Cosa c’è davvero nel tonno in scatola e quali sono i rischi per la salute? Il parere dell’esperta non lascia dubbi.
Il tonno in scatola è da anni protagonista incontrastato delle dispense italiane. Pratico, veloce, apparentemente sano. Eppure, secondo la dottoressa Bruno, nutrizionista clinica, dietro la sua comoda apertura a strappo si nasconde un pericolo silenzioso ma devastante: il Metilmercurio. Siamo davvero sicuri che ciò che consumiamo per restare in forma non sia, in realtà, un lento veleno che si insinua nel nostro corpo?
Il Metilmercurio è un composto organico del mercurio, una sostanza altamente tossica che si forma quando il mercurio presente nell’ambiente viene trasformato da alcuni microrganismi nei mari. Il risultato? Pesci predatori come il tonno, posizionati in cima alla catena alimentare, accumulano quantità sempre maggiori di questa neurotossina nel loro tessuto muscolare. Secondo la dottoressa Bruno, il metilmercurio è tra le sostanze più pericolose per il sistema nervoso umano. Qui gli esperti ci spiegano come conservare la carne senza rischi.
Perché il tonno in scatola è ancora così diffuso?
Ecco la domanda che molti si pongono: se fa così male, perché continua a essere venduto liberamente? La risposta, seppur amara, è semplice: economia. Il tonno in scatola è un business multimiliardario. Le campagne pubblicitarie lo dipingono come l’alimento ideale per chi vuole mangiare sano e restare in forma, approfittando della sua ricchezza proteica e della praticità. Ma questa narrazione omette sistematicamente il lato oscuro della medaglia: la presenza costante e preoccupante di Metilmercurio. Alcuni recenti studi, citati proprio dalla dottoressa Bruno, evidenziano come i livelli di mercurio nei campioni analizzati superino spesso le soglie considerate sicure dalle linee guida internazionali. E non si tratta di casi isolati: il problema è strutturale, radicato nel modo in cui viene allevato, pescato e conservato il tonno destinato alla grande distribuzione.
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Il finto mito del “tonno sano” da eliminare dalla propria alimentazione
Il tonno in scatola viene promosso come fonte di Omega-3, ma la verità è che durante i processi di conservazione e cottura una parte significativa di questi acidi grassi benefici viene persa. Inoltre, la presenza di sodio, oli industriali e conservanti rende il prodotto ben distante da quello che potremmo definire “salutare”. È quindi necessario smascherare una narrativa ormai obsoleta, che vede nel tonno in scatola una scelta “smart”. Non lo è. Anzi, può diventare una minaccia subdola alla nostra salute, soprattutto se consumato frequentemente.
Cosa fare, allora? La dottoressa Bruno è chiara: non si tratta di demonizzare il tonno in assoluto, ma di ridurne drasticamente il consumo nella sua forma in scatola, privilegiando alternative fresche e tracciabili, e soprattutto variando la dieta. Il nostro corpo non è una discarica per sostanze tossiche. Alimentarsi in modo consapevole significa anche questo: conoscere ciò che si mette nel piatto.