Per quale motivo alcuni odiano il suono della propria voce registrata? La spiegazione della psicologia

Quante volte è capitato di riascoltare un messaggio vocale e provare un senso di disagio?

È un’esperienza comune, tanto che circa il 95% delle persone trova sgradevole la propria voce registrata. Questo fenomeno ha una spiegazione ben precisa, che coinvolge sia il nostro cervello che la percezione del suono. Quando parliamo, la voce ci arriva attraverso due canali distinti: la conduzione aerea e la conduzione ossea. La prima è quella che tutti percepiscono, il suono che esce dalla bocca e viaggia nell’aria. La seconda, invece, avviene all’interno del nostro corpo: le vibrazioni delle corde vocali si propagano attraverso le ossa del cranio e modificano il modo in cui sentiamo la nostra stessa voce. Questo processo amplifica le basse frequenze, facendoci percepire un tono più profondo e pieno. Nel momento in cui ascoltiamo una registrazione, però, manca la conduzione ossea e il suono appare più acuto, sottile e a volte persino estraneo.

Un fenomeno normale e radicato nella nostra psiche

Oltre alla questione fisiologica, entra in gioco un fattore psicologico importante. La nostra voce è una parte essenziale dell’identità. Il chirurgo e docente di otorinolaringoiatria Neel Bhatt sottolinea che scoprire che gli altri ci percepiscono in modo diverso può minare la nostra autostima. La voce che pensavamo di avere non corrisponde a quella che gli altri sentono ogni giorno, generando una sorta di disallineamento tra la percezione interna e quella esterna.

Uno studio del 2005 condotto presso l’Università di Newcastle ha dimostrato che le persone tendono a giudicare molto più negativamente la propria voce rispetto a valutatori esterni. Questo significa che spesso il nostro giudizio è più severo di quello degli altri. Il terapeuta Karlfried Graf Dürkheim ha descritto la voce come uno “specchio che non inganna“, capace di rivelare parti di noi che non siamo abituati a vedere. Quando la ascoltiamo in una registrazione, potremmo provare un senso di vulnerabilità, come se ci venisse mostrata una versione di noi stessi che non possiamo controllare.

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La nostra voce registrata ci appare estranea per motivi fisiologici e psicologici.

L’aspetto psicologico si collega anche al fenomeno del “dialogo interno”, studiato dagli psicologi Hubert Hermans e Harry Kempen. Fin dall’infanzia, sviluppiamo una voce interiore che ci accompagna nei pensieri quotidiani. Questa voce, tuttavia, suona diversa dalla nostra voce registrata. Il contrasto tra ciò che ci aspettiamo e ciò che effettivamente sentiamo può generare un senso di spaesamento e fastidio. Nonostante il disagio, questa reazione è del tutto normale e non indica necessariamente insicurezza o mancanza di autostima. È semplicemente una conseguenza del modo in cui il cervello elabora il suono e dell’importanza che attribuiamo alla nostra voce nell’immagine che abbiamo di noi stessi. Gli studi confermano che più ci abituiamo ad ascoltarci, meno intensa diventa questa sensazione. Quindi, se il suono della tua voce registrata ti sembra strano, sappi che è solo il tuo cervello che ti sta giocando un piccolo scherzo percettivo.

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