Nutrizionista fa chiarezza sulla pasta e riso bianco rivelando finalmente a tutti la verità: “Non fanno male alla nostra salute”.
Nel mondo della nutrizione contemporanea, dove ogni alimento viene giudicato in base a una percezione filtrata da trend, mode e disinformazione, la pasta bianca e il riso bianco sono spesso finiti sul banco degli imputati. Troppo spesso vengono liquidati con leggerezza come “raffinati”, quindi automaticamente da evitare. Ma è davvero così?
A rispondere è il nutrizionista Daniele Basta, che con parole misurate ma nette, mette ordine in un dibattito che troppo spesso sfocia in allarmismi infondati. E lo fa con un chiarimento essenziale: pasta e riso bianco non vanno demonizzati, anzi, meritano un posto sereno all’interno di una dieta equilibrata. Qui invece il parere degli esperti sulla carne e come cucinarla in modo sicuro.
Non tutto ciò che è raffinato è da evitare: il parere ufficiale del nutrizionista
È importante comprendere cosa significhi davvero il termine “raffinato”. Pasta e riso bianco sono alimenti sottoposti a un processo di raffinazione, sì, ma questo non li rende automaticamente nocivi per la salute. La vera differenza va cercata altrove: non tanto nel grado di lavorazione, quanto nella natura del processo e negli ingredienti coinvolti. Gli alimenti davvero problematici, spiega Basta, sono gli ultraprocessati: snack confezionati, merendine industriali, bevande zuccherate. In questi casi, il problema non è solo la raffinazione, ma la somma di ingredienti artificiali, zuccheri aggiunti, grassi industriali, sale in eccesso e additivi chimici. Questi alimenti sono spesso progettati per essere iper-palativi, cioè per stimolare il consumo compulsivo, senza apportare benefici nutrizionali reali.
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Pasta e riso bianco: nutrienti e funzione nella dieta equilibrata
Pasta e riso bianco sono alimenti semplici, con un solo ingrediente di base, privi di aromi artificiali, coloranti o conservanti. Non sono progettati per essere irresistibili, né hanno un impatto negativo sulla regolazione del senso di sazietà. In altre parole, non incoraggiano l’eccesso, come invece fanno molti prodotti industriali. Daniele Basta chiarisce che in un soggetto metabolicamente sano, che segue un’alimentazione varia, ricca di fibre, vegetali, proteine di qualità e grassi buoni, non esiste alcuna evidenza scientifica che pasta o riso bianco rappresentino un rischio per la salute. La chiave è sempre il contesto: ciò che conta è la qualità complessiva della dieta, non il singolo alimento.
Eliminare la pasta o il riso bianco senza un reale motivo clinico può portare a squilibri inutili, o peggio, a una visione distorta dell’alimentazione. “Il problema non è il singolo alimento, ma l’insieme delle abitudini alimentari,” ricorda il nutrizionista. E ancora: “Non serve eliminarli, serve saperli inserire nel modo giusto.” Queste parole spiazzano chi era convinto che bastasse bandire la pasta per stare in salute. La verità, però, è più sottile e meno sensazionalistica: un piatto di pasta o un risotto possono tranquillamente far parte di una dieta sana, se bilanciati con porzioni adeguate, buone fonti di proteine, grassi e fibre.