Perché siamo più produttivi sotto pressione? Ecco il vero motivo, spiegato dalla psicologia

Molti di noi hanno sperimentato quel momento in cui, sotto pressione, la produttività sembra salire alle stelle. È un fenomeno che ha suscitato l’interesse di numerosi esperti in psicologia.

Ma quale è il vero motivo per cui lavoriamo meglio quando la pressione è alle stelle? La risposta, a quanto pare, è più complessa di quanto sembri, coinvolgendo vari fattori emotivi, cognitivi e biologici. La spiegazione psicologica più ampiamente riconosciuta è la legge di Yerkes-Dodson, sviluppata dai psicologi Robert M. Yerkes e John D. Dodson. Secondo questa teoria, esiste una relazione diretta tra il livello di pressione (o “arousal”) e la performance. A livelli bassi di pressione, la produttività è generalmente bassa. Tuttavia, man mano che il livello di pressione aumenta, anche la nostra produttività tende ad aumentare. Questo accade perché il nostro corpo e la nostra mente sono stimolati a concentrarsi meglio, a prendere decisioni più rapide e a motivarsi.

Tuttavia, troppo stress può essere controproducente. Quando la pressione supera certi limiti, può portare a un eccessivo stress che, al contrario, riduce le performance. L’esperto Loris Comisso, ad esempio, ha sottolineato quanto sia cruciale bilanciare il livello di stress per evitare di compromettere il nostro benessere. La chiave è una pressione moderata, che stimola senza sopraffare.

Reframing della pressione: trasformare l’ansia in energia positiva

Una delle teorie più interessanti è quella del reframing, che suggerisce di reinterpretare le situazioni stressanti come sfide piuttosto che come minacce. Alma Laboris, attraverso diversi studi, ha dimostrato che vedere la pressione come una sfida positiva può effettivamente trasformare l’ansia in energia costruttiva. In pratica, se affrontiamo un compito con la mentalità giusta, possiamo sentirci più motivati, meno ansiosi e più produttivi. Questo approccio è strettamente legato alla psicologia positiva, che evidenzia come una mentalità orientata alla crescita possa stimolare la creatività e l’efficienza, anche quando ci sono scadenze ravvicinate. Essere in grado di vedere un compito sotto una luce positiva e stimolante, piuttosto che percepirlo come un peso, può fare una grande differenza.

Un altro fattore determinante nella nostra produttività sotto pressione è rappresentato dalle scadenze. Mike Coleman, esperto di produttività, ha analizzato come l’urgenza creata dalle scadenze riduca la procrastinazione. Di fronte a una scadenza imminente, siamo costretti a concentrarci sui compiti essenziali, eliminando le distrazioni. Le scadenze creano una struttura mentale che favorisce decisioni rapide e incisive, spingendoci a concentrarci sulle priorità, senza rimandare.

Biologia del cervello sotto pressione

Ma cosa succede nel nostro cervello quando siamo sotto pressione? Un aspetto interessante è l’attivazione del sistema dopaminergico. Secondo gli studi di Marcelo Bigliassi, neuroscienziato specializzato nell’impatto dello stress sul cervello, la pressione attiva il sistema dopaminergico, che è responsabile dell’aumento di energia mentale e motivazione. Questo processo migliora temporaneamente le nostre capacità cognitive, rendendoci più vigili e pronti a risolvere i problemi. Inoltre, la pressione può innescare un focus selettivo, che ci permette di concentrarci esclusivamente sui compiti prioritari. I ricercatori del MIT hanno osservato come la pressione stimoli la corteccia prefrontale, ottimizzando le risorse cognitive e migliorando l’efficienza.

Quando la pressione è gestita correttamente, essa può portare numerosi benefici. In primo luogo, creatività incrementata: la nostra mente diventa più flessibile nel trovare soluzioni rapide a problemi complessi. In secondo luogo, la capacità decisionale migliora, poiché siamo chiamati a prendere decisioni più velocemente. Inoltre, affrontare situazioni difficili e stressanti ci aiuta a costruire resilienza emotiva, rafforzando la fiducia in noi stessi e la capacità di affrontare sfide future.

Produttivi1
Una delle teorie più interessanti è quella del reframing, che suggerisce di reinterpretare le situazioni stressanti come sfide piuttosto che come minacce.

In sintesi, la produttività sotto pressione non è solo una questione di motivazione o disciplina. È un fenomeno complesso che coinvolge processi emotivi, cognitivi e biologici. La chiave per sfruttare al meglio la pressione è gestirla in modo da stimolare la nostra mente senza sopraffarla. Se riusciremo a trovare il giusto equilibrio, la pressione può diventare un potente alleato nel nostro percorso verso il successo.

Lascia un commento