Il riso utilizzato per il sushi non è quello che molti immaginano, in quanto, in diversi casi, è ‘modificato‘: un noto esperto e dietista rivela alcune cose importanti da sapere, su questa nota pietanza giapponese.
Il sushi è tra le pietanze internazionali più note in Italia. I ristoranti giapponesi e i sushi bar sono, infatti, numerosissimi nel nostro Paese, e sono molto frequentati. Con questo nome, si fa riferimento a numerose tipologie di pietanze, realizzate con il riso e con il pesce. Queste piccole, ma gustose, creazioni culinarie possono avere dei ripieni, e anche altri ingredienti oltre a quelli appena nominati, oppure essere composti semplicemente dal riso e dal pesce. Quest’ultimo è, solitamente, crudo, ma vi possono essere anche delle tipologie di sushi, per le quali si utilizza il pesce cotto.
Spesso, il sushi è servito con la salsa di soia, nella quale può essere immerso. Talvolta, poi, può essere preparato anche con altre salse, come la salsa teriyaki. Negli ultimi anni, il sushi è diventato un vero e proprio fenomeno, nel nostro Paese, tanto che, ogni anno, vengono aperti sempre più ristoranti che servono questa pietanza, e in maniera anche originale, come nel caso dei ristoranti ‘fusion’.
Sushi: le tre cose da sapere sul riso, sulla salsa di soia e sul pesce con il quale è realizzato
Sempre più persone, dunque, consumano il sushi, ma non tutti sono a conoscenza di alcuni dettagli importanti, che lo riguardano. Un noto dietista ed esperto di alimentazione, il dottor Alessio Di Gennaro, ha, pertanto, rivelato tre dettagli importanti sul sushi, che molti dovrebbero conoscere. Prima di tutto, il riso: il riso utilizzato per realizzare questa pietanza, spesso, non è il riso che si mangia a casa, ma è un riso lavorato e trattato con dello zucchero. Lo zucchero rende il riso più appetibile e più compatto e lavorabile ma, allo stesso modo, lo rende più calorico: fate, dunque, attenzione a non abusarne, perché non è il classico riso a cui tutti pensano e che tutti conoscono.
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Il secondo dettaglio riguarda la salsa di soia. Anche in questo caso, non bisogna abusarne, in quanto, in un cucchiaio di salsa di soia, vi sono almeno 3 grammi di sale. Il fabbisogno di sale consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è di 5 grammi: un solo cucchiaio di salsa di soia, dunque, equivale a più di metà del fabbisogno giornaliero di sale. Conviene, a questo punto, utilizzare quella a ridotto contenuto di sale, che ne contiene metà, e, comunque, non abusare di questa sostanza. Inoltre, non molti sanno che la salsa di soia può contenere anche una percentuale di alcool, sebbene in minime quantità. La terza cosa da sapere riguarda il pesce.
Il salmone e il tonno usati per il sushi, cioè, possono contenere mercurio, dato che questi pesci sono grandi predatori e, quindi, possono contenere naturalmente il metilmercurio, che è un metallo tossico. L’esperto suggerisce, pertanto, di consumare massimo 300 grammi di tonno o salmone in una settimana. Non esagerate, dunque, col sushi!