Un noto avvocato italiano ha rivelato che, nel prezzo degli smartphone, è compresa anche una tassa di cui molti non sono a conoscenza. Ecco di quale tassa si tratta e per quale motivo viene inclusa nel prezzo dei cellulari.
Ormai, quasi tutti posseggono uno smartphone: il telefono ‘intelligente‘, infatti, ha sostituito definitivamente i vecchi telefoni cellulari, e non solo quelli. Essendo ricco di funzionalità, infatti, lo smartphone sostituisce, almeno in parte, spesso anche i computer portatili: del resto, questo può navigare su internet, essere utilizzato per inviare le e-mail ed è molto più ‘portatile‘ dei computer portatili. Negli ultimi dieci anni, poi, questi telefoni cellulari sono diventati accessibili a tutti: esistono, infatti, diverse fasce di prezzo, e, in questo momento, è possibile acquistare uno smartphone tutto sommato buono, anche al prezzo di 200 euro, se non persino di meno.
Gli smartphone fanno parte della quotidianità di tutti: si usano per telefonare, ovviamente, ma anche per scambiare messaggi via chat, per registrare video, per scattare foto e per ascoltare la musica. Insomma: sono degli strumenti importantissimi, che possono essere molto utili anche al lavoro. Come dicevamo, comunque, i prezzi di questi strumenti possono variare molto, e andare, più o meno, dai 150 euro ai 1.500 euro.
Nel prezzo dello smartphone è compresa una tassa, di cui molti non sono a conoscenza. Noto avvocato rivela di quale tassa si tratta e a quanto ammonta
Nonostante i prezzi cambino, c’è una tassa che resta, più o meno, sempre la stessa. Una tassa di cui poche persone sono a conoscenza, ma che è compresa nel prezzo di tutti gli smartphone. A rivelare l’esistenza di questa tassa, in un video recentemente pubblicato sui social, è stato Angelo Greco. Il noto avvocato ha, infatti, rivelato che c’è una tassa, del valore di circa 5 euro, che si paga per l’acquisto di questi cellulari, e che viene versata alla SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori.
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Questa viene pagata, in quanto si presume che la memoria interna verrà utilizzata per scaricare e archiviare opere protette dal diritto d’autore. Si tratta, spiega l’avvocato, del cosiddetto ‘equo compenso’, il quale viene pagato su qualsiasi memoria. Esso viene applicato, in effetti, anche sull’acquisto dei tablet, delle chiavette USB, degli hard disk ecc. In pratica, la SIAE prende questo ‘balzello‘, a titolo di indennizzo per il fatto che si potrebbero detenere delle opere protette dal copyright. Questo, anche se ciò non avviene affatto. Per quanto adesso sia difficile detenere opere protette dal copyright in archivi, perché esistono i servizi streaming legali, con i quali si può ascoltare la musica e vedere film, infatti, questa tassa viene applicata allo stesso modo.