Il datore di lavoro ha la possibilità di chiedere ai suoi dipendenti di vestirsi in un certo modo, ma solo in alcuni casi precisi: ecco tutti i dettagli.
Nel rapporto di lavoro subordinato, il potere decisionale del datore di lavoro è un elemento cardine e si concretizza attraverso prerogative riconosciute dalla legge. Questi poteri si esercitano sempre nel rispetto dei diritti fondamentali del lavoratore e dei vincoli normativi e contrattuali. Il potere direttivo consente al datore di stabilire compiti, modalità e tempi di esecuzione del lavoro. Si tratta della manifestazione più evidente del vincolo di subordinazione che obbliga il lavoratore a conformarsi alle istruzioni ricevute, entro i limiti della legge e del contratto collettivo. Il potere organizzativo permette di gestire risorse e mansioni secondo le esigenze aziendali. Il datore può delegare questa facoltà a soggetti gerarchicamente superiori, ai quali il dipendente è tenuto a rispondere.
Il potere di controllo, invece, legittima la verifica dell’operato dei dipendenti, purché nel rispetto delle norme sulla privacy e delle garanzie previste dallo Statuto dei Lavoratori. Il potere disciplinare consente infine di sanzionare condotte illecite, fino al licenziamento per giusta causa, ma solo seguendo le procedure previste. Il datore può decidere orari, turni e ferie, sempre conciliando esigenze aziendali e diritti individuali. Può inoltre dettare regolamenti interni e verificarne il rispetto. Tuttavia, questo potere non è assoluto: incontra i limiti posti da norme costituzionali, contrattuali e legislative. A dimostrazione di ciò, ad esempio, il datore può decidere anche di chiedere ai suoi dipendenti di vestirsi in un certo modo, ma soltanto in determinati casi, previsti dalla legge.
Può il datore di lavoro obbligarci a vestire in un certo modo? Ecco cosa dice l’avvocato
A spiegarlo, è stata una nota esperta di diritto del lavoro, l’avvocato Wanda Falco. La legale ha spiegato che il datore di lavoro può chiedere al proprio dipendente di vestirsi in un certo modo per motivi di sicurezza, di salute, di igiene, o anche per identità aziendale. Il lavoratore è, dunque, tenuto ad adeguarsi nel rispetto dell’obbligo di diligenza, di cui all’articolo 2104 del Codice Civile. Ad esempio, se, per le mansioni che si svolge, si è tenuti a utilizzare dei dispositivi di protezione individuale, forniti per la salute e la sicurezza del lavoratore, il datore può pretendere che questi vengano indossati dal lavoratore stesso, e può anche avviare un procedimento disciplinare a suo carico, se questo si ostina a non rispettare le norme.
Allo stesso modo, se il regolamento aziendale prevede di indossare una divisa, ai fini di visibilità e riconoscibilità per i clienti, bisogna indossare la divisa. In effetti, di recente, la Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento disciplinare irrogato ad un’addetta al punto vendita che si era sistematicamente rifiutata di indossare un gilet blu con il logo aziendale. Attenzione, però: se la richiesta del datore non è collegabile a motivi strettamente professionali, questa non è valida. Quando manca, cioè, un legame oggettivo con l’attività lavorativa, e non c’è alcun impatto negativo sul lavoro svolto o sull’immagine aziendale, tale imposizione può risultare illegittima.
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