Gli oli di semi sono davvero pericolosi e tossici per il nostro organismo, oppure si tratta di un mito? Un esperto nutrizionista ha fatto chiarezza su questi alimenti.
Gli oli di semi rappresentano una categoria di grassi vegetali molto utilizzata in cucina. Vengono estratti da semi e frutti oleosi e si distinguono per composizione, proprietà nutrizionali e resistenza al calore. Tra i più comuni, l’olio di girasole è apprezzato per il sapore delicato e il buon contenuto di vitamina E, mentre la variante alto oleico, più ricca di grassi monoinsaturi, offre una maggiore stabilità alle alte temperature. L’olio di arachide, grazie alla prevalenza di monoinsaturi, è ideale per le fritture prolungate e presenta un sapore leggermente dolce. Mais e soia, ricchi di grassi polinsaturi e vitamina E, sono ottimi per condimenti a crudo, così come il vinacciolo, che abbina una buona resistenza al calore a un gusto neutro.
L’olio di lino, invece, spicca per il contenuto di omega-3 ma va usato solo a crudo, poiché poco resistente al calore. La colza, conosciuta anche come canola, offre una buona versatilità e benefici per la salute cardiovascolare, mentre palma e palmisto, ricchi di grassi saturi, trovano impiego principalmente nell’industria alimentare. La scelta di un olio di semi dipende da fattori come la composizione degli acidi grassi e il punto di fumo. I grassi monoinsaturi rendono alcuni oli più adatti alle cotture ad alte temperature, mentre i polinsaturi, più delicati, vanno preferiti a crudo per mantenere intatti i loro nutrienti. Alternare gli oli in cucina consente di beneficiare delle diverse proprietà, mantenendo una dieta equilibrata e varia.
Oli di semi: esperto sfata tre miti importanti su questi alimenti
Già leggendo i precedenti paragrafi, i nostri lettori avranno immaginato la risposta alla domanda del titolo dell’articolo: gli oli di semi non sono, infatti, pericolosi a prescindere, né sono tossici o infiammatori. Gli eventuali danni che possono causare alla salute dipendono da un cattivo uso di questi prodotti, o da un’alimentazione scorretta. Ma andiamo con calma: un noto esperto di alimentazione e nutrizionista, e cioè il dottor Daniele Basta, ha sfatato tre miti importanti su questo tipo di alimenti. Il primo mito è che gli oli di semi sono pro-infiammatori, e cioè contribuiscono a causare infiammazione. Questo non è vero, in quanto l’acido linoleico, e cioè l’omega-6 principale in questi prodotti, riduce i marcatori infiammatori. Ad esempio, numerosi studi dimostrano che questo acido riduce la proteina C-reattiva e l’Interluchina-6, entrambi importanti marcatori di infiammazione.
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Non è vero, altresì, che aumentano il colesterolo e che fanno male alla salute cardiovascolare. Anzi: secondo quanto spiegato dall’esperto, sostituire il burro o il lardo con oli vegetali, ricchi in omega 6, riduce il colesterolo cattivo, e abbassa il rischio cardiovascolare. Infine, l’esperto ha spiegato che questo tipo di olio non favorisce diabete e obesità, a differenza di quanto si pensa. Un consumo adeguato di prodotti con acido linoleico, in realtà, riduce il rischio dello sviluppo del diabete. Naturalmente, il consumo di questi prodotti non deve essere esagerato: così come con tanti altri alimenti, infatti, l’esagerazione fa male.
Perché si dice che fanno male?
Ma allora, perché si dice che questi oli fanno male? Perché spesso li si trova dentro cibi ultraprocessati, come merendine, snack e fritti industriali. Questi sono cibi ricchi di zuccheri semplici e conservanti, nonché di calorie inutili. Il problema non è, dunque, dell’olio di semi, ma delle altre sostanze che i cibi ultraprocessati contengono. È il pacchetto completo, dunque, e non l’olio in sé. C’è, infine, un altro problema, e cioè il modo in cui usiamo gli oli di semi in cucina. Surriscaldarli e riutilizzarli è, infatti, inutile e dannoso, in quanto genera, effettivamente, dei composti tossici. Utilizzati e consumati in maniera corretta, e senza mangiare cibi ultraprocessati, dunque, gli oli di semi non sono pericolosi, e se usati correttamente sono anche degli alleati per la salute.