Giornata Mondiale della Fibromialgia: cosa dicono gli esperti di questa malattia invisibile

Ogni 12 maggio, in tutto il mondo, si accende una luce sulla fibromialgia, una sindrome tanto diffusa quanto poco compresa.

Definita spesso come una “malattia invisibile”, la fibromialgia colpisce milioni di persone – in prevalenza donne – generando dolore cronico diffuso, affaticamento costante, disturbi del sonno e una qualità della vita gravemente compromessa.

In occasione della Giornata Mondiale della Fibromialgia, medici, ricercatori e associazioni italiane come A.I.S.F. (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica) rinnovano il loro appello: serve più ascolto, più ricerca e più riconoscimento istituzionale.

Una patologia complessa che va oltre il dolore

Secondo gli esperti, la fibromialgia è ancora oggi oggetto di pregiudizi e sottovalutazioni, anche nel mondo medico. È una condizione cronica che non comporta lesioni visibili né marcatori biologici precisi, ed è proprio questa sua natura “invisibile” a renderla così difficile da diagnosticare. Il dolore muscolare diffuso, i disturbi gastrointestinali, i problemi cognitivi (come la cosiddetta “fibro-fog”) e l’ipersensibilità agli stimoli sensoriali formano un quadro clinico eterogeneo, che spesso confonde i medici di base e lascia i pazienti soli.

Negli ultimi anni, tuttavia, la ricerca ha iniziato a fare luce su alcuni meccanismi sottostanti, come l’alterazione del sistema nervoso centrale e la disregolazione della percezione del dolore. “La fibromialgia è reale, ed è una patologia multifattoriale che coinvolge cervello, sistema immunitario e psiche”, spiegano numerosi reumatologi italiani. Un messaggio che va ribadito con forza, perché spesso i pazienti si sentono non creduti, invalidati, e costretti a lunghi pellegrinaggi clinici prima di ricevere una diagnosi.

Il riconoscimento istituzionale resta la vera sfida

Nel 2025, in Italia, la fibromialgia non è ancora inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), né ha una classificazione univoca ai fini dell’invalidità civile. Questo ostacolo burocratico si traduce in un’assenza di percorsi terapeutici strutturati e in un notevole impatto economico sulle famiglie. Eppure, la richiesta di cure specialistiche è in costante crescita. A.I.S.F. e altre realtà del territorio hanno organizzato per questa Giornata una campagna simbolica intitolata “Accendi la luce, non lasciarmi al buio”, con monumenti illuminati di viola in tutta Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Gli specialisti ribadiscono che una gestione efficace della fibromialgia deve essere multidisciplinare: fisioterapia, supporto psicologico, tecniche di rilassamento, alimentazione mirata e farmaci dove necessario. Ma tutto questo richiede una regia clinica e, soprattutto, il riconoscimento istituzionale del problema. Finché la fibromialgia verrà trattata come un disturbo di serie B, milioni di persone continueranno a lottare nel silenzio.

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