“Mio figlio non mi racconta più nulla”: cosa fare (e cosa evitare) secondo gli esperti

Se tuo figlio non ti racconta più nulla, ci sono cose che potresti fare e cose che invece è bene evitare. Segui i consigli degli esperti e metti alla prova alcuni segreti. Così potrai risolvere il problema.

Ci sono momenti, nella crescita dei figli, in cui le parole smettono di scorrere e il silenzio prende il sopravvento. Frasi che un tempo erano quotidiane come: “Com’è andata a scuola?”, “Hai litigato con qualcuno?”, “Hai bisogno di aiuto?”, ricevono risposte monosillabiche o, peggio, sguardi che evitano il confronto. “Mio figlio non mi racconta più nulla” è una frase che accomuna tantissimi genitori, in particolare madri, che si trovano improvvisamente escluse dalla vita interiore dei propri figli adolescenti. Non è solo un cambio di abitudini. Per molte donne, è un piccolo lutto, una perdita emotiva difficile da accettare.

Durante la crescita un figlio attraversa diverse fasi della vita. In un primo momento la madre è per un bimbo, il suo punto di riferimento più importante. Nel corso dell’adolescenza invece, le cose cambiano radicalmente. Se prima tutto veniva condiviso, dai voti a scuola al colore preferito di una maglietta, ora quel figlio o quella figlia sembrano vivere in un mondo parallelo, dove la madre è sempre più spettatrice e sempre meno protagonista. Ma cosa accade davvero in questa fase della crescita? E come possiamo reagire senza peggiorare la distanza che già si è creata? Ci sono dei trucchetti da mettere in pratica.

Rapporto madre e figlio: come comportarsi per coltivare un rapporto confidenziale

Il primo errore che fanno molti genitori, mossi dalla paura o dalla frustrazione, è quello di forzare la comunicazione. Frasi come “Tu a me devi parlare”, “Io sono tua madre e ho il diritto di sapere”, oppure “Stai nascondendo qualcosa, vero?” possono innescare l’effetto opposto: non solo il figlio si chiude ancora di più, ma inizia a vivere il confronto con il genitore come un terreno di scontro anziché un’occasione di condivisione. Un altro atteggiamento pericoloso è quello del controllo mascherato da premura. Leggere di nascosto i messaggi, interrogare gli amici, cercare segnali “nascosti” nelle parole o nei comportamenti, porta solo a minare ulteriormente la fiducia.

Come coltivare il rapporto madre e figlio
Come coltivare il rapporto madre e figlio

Anche il vittimismo è una trappola emotiva da evitare. Dire a tuo figlio “Mi stai spezzando il cuore”, “Non ti riconosco più”, oppure “Con me non parlavi così prima” mette l’adolescente in una posizione di colpa ingiusta e non produttiva. Ricorda che il cambiamento che sta vivendo non è contro di te, ma per sé. Non è un attacco, ma una ricerca di identità. Infine, evitare il confronto diretto non vuol dire chiudersi nel silenzio e sperare che le cose si risolvano da sole. Il distacco va accolto, ma anche accompagnato con delicatezza e presenza. Per migliorare il rapporto è fondamentale sviluppare e coltivare una comunicazione sana ed equilibrata. Gli psicologi consigliano sempre di trovare ambienti e contesti giusti per instaurare un momento di dialogo intimo e personale con i propri figli.

Rapporto sano e felice tra genitori e figli adolescenti: lo studio psicologico

Un’importante ricerca sul legame tra madre e figlio durante l’adolescenza è stata realizzata dall’Istituto Beck. Lo studio ha approfondito il ruolo della vicinanza emotiva tra genitori e figli come elemento chiave nella protezione del benessere psicologico in questa fase delicata della crescita. I risultati hanno mostrato che: un rapporto intimo tra madre e figlio è collegato a una riduzione dei sintomi depressivi fino all’età di circa 15 anni. Il legame emotivo con il padre si rivela invece un fattore protettivo costante lungo tutto il periodo adolescenziale. Una buona connessione affettiva con la figura paterna protegge sia i ragazzi che le ragazze anche da difficoltà legate al peso corporeo e all’immagine di sé. Il rapporto con la madre, in particolare, è risultato essere di grande sostegno per i figli maschi rispetto alle stesse problematiche.

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