Se ti capita, anche in maniera meccanica, di fare questo gesto durante una conversazione, potresti non avere approvazione e fiducia da parte degli altri. Ecco di quale si tratta.
Capita a tutti, prima o poi, di percepire un certo distacco negli occhi di chi ci ascolta. Un piccolo dettaglio che stona, un’espressione trattenuta, un atteggiamento freddo che sembra dirci: “Non mi fido completamente di te”. Ma cosa succede davvero in quei momenti? Potremmo pensare che il motivo risieda nelle parole che abbiamo detto o in un’opinione poco condivisa. Eppure, spesso la radice della diffidenza altrui non è nel contenuto del nostro discorso, ma in qualcosa di molto più sottile: il linguaggio del corpo. Uno dei gesti più sottovalutati, ma anche tra i più determinanti in questo senso, è portare frequentemente le mani alla bocca mentre si parla.
Un movimento che può sembrare innocuo, quasi automatico, ma che il cervello di chi ci osserva interpreta, inconsciamente, come un segnale di poca sincerità o insicurezza. Questo gesto, che include coprirsi la bocca con le dita, toccarsi le labbra o sfiorare il viso proprio mentre si pronunciano delle frasi, può infatti essere letto come un meccanismo di autocensura o una forma inconscia di protezione. È come se una parte di noi stesse tentando di trattenere le parole, di nascondere qualcosa, anche se non è davvero così. La psicologia ha una spiegazione ben precisa, in questo modo non sarà poi così difficile capire come comportarsi.
Mettere le mani davanti alla bocca quando si parla: il gesto che allontana gli altri
In psicologia, questi segnali si chiamano segnali non verbali dissonanti e possono minare la fiducia, anche quando il messaggio verbale è corretto e coerente. Vediamo perché succede, cosa comunica davvero questo gesto e, soprattutto, come liberarsene e costruire relazioni più autentiche e solide. Le persone sono più brave di quanto pensiamo a leggere i segnali del corpo. Non lo fanno in modo consapevole, certo, ma il cervello umano è stato “programmato” per cogliere anche le più piccole incongruenze tra ciò che viene detto e ciò che viene mostrato. Quando qualcuno si copre la bocca mentre parla, il nostro inconscio lo associa subito a qualcosa che non torna. Un bambino che racconta una bugia spesso si copre la bocca istintivamente, e questo comportamento rimane nel nostro immaginario collettivo come segnale di qualcosa che non va. Anche se da adulti abbiamo imparato a razionalizzare, il nostro cervello “primitivo” registra quel gesto come un campanello d’allarme. Una cosa è però certa, questo gesto non necessariamente comporta un atteggiamento poco sincero. Spesso e volentieri le persone abituate a metterlo in pratica, vivono momenti di forte stress e nervosismo. La buona notizia è che ogni comportamento può essere modificato, soprattutto se se ne diventa consapevoli.
Ecco alcune strategie pratiche per sostituirlo con comportamenti che ispirano più fiducia. Le mani cercano sempre qualcosa da fare, soprattutto nei momenti di tensione. Dai loro un compito più utile: tieni un oggetto neutro tra le dita (una penna, un foglio), oppure poggiale con intenzione sul tavolo, unite o aperte. Questo ti aiuterà a controllare i movimenti inconsci senza bloccare l’espressività. Fai attenzione a far coincidere le tue parole con il tuo corpo. Se stai affermando qualcosa con convinzione, anche il tuo volto e il tuo tono devono trasmettere la stessa sicurezza. Allenati con brevi discorsi quotidiani, ad esempio durante una conversazione amichevole, cercando di restare aperto, dritto e stabile. A volte, il gesto di coprirsi la bocca è solo la punta dell’iceberg. Dietro c’è un senso di inadeguatezza o di timore del giudizio. Lavora su questo aspetto con piccoli passi quotidiani.
Linguaggio del corpo e comunicazione non verbale: lo studio di Emmanuel Fontic
Emmanuel Fontic è un esperto di sinergologia, una disciplina che si occupa di studiare i segnali del corpo che rivelano emozioni e pensieri inconsci. In pratica, la sinergologia osserva gesti, posture e piccole espressioni del viso per capire meglio come una persona si sente, anche quando non lo dice a parole. Per Fontic è fondamentale guardare il corpo nella sua totalità, non solo il viso. Anche le braccia, le mani, le gambe e i piedi possono dare informazioni importanti. Gesti come grattarsi la testa o toccarsi il viso possono essere segnali inconsci legati allo stato emotivo della persona. Anche i movimenti degli occhi e le espressioni che durano pochi istanti possono dire molto su quello che proviamo in un certo momento. È un termine usato da Fontic per indicare quei segnali inconsci che sfuggono all’attenzione comune ma che, se colti, possono rivelare molto. Il lavoro di Fontic rappresenta un approccio moderno e scientifico allo studio del linguaggio non verbale. Unisce psicologia, neuroscienze e tecnologia per aiutare a capire meglio cosa comunica davvero una persona, anche senza parlare.