Emily in Paris 4, perché la seconda parte della serie Netflix è un grosso flop: “Ci sono almeno 3 motivi”

La quarta stagione di Emily in Paris con Lily Collins è tornata, ma questa volta con una svolta italiana. La seconda parte della serie Netflix si sposta da Parigi a Roma, con l’intenzione di dare nuova vita alla trama e ai personaggi. Purtroppo, nonostante il cambio di scenario, il prodotto potrebbe essere stato un grande flop. Ma perché la tanto attesa svolta non ha funzionato?

Emily in Paris, la storia di una giovane 28enne americana che da Chicago si trasferisce a Parigi per lavoro (a causa della sua agenzia di marketing), tra amori complessi e intricate vicende professionali, ha sempre appassionato il pubblico Netflix, sin dalla prima stagione, quando abbiamo conosciuto per la prima volta Lily Collins (figlia del celebre Phil). Eppure la seconda parte della quarta stagione che si sposta a Roma, potrebbe aver avuto qualche difetto. In particolare ci sarebbero almeno tre motivi per cui potrebbe non aver funzionato.

In primo luogo, cambiare città non è stato sufficiente per dare freschezza a Emily in Paris. La trama sembra ormai bloccata su un nastro ripetitivo che non riesce a offrire nulla di nuovo. Anche con Roma come sfondo, ci troviamo di fronte ai soliti intrighi amorosi e drammi lavorativi che, a questo punto, sembrano solo una lunga ripetizione delle stagioni precedenti. Emily non ha alcuna crescita significativa. Il problema sta soprattutto in questo: la mancanza di evoluzione dei personaggi. Quello che poteva essere un nuovo inizio, con una città così iconica e diversa come la capitale d’Italia, si è trasformato in una minestra riscaldata. La storia è rimasta stagnante, incapace di sorprendere lo spettatore o dare qualcosa di diverso rispetto al solito copione.

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Lily Collins in Emily in Paris 4, parte 2

Emily in Paris 4 parte 2, i motivi per cui questa stagione non ha funzionato: a Roma trionfano i cliché, i personaggi secondari spariscono

Uno dei punti di forza della serie, almeno all’inizio, era l’aspetto visivo. Le ambientazioni parigine facevano sognare, immergendo lo spettatore nei vicoli della città francese, nelle sue atmosfere romantiche e nello stile glamour dei protagonisti. Ma con Roma, la serie sembra aver perso questa magia. La capitale italiana, con tutta la sua storia, cultura e bellezza, viene ridotta a poco più di uno sfondo per qualche scatto Instagram, tra i monumenti più iconici. Il cibo mangiato, il giro in Vespa e perfino il nome del protagonista maschile (Marcello) sembrano tutto un gigantesco cliché. Non c’è profondità, non c’è coinvolgimento emotivo. Gli spettatori vedono gli edifici, i vicoli e le piazze, ma non sentono la città.

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Un altro grosso problema della seconda parte di Emily in Paris 4 è il trattamento riservato ai personaggi secondari. Questi personaggi, che nelle prime stagioni avevano contribuito a rendere la serie divertente e variegata, ora sembrano quasi delle comparse. Camille, Gabriel, Mindy e tutti gli altri che avevano avuto ruoli importanti nelle dinamiche della storia, sono ridotti a semplici presenze di contorno. Mentre Emily rimane al centro dell’attenzione, il resto dei protagonisti sembrano perdere importanza (forse l’unica eccezione è Sylvie), e con loro anche la varietà narrativa che rendeva lo show interessante. Il risultato è una narrazione monocorde.

In sintesi, la seconda parte della quarta stagione di Emily in Paris è stata un grosso flop per almeno tre motivi: una trama stanca e prevedibile, l’uso superficiale di Roma come mero sfondo e la totale mancanza di cura per i personaggi secondari. La serie Netflix, che all’inizio era un mix intrigante di moda, amore e avventura, sembra aver perso del tutto la sua capacità di sorprendere e intrattenere. Riuscirà a stupirci con il quinto capitolo appena confermato dal colosso dello streaming? Non resta che attendere.

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