Piemonte, la segnalazione di una nostra lettrice: lo spaventoso colloquio di lavoro vissuto, la denuncia
La ricerca di un lavoro è sempre un momento molto stressante e, in tanti casi, frustrante. La persona alla ricerca di una occupazione deve mettersi alla prova, mostrando le proprie capacità, le skills, ovvero le competenze acquisite nel corso della sua esperienza nel mondo del lavoro. O anche semplicemente dimostrare quel tocco creativo e unico che ogni ambiente di lavoro ricerca. Un momento della propria vita in cui si è sottoposti ad una grande pressione, anche e soprattutto dal punto di vista economico.
La maggior parte delle persone che cerca un lavoro non lo fa, com’è ovvio, semplicemente per trovare un occupazione, uno svago con cui occupare le proprie giornate. Naturalmente, il lavoro è finalizzato a guadagnare, e quindi a portare a casa uno stipendio a fine mese, indispensabile per sostenere le varie situazioni di cui ciascuno è responsabile. Una famiglia, un progetto, semplicemente le spese per arrivare a fine mese. Ma il lavoro non può essere solamente questo, l’elemento fondamentale è quello della gratificazione personale. Ed elemento che non può mancare sul luogo di lavoro, nemmeno in una prima fase di conoscenza, è il rispetto. Riportiamo la segnalazione di una nostra lettrice, che preferisce restare anonima: ci scrive dal Piemonte.
Piemonte, il colloquio di lavoro denunciato da una nostra lettrice: “Cosa mi ha chiesto il titolare”
Useremo un nome di fantasia: Noemi. La nostra lettrice Noemi ci racconta di un colloquio di lavoro da lei recentemente sostenuto, finito nel peggiore dei modi. “Sono andata via sbattendo la porta, senza rispondere alle domande, ad una in particolare, che mi sono state rivolte dal titolare”.
Prima di proseguire, spieghiamo il contesto: Noemi aveva risposto ad un annuncio di lavoro per commessa. Il negozio in questione richiedeva la presenza fissa in negozio per un compenso di 1200 euro al mese.
Annuncio di lavoro al quale la nostra lettrice aveva risposto, dopodiché era stata chiamata per sostenere un colloquio conoscitivo. Colloquio che sembra procedere bene, fin quando, ci racconta Noemi, non le viene posta la seguente domanda: “Hai intenzione di sposarti o di avere figli?”. La giovane, 27 anni, fa notare al titolare in questione che domande sulla vita personale non sono lecite in questa fase, né in una successiva del rapporto di lavoro. Il titolare allora dice: “È vero, ma ho bisogno di saperlo, perché non posso permettermi di assumere una persona che tra tot mesi andrà via per qualsiasi esigenza”.
“Sono rimasta veramente scioccata: questa è la situazione nel nostro paese, nel 2024. Cercherò lavoro altrove, sicuramente questa persona non mi vedrà mai più”.