Che sia un tuffo tra le onde o una nuotata tra le corsie, l’acqua ha un potere rigenerante sul corpo e sulla mente, ma dove si nasconde davvero la fonte del nostro benessere?
Il profumo di salsedine o il silenzio ovattato del cloro? Onde che accarezzano i piedi o corsie rettilinee dove contare le bracciate? Quando si parla di benessere in acqua, la domanda sembra eterna: è meglio il mare o la piscina? Sia l’uno che l’altra hanno i loro sostenitori appassionati, eppure, al di là delle preferenze personali, la scienza inizia a raccontarci qualcosa di più preciso.
Oggi, la scelta tra mare e piscina può essere letta non solo in termini di gusto, ma anche di impatto sulla salute fisica e mentale. E ciò che emerge è sorprendente, a tratti inaspettato, sicuramente affascinante. Approfondire questa tematica è interessante, soprattutto in questi mesi estivi. Entrambe le scelte sono molto amate dalle persone ma, quale riesce davvero a regalare un benessere fisico e psicologico?
Il mare come medicina naturale: cosa ci dice la scienza
Un recente e autorevole studio condotto dall’Università di Exeter, nel Regno Unito, ha portato alla luce un dato importante: vivere vicino al mare è associato a una salute migliore, sia fisica che psicologica. Non si tratta di un sondaggio su scala ridotta, ma di una ricerca che ha coinvolto circa 48 milioni di persone. Il risultato? Le persone che abitano nelle vicinanze della costa tendono ad avere livelli più bassi di stress, un umore migliore e una maggiore inclinazione a svolgere attività fisica rispetto a chi vive più lontano dall’ambiente marino.
Ma perché il mare ha un impatto così profondo sul nostro benessere? Gli studiosi parlano di “blue spaces”, spazi blu, ovvero ambienti acquatici naturali che esercitano un potente effetto calmante sul sistema nervoso. Camminare sulla battigia, ascoltare il ritmo lento delle onde, respirare l’aria salmastra: sono tutte esperienze che stimolano una risposta fisiologica di rilassamento, abbassando i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e favorendo il rilascio di endorfine.
Inoltre, il mare stimola un’attività motoria più spontanea: nuotare, giocare con le onde, camminare sulla sabbia o anche solo immergere i piedi nell’acqua sono movimenti che non percepiamo come “esercizio fisico”, ma che attivano il corpo in maniera benefica e naturale. Il contesto marino favorisce anche una forma di meditazione inconsapevole: il paesaggio aperto, il suono costante delle onde, la vastità dell’orizzonte stimolano la mente a rallentare, a ridurre il rumore interno.
Piscina: rigore, costanza e benessere emotivo
Dall’altra parte della barricata, la piscina ha un fascino più contenuto ma non meno potente. Se il mare è istinto, la piscina è disciplina. Se l’uno è imprevedibile, l’altra è rassicurante. Ma il punto è che anche la piscina può offrire numerosi benefici a livello psicologico. Non esiste uno studio vasto come quello condotto sull’ambiente marino, ma una serie di ricerche, fra cui il lavoro di tesi di Marina D’Este presso l’Università di Padova, ha dimostrato che il nuoto regolare in piscina è legato a un miglioramento della consapevolezza di sé, dell’autostima, della motivazione e dell’intelligenza emotiva. Analizzando un campione di 68 nuotatori, D’Este ha osservato come l’ambiente acquatico, anche se artificiale, favorisca uno stato di presenza mentale simile alla mindfulness.
Questo accade perché il nuoto richiede un’attenzione profonda al respiro, al movimento, al ritmo. In piscina non esistono distrazioni: si è soli con l’acqua, con il corpo e con il pensiero. È quasi una forma di meditazione in movimento, dove ogni bracciata diventa un mantra, ogni virata un nuovo inizio. Anche in questo contesto, si registra una diminuzione dei livelli di ansia e un incremento del tono dell’umore, grazie alla produzione di endorfine. L’effetto “calmante” dell’acqua non è dunque esclusivo del mare: è l’ambiente liquido, in sé, a svolgere un ruolo benefico sul sistema nervoso. Inoltre, la piscina ha dalla sua parte la regolarità. Chi nuota in piscina spesso lo fa con costanza, magari tre o quattro volte a settimana. Questo crea una routine salutare che rafforza la percezione di controllo e di efficacia personale.
Allora, mare o piscina? La risposta, come spesso accade quando si parla di benessere, non è assoluta, ma personale. Se cerchi un impatto immediato, profondo, sensoriale, il mare potrebbe essere la tua medicina naturale. Se invece desideri un’attività strutturata, continua, su misura per i tuoi ritmi e obiettivi, allora la piscina è la tua alleata. Ciò che conta davvero, in fondo, è il contatto con l’acqua. Che sia salata o clorata, calma o incanalata, l’ambiente acquatico ha il potere straordinario di rimetterci in connessione con noi stessi. E forse è proprio questa la vera fonte del benessere: trovare lo spazio e il tempo per galleggiare un po’ più leggeri, dentro e fuori di noi.