La storia incredibile da Pompei: una famiglia ha vissuto per 60 anni con un quadro di Pablo Picasso in cucina
Una storia che ha dell’incredibile, e che dimostra come l’arte, in tutte le sue forme, venga prima o poi apprezzata, e riscoperta. Lo sa bene Andrea Lo Rosso, figlio dell’uomo che 60 anni fa portò a casa un quadro dal valore inestimabile, sia in termini economici che, innanzitutto, artistici. La tela che trovò, per puro caso, tra i rifiuti a Capri era un’opera originale di Pablo Picasso. Una delle tante tele del maestro del cubismo sparse in giro per il mondo, e di cui non si aveva più traccia. Buste de Femme, questo il titolo del quadro (tradotto: Ritratto di Dora Maar) era rimasta in una casa di Pompei per sei decenni. Preziosissima, anche perché portatrice di una particolarità: su di essa c’era anche la firma autografa dell’artista.
La storia è stata raccontata questa mattina in diretta a Mattino Cinque, che ha intervistato il diretto interessato. Andrea, ancora incredulo, ha raccontato come la storia di questa preziosa tela si sia intrecciata a quella della sua famiglia. Che per anni, inconsapevole, ha vissuto accanto a un’opera unica che i musei di tutto il mondo cercavano.
Un Picasso in casa: “Trovato da papà tra i rifiuti. A mia mamma non piacque: lo vide e lo lavò col sapone”
“La tela era a casa nostra da 60 anni. L’ha trovata mio padre in una discarica a Capri mentre consegnava dei calcinacci”, racconta a Mattino Cinque Andrea Lo Rosso, figlio del rigattiere che la trovò, 60 anni fa. Quando suo padre la trovò, la tela “era coperta completamente di calcinacci. Portata a casa da papà, che, senza nemmeno vederla, l’ha lasciata là. Poi mia mamma, dopo un paio di giorni l’ha aperta, l’ha vista e non le è piaciuta, abituata com’era a vedere panorami, ritratti di Faraglioni e montagne. In primis, quindi, la lavò: la distese a terra e la lavò con del sapone. Sembra impossibile ma è vero. Non possiamo dire nulla a mia mamma né rimproverarla”.
In seguito, il quadro è stato affisso sulla parete della cucina, e per un altro decennio lì è rimasta. “E chi, dopo tanto tempo, si è fatto venire il dubbio?”, chiede il conduttore di Mattino Cinque, Francesco Vecchi, all’intervistato. “Un giorno mia zia mi regalò un’enciclopedia, e io a scuola dissi al maestro: “Ma a casa mia ho un quadro similare”. Il maestro mi disse: “No, è impossibile”, e chiamò mio padre, che venne a scuola e parlarono. Arrivato a casa mi chiese che gli avessi raccontato, e io risposti: “Solo quello che abbiamo qui in casa sul muro“.
“Ma è passato tanto tempo da quando andava a scuola, cos’è successo oggi per cui ha detto portiamolo a valutare? E’ stato lei, suo figlio, chi?”, insiste Vecchi.
“Sono sempre stato io: mio padre è commerciante, si tirava a campare fino alla fine del mese. Non c’era disponibilità economica, ovunque si andava per fare un’analisi, chiedevano soldi. E mio padre non poteva“.