Perché ci piace tanto parlare di noi stessi? Ecco cosa dice di te questa abitudine

Per quale motivo molte persone adorano di parlare sempre di se stessi? C’è una spiegazione che mette in luce aspetti e dettagli, legati a questa abitudine. Ecco cosa devi scoprire.

C’è un fenomeno curioso che si manifesta ovunque: nelle conversazioni quotidiane, nelle chat, nei post sui social, nei podcast, persino nelle interviste. Tante persone parlano ossessivamente di se stesse. Raccontano i propri sogni, le proprie frustrazioni, i traguardi raggiunti, le esperienze più intime. Tutto questo però, non fa altro che dare vita a meccanismi particolari e spesso confusionario. Chi non ha mai avuto a che fare con un interlocutore che, anche davanti a una domanda neutra, riesce a riportare tutto su di sé?

Parlare di sé non è solo un modo per comunicare o socializzare, ma risponde a bisogni psicologici ed evolutivi fondamentali. Iniziamo fin da bambini a strutturare la nostra identità attraverso il racconto. Quando un bambino dice “Io sono bravo a disegnare” o “Io ho paura del buio”, non sta solo descrivendo una realtà, ma la sta costruendo. Avere piena consapevolezza di quello che si è e di ciò che si può fare è fondamentale. Tutto sta però, nel riuscire ad avere un sano e maturo equilibrio.

Il piacere nascosto dell’autorivelazione: ecco l’aspetto psicologico

Quando raccontiamo qualcosa su di noi, il cervello ci ricompensa con una sensazione di benessere simile a quella che proviamo mangiando cioccolato o ricevendo un complimento. Questo perché l’autorivelazione è associata a una sensazione di controllo e affermazione del sé. Ogni volta che condividiamo qualcosa di personale, ci sentiamo più presenti, più reali, più influenti nella conversazione. E nei social network, dove il racconto del sé è amplificato all’estremo, questo bisogno diventa quasi una dipendenza: foto, storie, confessioni, tutto contribuisce a definire e rafforzare un’immagine pubblica che riteniamo significativa. Inoltre, parlare di noi stessi ci permette di organizzare il pensiero, dare un senso agli eventi, metabolizzare le esperienze.

Parlare molto di se
Parlare molto di se

Naturalmente, parlare di sé non significa automaticamente essere egocentrici. Molto dipende dal contesto e dalla modalità con cui ci si racconta. Una conversazione empatica prevede un equilibrio tra ascolto e condivisione: il problema nasce quando la parola si trasforma in monologo, e l’altro viene ridotto a spettatore passivo. Saper coltivare in modo sano i rapporti, è fondamentale per poter tutelare e valorizzare i veri sentimenti. In alcuni casi, il continuo parlare di sé può anche essere un sintomo di disagio o insicurezza. Chi si sente fragile o inadeguato tende a enfatizzare i propri racconti per cercare conferme esterne. Oppure, al contrario, può farlo per nascondere una parte di sé che teme di mostrare. Per questo motivo, è bene mostrarsi intraprendenti e parlare di se, senza alcun tipo di freno ma, allo stesso tempo, è necessario saper bilanciare e sviluppare una sana attenzione per l’ascolto.

Il piacere nascosto nel parlare di sé: cosa dice la scienza

Un’importante ricerca psicologica condotta da studiosi della Harvard University ha approfondito il motivo per cui molte persone sentono il bisogno di parlare di sé stesse durante le conversazioni. Lo studio ha rivelato che discutere di sé stessi attiva specifiche aree cerebrali legate alle sensazioni di piacere e soddisfazione, come l’area tegmentale ventrale, la corteccia prefrontale mediale e il nucleus accumbens. Queste regioni del cervello sono coinvolte nella produzione di dopamina, un neurotrasmettitore fondamentale per le risposte emotive e per il desiderio di gratificazione. In altre parole, parlare di sé stessi non è solo un’abitudine sociale, ma anche una fonte biologica di benessere.

Lascia un commento