Inserire una pallina di carta stagnola nella lavastoviglie è davvero utile, o è solo un ‘rimedio della nonna‘ senza un valido fondamento scientifico? Ecco la spiegazione del noto professore di fisica.
La lavastoviglie è uno degli elettrodomestici più utili di tutti. Grazie al suo utilizzo, infatti, si può risparmiare molto tempo: il lavaggio a mano delle posate e dei piatti, in effetti, può impiegare decine e decine di minuti ogni settimana, soprattutto quando vi sono più inquilini in casa. Con la lavastoviglie, basta un solo lavaggio per pulire e igienizzare numerosi piatti e numerose posate. Lavaggio che, naturalmente, viene effettuato in maniera automatica, e non richiede altro che l’accensione e la selezione della modalità, da parte della persona che la utilizza.
Se usata in maniera corretta e sapiente, la lavastoviglie può portare, a lungo termine, anche a un risparmio di acqua notevole. Perché ciò accada, però, è importante provvedere alla manutenzione della stessa, e seguire delle regole importanti in maniera precisa. Ad esempio, bisogna ricordarsi di non mettere coltelli affilati e, soprattutto, utensili in legno al suo interno: si possono, infatti, rovinare, e possono rovinare anche lo stesso elettrodomestico.
Lavastoviglie, la rivelazione dell’esperto: è davvero utile inserire una pallina di carta stagnola?
Tra i trucchi per un utilizzo efficace della lavastoviglie, vi è anche un rimedio ‘della nonna‘: la tradizione, infatti, prevede che, mediante l’inserimento di una pallina di carta stagnola prima di ogni lavaggio, le posate e i piatti d’argento più vecchi possano tornare a brillare. Ma è davvero così? Vincenzo Schettini, noto professore di fisica, ne ha parlato in un recente video, pubblicato sulle sue pagine social, denominate La fisica che ci piace. Schettini, in particolare, ha spiegato che sulle posate d’argento si crea una superficie di ossidazione, e cioè una pellicola, che le rende, effettivamente, opache. Perché queste tornino a splendere, bisogna eliminare la pellicola che si viene a formare.
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Per eliminare la pellicola, bisogna creare una reazione di ossidoriduzione. Perché ciò accada, le posate possono essere messe a contatto con dell’alluminio, in acqua e detersivo. L’alluminio, che è una soluzione elettrolita, in pratica, serve a favorire lo scambio di elettroni con l’argento ossidato: in questo modo, l’alluminio si ossida, e strappa via la pellicola dalle posate d’argento, che tornano a brillare. Attenzione, però: nonostante l’alluminio serva, in effetti, a togliere la pellicola che si forma sulle posate d’argento, perché ciò accada, deve essere presente in grande quantità. Una sola pallina di carta stagnola, e cioè d’alluminio, all’interno della lavastoviglie non ha, dunque, effetto, anche perché la reazione avviene solo se c’è un contatto diretto.
La risposta alla domanda dell’articolo
Ci vorrebbe, praticamente, una pallina per ogni stoviglia d’argento, che dovrebbe essere avvicinata a ciascuna pallina. Inoltre, aggiunge Schettini, questo metodo non ha alcuna utilità con i piatti e i bicchieri di vetro, ceramica o le posate in acciaio inox: servirebbe, cioè, solo alle stoviglie in argento. Stoviglie che poche persone hanno, e in piccola quantità. Pertanto, Schettini ha sfatato il mito della pallina in carta stagnola, spiegando che, spesso, questa non ha alcuna utilità.