Ti sei mai sentito in colpa dopo un acquisto? Cosa succede davvero nella tua mente

Ti è mai capitato di avvertire un senso di colpa subito dopo aver fatto un acquisto? La spiegazione psicologica che ti permetterà di scoprire cosa accade realmente nella tua mente in quel momento.

Comprare qualcosa di nuovo può regalarci un brivido di piacere, una sensazione quasi euforica. Che si tratti di un paio di scarpe, di un nuovo smartphone o di una cena costosa, lo shopping può dare un’immediata sensazione di benessere. Molte persone adorano dedicare qualche ora del proprio sabato, all’acquisto di nuovi abiti e prodotti desiderati da tempo. Questo consente alla mente di poter staccare dallo stress e di rilassarsi attraverso un fantastico hobby. In quei momenti ci sentiamo appagati, quasi come se quell’oggetto colmasse un piccolo vuoto emotivo.

Eppure, proprio quando la busta è già in mano o il pacco è appena arrivato, quel piacere può trasformarsi in disagio. Un senso di colpa sottile, a volte inspiegabile, comincia a farsi spazio. Ti chiedi se ne avevi davvero bisogno, se hai speso troppo, se quel gesto è stato un capriccio o una forma di auto-sabotaggio. Il piacere dell’acquisto si scontra improvvisamente con la razionalità, e ciò che era entusiasmo diventa dubbio. Sono molteplici quindi gli stati d’animo che si alternano. Averne piena consapevolezza è ad ogni modo importante per poter fare sempre, acquisti intelligenti.

Perché ci sentiamo in colpa dopo aver comprato qualcosa? La spiegazione

Il senso di colpa post-acquisto non è soltanto una questione economica o morale. È il risultato di un complesso intreccio tra emozioni, valori personali e meccanismi mentali legati all’autostima, al giudizio e al bisogno di controllo. Quando facciamo shopping, spesso non compriamo solo oggetti, ma tentativi di risolvere un disagio interiore. Il cervello rilascia dopamina, una sostanza chimica che ci fa sentire bene, ma l’effetto è temporaneo. Appena l’eccitazione si placa, entra in gioco il super-io, quella parte della nostra mente che valuta se il nostro comportamento è stato coerente con i nostri principi. È in quel momento che le aspettative personali e sociali iniziano a pesare. Se hai speso più di quanto potevi permetterti o se hai cercato nello shopping una soluzione emotiva, potresti sentirti come se avessi tradito una parte di te. Questo accade soprattutto quando il gesto non nasce da un reale bisogno, ma da un impulso.

Senso di colpa e acquisti
Senso di colpa e acquisti

Un altro fattore determinante è la dissonanza cognitiva: quando due pensieri o convinzioni sono in conflitto tra loro, si crea un disagio interiore. Se da un lato credi di essere una persona responsabile e parsimoniosa, e dall’altro ti ritrovi a fare un acquisto impulsivo e costoso, il cervello cercherà di risolvere questo conflitto. Spesso, la risposta è il senso di colpa. Non dimentichiamo poi l’influenza dell’ambiente digitale. Viviamo immersi in un sistema che ci spinge costantemente a desiderare di più. I social media rafforzano l’illusione che comprare sia la via più breve per essere felici, mostrando vite perfette, vestiti impeccabili e oggetti del desiderio. In questo contesto, comprare diventa un modo per sentirsi all’altezza, ma la felicità che deriva da questo confronto è effimera, mentre il senso di colpa può durare giorni. Ma come rimediare a questo stato d’animo? Il primo passo per alleviare questo senso di colpa è riconoscere il motivo che ha scatenato l’acquisto. Un altro modo efficace per limitare il rimorso è darsi delle regole personali prima di comprare. Infine, è importante non giudicarsi con durezza. Il senso di colpa, se affrontato con compassione, può trasformarsi in una guida preziosa.

Senso di colpa e vergogna nello shopping compulsivo: cosa ha scoperto uno studio canadese

Un’interessante ricerca condotta da Sunghwan Yi, docente di marketing e studi sui consumatori presso l’Università di Guelph, ha approfondito il legame tra emozioni negative e acquisti compulsivi. Dallo studio emerge che il senso di colpa può, in certi casi, aiutare a limitare il comportamento ossessivo legato agli acquisti. Al contrario, la vergogna cronica rappresenta un elemento critico che alimenta questa dipendenza. Yi ha evidenziato che circa il 7% degli acquirenti compulsivi negli Stati Uniti soffre di una vergogna persistente, che gioca un ruolo centrale nel mantenere attivo il circolo vizioso dello shopping incontrollato.

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