La paura del futuro ci fa risparmiare o spendere? Ecco cosa dice la psicologia

In tempi di incertezza, può capitare di ritrovarsi a fare due cose opposte: mettere da parte ogni centesimo o spendere senza pensarci troppo. Entrambi i comportamenti, pur sembrando contrari, affondano le radici nella stessa emozione: la paura del futuro. La psicologia ha cercato di spiegare in che modo questa emozione profonda influenzi le nostre abitudini finanziarie. Studi condotti da esperti come Sarah Newcomb e Suzanne Wallach dimostrano che le decisioni economiche non sono mai del tutto razionali, ma guidate da meccanismi inconsci legati alla percezione del tempo e alla gestione dell’ansia.

Secondo Newcomb, chi riesce a immaginare in modo vivido il proprio futuro tende a essere più cauto e meno impulsivo. Questo perché una connessione emotiva con il sé futuro aiuta a dare valore a scelte che, nel presente, sembrano meno gratificanti. Chi guarda avanti, infatti, è più incline a risparmiare, anche in contesti difficili, per proteggersi da imprevisti. Ma la paura può anche bloccarci. Wallach spiega che l’ansia finanziaria spesso porta alla procrastinazione, cioè al rinvio continuo delle decisioni importanti. Invece di affrontare il problema, si tende ad evitarlo: niente pianificazione, niente controllo delle spese, niente budget. Questo comportamento crea un circolo vizioso in cui lo stress aumenta e il risparmio diventa sempre più lontano.

Quando la paura ci spinge a spendere

Tuttavia, non tutti reagiscono all’incertezza diventando risparmiatori compulsivi. Per molte persone, la paura del futuro porta al comportamento opposto: spese impulsive, spesso poco ponderate. Il concetto di retail therapy, ovvero l’acquisto come forma di consolazione emotiva, è ben noto alla psicologia. Wallach lo descrive come una risposta alla tensione: comprare qualcosa dà un sollievo immediato, anche se di breve durata. In realtà, però, quel sollievo spesso si trasforma in senso di colpa e preoccupazione, peggiorando il malessere iniziale. Anche Richard Thaler ha analizzato il fenomeno nel suo famoso house money effect. Secondo lui, trattiamo i soldi in modo diverso a seconda della loro origine. I guadagni imprevisti, ad esempio, vengono spesso spesi con leggerezza. E se siamo già in uno stato di ansia, è facile che quelle somme extra vengano usate per soddisfare un bisogno urgente di gratificazione, senza pensare troppo al domani.

Un altro meccanismo potente è il cosiddetto present bias, studiato da Newcomb. Si tratta della tendenza a preferire ricompense immediate rispetto a benefici futuri. Questo bias diventa più forte nelle persone che faticano a identificarsi con il proprio sé futuro, come se il “noi di domani” fosse un perfetto sconosciuto. In questi casi, risparmiare diventa quasi impossibile, perché manca la motivazione emotiva. Infine, Cryder e colleghi hanno osservato che emozioni come la tristezza possono aumentare la spesa, soprattutto in persone già vulnerabili. È un tentativo di contrastare l’umore negativo, ma con effetti collaterali evidenti sul portafoglio.

La risposta dipende da chi siamo

La paura del futuro non ha un effetto univoco. Alcuni reagiscono cercando sicurezza nel risparmio, altri cercano conforto nella spesa. In entrambi i casi, le emozioni guidano le nostre scelte economiche più di quanto ci piaccia ammettere. Uno studio condotto da Hershfield ha dimostrato che interagire con una versione invecchiata di sé stessi, anche solo virtuale, aumenta la propensione a risparmiare per la pensione. Questo perché rafforza la connessione emotiva con il futuro, trasformando un’idea astratta in qualcosa di reale e vicino.

Secondo gli psicologi, una delle chiavi per prendere decisioni finanziarie più equilibrate è proprio questa: imparare a conoscere il proprio sé futuro e renderlo parte della nostra identità. Allo stesso tempo, è importante riconoscere quando l’ansia sta guidando le nostre azioni e trovare strategie alternative per affrontarla, senza cadere negli estremi.

Futuro2
I guadagni imprevisti vengono spesso spesi con leggerezza.

In fin dei conti, la stabilità finanziaria nasce da un equilibrio tra presente e futuro, tra bisogno di sicurezza e desiderio di gratificazione. Capire come la mente reagisce all’incertezza è il primo passo per gestire al meglio le proprie finanze — e anche un modo per conoscersi un po’ di più.

Lascia un commento