Si avvicina un cambio di rotta nelle condizioni meteorologiche autunnali dell’Italia, infatti, dopo un ottobre caldo, la Pianura Padana potrebbe presto vedere l’arrivo della neve. Con l’effetto ‘La Niña’ pronto a scatenarsi e la Corrente del Golfo sempre più debole, la possibilità di un clima rigido appare più concreta.
L’autunno italiano, segnato da temperature insolitamente alte, si prepara a un brusco calo termico, con novembre che potrebbe portare una svolta netta verso il freddo. Dopo un ottobre sopra la media, gli esperti segnalano il ritorno di La Niña, un fenomeno che storicamente provoca un abbassamento delle temperature in molte regioni del pianeta. La conclusione del mese di ottobre, con temperature superiori sia ai valori degli anni ‘60-’90 sia a quelli fino al 2010, ha registrato anomalie termiche significative che però sembrano destinate a interrompersi con l’arrivo del prossimo mese. Inoltre, secondo le previsioni climatiche, entro i primi di dicembre le temperature potrebbero addirittura scendere sotto la media stagionale.
Un aspetto chiave del possibile freddo intenso è il progressivo indebolimento della Corrente del Golfo. Lo scorso inverno, questo fenomeno ha causato temperature estremamente rigide in Scandinavia, con freddo record mai visto prima. In assenza di questa corrente, infatti, l’Europa potrebbe subire un raffreddamento drastico in inverno: essa agisce come un cuscinetto termico, trasportando acque calde dal Golfo del Messico verso il nord Europa. Senza questo flusso marino, l’Europa sarebbe più simile a regioni artiche come il Labrador o la Siberia, dove i termometri scendono spesso a -60°C.
Neve e gelo in arrivo anche in pianura: l’influenza delle alte pressioni settentrionali
Le ultime proiezioni meteo, elaborate dal Centro Europeo per le Previsioni a Medio Termine, ipotizzano una maggiore possibilità di freddo diffuso per l’Europa, influenzato dall’alta pressione presente sulla Penisola Iberica e sulle Isole Britanniche. Questa configurazione favorirebbe un percorso ideale per le masse di aria gelida che, scendendo da nord, coinvolgerebbero dapprima la Scandinavia, poi l’Europa centrale e infine l’Italia. Se tali previsioni dovessero trovare conferma, i primi giorni di dicembre potrebbero rivelarsi sorprendentemente freddi rispetto agli ultimi inverni, con possibilità di neve a bassa quota, persino nelle zone pianeggianti della Pianura Padana, dove tali eventi sono diventati sempre più rari.
In questo scenario, sorge la questione delle precipitazioni: i modelli attuali indicano che le prossime settimane potrebbero vedere una scarsità di fenomeni piovosi e nevosi, in particolare sulle Alpi e nel nord Italia. Le correnti settentrionali, infatti, tendono a essere bloccate dalla barriera naturale delle montagne, limitando l’arrivo di perturbazioni nevose autunnali. Questo quadro potrebbe complicare la stagione sciistica, soprattutto se la neve si rivelerà scarsa nelle aree montane, rendendo più difficile l’apertura delle piste. Al contrario, le regioni centrali e meridionali tirreniche, così come le isole maggiori, potrebbero invece trovarsi in una posizione privilegiata per l’instabilità atmosferica. Qui, infatti, l’incontro tra correnti fredde settentrionali e aria più calda proveniente dal Mediterraneo potrebbe dare origine a frequenti precipitazioni, con accumuli di neve previsti anche sugli Appennini.
In conclusione, anche se l’attendibilità delle proiezioni a lungo termine presenta margini di incertezza, i segnali sono chiari: il freddo e la neve potrebbero davvero fare capolino nella Pianura Padana già a dicembre. Se il fenomeno si confermasse, le scene invernali con neve a bassa quota, come non se ne vedevano dal 2011, potrebbero diventare una realtà, regalando immagini innevate persino nelle aree urbane del Nord Italia.