Su RaiPlay un docu-film per gli amanti del true crime: l’omicidio che sconvolse l’Italia nel 2015

Disponibile su RaiPlay la serie true crime di ai 2, Delitti in famiglia: il caso Vannini

La cronaca nera entra di prepotenza, sempre di più, nei palinsesti tv. Oltre che nei talkshow dei principali canali del piccolo schermo, anche su RaiPlay c’è la possibilità di approfondire i casi che più hanno sconvolto il paese. Se siete amanti del true crime, sulla piattaforma streaming Rai è disponibile la seconda stagione di Delitti in famiglia, serie di docu-film presentata dal giornalista Stefano Nazzi in prima serata su Rai 2. In questo nuovo ciclo di casi di cronaca nera, si analizzano, come si intuisce dal titolo del format, alcuni dei delitti che più hanno turbato l’opinione pubblica italiana. Per un aspetto, su tutti: si sono consumati tra le mura domestiche di una famiglia, all’apparenza tranquilla e, come si dice, ordinaria.

Casi drammatici, che hanno squarciato per sempre la serenità di interi nuclei familiari, sconvolti dalla perdita, improvvisa e in tanti casi ancora misteriosa, dei propri cari.
Il caso che vi segnaliamo da recuperare su RaiPlay è quello del delitto Vannini.

raiplay vannini

Su RaiPlay il caso Vannini: Marco morto a 19 anni per un colpo di pistola

Domenica 17 maggio 2015, si consumò nella cittadina di Ladispoli, vicino Roma, una vicenda tragica. Alle 23:41, la centrale operativa dell’ARES 118 riceve una chiamata. Con tono apparentemente rassicurante, chi ha chiamato riferisce che un giovane, a causa di uno scherzo, si è sentito male e non respira più. Durante la telefonata, in sottofondo, si sente una donna menzionare che il ragazzo era nella vasca da bagno, ma subito dopo, spinta da una voce maschile, sembra revocare l’urgenza, e la chiamata si interrompe.

Dopo poco, alle 00:06, una nuova chiamata al 118 ritorna a parlare di un ragazzo che, caduto nella vasca e feritosi leggermente con un pettine a punta, ha bisogno di soccorsi. Mentre l’operatrice ascolta, in sottofondo si odono urla maschili urlare: “Basta, ti prego, basta“. Era Marco Vannini, 19 anni.

Pochi minuti dopo, alle 00:22, un’ambulanza arriva nella villetta in cui Marco era ormai agonizzante. Antonio Ciontoli, in presenza del figlio Federico, spiega ai paramedici che il giovane ha avuto un malore, probabilmente un attacco di panico. Sottolinea che la ferita è dovuta a un pettine mentre il ragazzo era nella vasca. Marcoviene immediatamente trasferito all’ospedale di Ladispoli, ma la gravità delle sue condizioni porta alla chiamata dell’elisoccorso per un trasferimento urgente al Policlinico Gemelli di Roma. Durante il trasporto, l’elicottero è costretto ad atterrare due volte a causa del progressivo peggioramento delle condizioni del paziente.

Purtroppo, alle 03:00 del 18 maggio, il ragazzo muore. L’autopsia rivela una verità tremenda: a causare il decesso è un proiettile che ha perforato il polmone e raggiunto il cuore. Questa scoperta dà inizio a uno dei casi giudiziari più complessi e discussi in Italia.

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