fare la spesa. Sia al supermercato che in qualsiasi negozio di alimentari e ortofrutta, i prezzi sono assai diversi rispetto a qualche anno fa. E non parliamo di merce ricercata, anzi: ad essere aumentato è in primis il costo dei beni di prima necessità. A iniziare dall’olio: una bottiglia da 1 litro che fino a 3-4 anni fa costava dai 5 ai 7 euro massimo, oggi non si paga meno di 9-10 euro. Lo stesso vale per un altro prodotto immancabile nel frigorifero: il burro. Anche in questo caso, il prezzo è cresciuto moltissimo. Ha spiegato il motivo di questo duro rincaro, un imprenditore del settore, al capo di un burrificio della Campania.

Perché il burro costa carissimo: gli aumenti spiegati da un imprenditore campano

La testimonianza è stata raccolta da Mattino Cinque, trasmissione della fascia mattutina di Mediaset. Le telecamere del programma di Canale 5 hanno raggiunto Alessandro Delle Donne, direttore di un noto burrificio di Sant’Antonio Abate, splendido comune della provincia di Salerno. Aziende del genere, specifica l’inviato del programma, ce ne sono poche in Italia: la caratteristica è che producono solo burro. Da qui, appunto, la dicitura burrificio.
Delle Donne inizia facendo qualche numero, relativo alla produzione dell’anno scorso: “Abbiamo prodotto circa 5 milioni di chili. Il prezzo è aumentato di circa l’80%.

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L’intervista a Mattino Cinque: alle spalle del conduttore, Francesco Vecchi, la tabella che indica l’aumento dei prezzi del burro: +75.4%


Quali sono le cause di questo rincaro così esagerato? “I fattori sono vari”, esordisce l’imprenditore. “C’è quello della cosiddetta lingua blu in Francia, che ha portato a una riduzione del latte”. La lingua blu, vale a dire l’epidemia catarrale, è una malattia infettiva che colpisce i ruminanti, e che causa febbre, lesioni, difficoltà respiratorie e ulcere. Per la difficoltà che vive, quindi, la Francia, sta accadendo che “il latte tedesco, visto che la Germania è il maggior produttore di latte in Europa, viene dirottato in Francia. C’è meno latte disponibile sul mercato, e il prezzo aumenta“. Un altro fattore, spiega Delle Donne, è quello climatico: “Con il caldo, le mucche producono meno latte, e quello che producono ha meno grassi al suo interno, mentre la richiesta di formaggio è in aumento. E quindi il prezzo è aumentato. Per fare un chilo di burro abbiamo bisogno di più latte rispetto al passato, di cui però c’è poca disponibilità. Il latte poi oggi è meno grasso, e quindi i prezzi sono schizzati alle stelle”.

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