Lavoro precario, la storia di Ilaria: “Ecco la mia busta paga: non basta per fare la spesa”

Ilaria, la storia raccontata dal programma di Rete 4 È sempre Cartabianca: lo stipendio non basta a fare la spesa

È sempre carta bianca, il programma di Rete 4 condotto da Bianca Berlinguer, ha raccolto un’importante testimonianza, relativa la tematica del lavoro precario. Le telecamere della trasmissione Mediaset hanno seguito la giornata tipo di una donna di 38 anni, laureata, che, nonostante l’età è la sua preparazione professionale, oltre che culturale, è costretta a vivere con meno di 800 euro al mese. Il suo contratto di lavoro, in più, non rispecchia in niente la mansione che in realtà ricopre. La storia è andata in onda nella puntata di ieri, martedì 15 ottobre, e ha come protagonista Ilaria.

Ilaria lavora in un polo culturale di Torino, tramite l’appalto con una cooperativa. “Lavoro in un luogo di cultura, ma mi viene applicato un contratto da pulizie. C’è qualcosa che non va: non viene applicato il contratto di settore che sicuramente è il più adeguato”, dice la donna alle telecamere di È sempre Cartabianca.
La 38enne ha un contratto part-time involontario, vale a dire obbligato. Probabilmente, avrebbe la disponibilità di lavorare con un contratto full-time, ma questo, a quanto pare, non le sarebbe mai stato concesso. Lo stipendio che le arriva alla fine del mese è di 784 euro. Basta guardare la busta paga per rendersi conto che la retribuzione oraria per la sua prestazione lavorativa è di 8.42 euro lordi.

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L’intervista di Ilaria al programma di Rete 4

Lavoro precario, Ilaria è laureata ma guadagna meno di 800 euro al mese: la busta paga è misera

Con questa paga”, spiega Ilaria, “riesci a fare veramente poco: nel senso che se vai al supermercato, il pane lo trovi a 6 euro al chilo, quindi ci stai ancora dentro. L’affettato è a 13 euro al chilo. Il che significa che non basta un’ora di lavoro per comprare da mangiare. Una frase che risuona come un macigno, ma che rispecchia la quotidianità di migliaia di italiani, costretti a fronteggiare l’inflazione, ormai senza controllo, che colpisce il carrello della spesa, con uno stipendio da fame.
Sono quella che prende di più perché ho un 4° livello, faccio la referente. “ Come cambia l’appalto, potenzialmente può cambiare l’azienda. Quindi non sai in che azienda andrà a finire e quali saranno le condizioni di lavoro, e se vengono rispettate. E’ sempre così: un giro di giostra”, continua.

“Io per fortuna convivo, quindi le spese sono divise in due. Ma quando vivevo da sola non mi potevo permettere niente, giusto di pagare l’affitto, e le spese. Penso che non veniamo valorizzati: ho studiato, sono 7 anni che lavoro lì dentro, e nonostante questo arrivo al massimo a 900 euro al mese. E’ frustrante. La cosa terribile è quella, che col salario che abbiamo adesso, le persone non si reggono in piedi: devi lottare con pugni e con i denti per riuscire ad arrivare a fine mese”.

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