Il tuo amico ti ha fatto ghosting e non capisci perché: quello che gli psicologi hanno scoperto ti stupirà

Il Ghosting tra Amici: Quando le Persone Spariscono nel Nulla

Ti è mai capitato di avere un amico che, dall’oggi al domani, smette di rispondere ai tuoi messaggi? Non per qualche giorno, ma proprio… per sempre? Niente litigi, niente discussioni drammatiche, semplicemente il vuoto. Questo fenomeno viene chiamato ghosting tra amici ed è sempre più diffuso nelle relazioni moderne.

Il ghosting, reso popolare dal mondo delle dating app, riguarda ormai anche le amicizie. Studi recenti in Italia riportano che tra i giovani tra i 15 e i 19 anni, almeno uno su dieci riferisce di aver subito ghosting da parte di amici, con il 55% dei casi che coinvolge specificamente rapporti amicali. Questo porta a forme di chiusura relazionale improvvisa, dove il legame amicale risulta più fragile e precario.

Cos’è Davvero il Ghosting tra Amici

Il ghosting amicale si verifica quando una persona considerata amica decide di interrompere bruscamente ogni comunicazione e sparire senza preavviso o spiegazioni. Un giorno state pianificando il prossimo weekend insieme, quello dopo i tuoi messaggi rimangono su “visualizzato” per l’eternità.

Non è limitato ai contesti romantici ma riguarda significativamente anche le amicizie. La persona semplicemente evapora dalla tua vita come se non foste mai stati amici, lasciandoti con mille domande e zero risposte.

Le Ragioni Psicologiche Dietro la Sparizione

Le motivazioni dietro il ghosting sono varie e spesso legate a dinamiche psicologiche complesse. Una delle cause più frequenti è l’evitamento del conflitto. Chi pratica ghosting spesso desidera evitare situazioni emotivamente difficili o imbarazzanti, preferendo la fuga alla gestione del confronto diretto.

Uno studio pubblicato nel 2018 sul Journal of Social and Personal Relationships evidenzia che tra le motivazioni principali c’è la difficoltà di gestire emozioni negative e la paura di offendere l’altro. È come se il loro cervello dicesse: “Meglio sparire che affrontare una situazione scomoda”.

Nell’era dell’iperconnessione, la gestione di molteplici relazioni può generare burnout relazionale, termine ormai riconosciuto in psicologia per indicare l’affaticamento legato alla gestione dei rapporti sociali. La psicologa Susan David ha descritto questo fenomeno come un tentativo di “auto-conservazione emotiva”.

Esiste anche il fattore chiamato evitamento dell’intimità emotiva. Alcune persone, di fronte all’approfondirsi del rapporto, mettono in atto comportamenti di fuga come il ghosting. Paradossalmente, alcune persone fanno ghosting proprio quando l’amicizia sta diventando più profonda.

Perché Fa Così Male: La Scienza del Dolore Emotivo

La sofferenza causata dal ghosting è reale e trova spiegazione nelle neuroscienze sociali. Una ricerca della neuroscienziata Naomi Eisenberger presso UCLA ha dimostrato che il rifiuto sociale attiva nel cervello le stesse aree implicate nella percezione del dolore fisico.

Quando vieni ghostato, il tuo cervello letteralmente “sente dolore” come se ti fossi fatto male fisicamente. La corteccia cingolata anteriore e l’insula – le stesse zone che si attivano quando ti rompi una gamba – si illuminano come un albero di Natale quando realizzi che il tuo amico ti ha cancellato dalla sua vita.

La reazione negativa all’incertezza trova conferma nel modello dell’avversione all’ambiguità, ben documentato nelle neuroscienze. Il cervello tende a reagire più fortemente all’incertezza che alle cattive notizie: nell’antichità, non sapere se c’era un predatore nei dintorni era più pericoloso che saperlo per certo.

Il Bisogno di Closure e l’Attaccamento

Il bisogno di closure è stato ampiamente studiato dallo psicologo Arie Kruglanski, che descrive la tensione generata dal non avere una spiegazione chiara come un fattore di disagio psicologico persistente. Quando qualcuno sparisce senza spiegazioni, questo bisogno rimane insoddisfatto, creando uno stato di tensione psicologica costante.

È come avere una canzone che non riesci a toglierti dalla testa, ma invece di “Baby Shark”, è la domanda “ma perché ha smesso di parlarmi?” ripetuta all’infinito. Questa incertezza crea un loop mentale estenuante che può durare mesi.

Gli Effetti a Lungo Termine del Ghosting

Il ghosting non è solo un momentaccio che passerà. Può produrre conseguenze psicologiche durature. Chi subisce ghosting tende a sviluppare problematiche che vanno dalla bassa autostima alla sfiducia nelle relazioni future.

  • Perdita di fiducia personale: la maggioranza dei soggetti riferisce una diminuzione dell’autostima dopo aver subito ghosting
  • Diffidenza verso nuovi legami: molte vittime sviluppano paura dell’abbandono e difficoltà ad aprirsi con nuove persone
  • Aumento dell’ansia sociale: una percentuale rilevante dichiara maggiori difficoltà nell’intimità emotiva

Le Fasi Psicologiche del Ghosting

Dal punto di vista psicologico, la risposta al ghosting può attraversare fasi analoghe ai processi di lutto e perdita. All’inizio, il nostro cervello si trasforma in uno sceneggiatore di Hollywood, inventando mille scenari plausibili. “Sicuramente ha perso il telefono”, “Starà attraversando un periodo difficile”. È il modo in cui la nostra mente cerca di proteggere l’autostima.

Poi arriva la fase detective: rileggiamo ogni conversazione, analizziamo ogni interazione recente come se fossimo profiler dell’FBI. Il nostro cervello cerca disperatamente indizi per capire cosa è andato storto. L’analisi ossessiva delle conversazioni passate è una risposta frequente e documentata.

Quando la realtà inizia a farsi strada, spesso arriva la rabbia. È una reazione sana – significa che stiamo iniziando a elaborare il rifiuto. La rabbia, in piccole dosi, può essere terapeutica e aiutare a elaborare il dolore, purché sia transitoria.

Come Affrontare il Ghosting: Strategie di Sopravvivenza

Carol Dweck, nei suoi studi sulla mentalità di crescita, ha dimostrato che focalizzarsi sulle caratteristiche del contesto invece che sui presunti difetti personali aiuta a una migliore resilienza dopo il rifiuto sociale. Non prenderla sul personale: suona come il consiglio più banale del mondo, ma c’è una base scientifica solida.

Kristin Neff, nella sua ricerca sulla self-compassion, ha dimostrato che la gentilezza verso sé stessi nei momenti difficili accelera la guarigione emotiva. Invece di flagellarti mentalmente, prova a parlarti come faresti con il tuo migliore amico.

Se il tuo cervello ha bisogno di closure ma non può averla dall’altra persona, creala tu. La psicoterapia suggerisce che pratiche simboliche come scrivere una lettera che non invierai mai o fare un piccolo rituale possono favorire il superamento dei traumi relazionali.

Quando Sei Tu Quello che Vuole Sparire

Se ti ritrovi a voler fare ghosting a qualcuno, fermati un attimo. Psicologi e terapeuti raccomandano un minimo di comunicazione assertiva: ciò permette di ridurre il rischio di ferite emotive profonde nell’altro.

Un messaggio anche semplice come “Ho bisogno di un po’ di spazio” può fare la differenza tra causare una ferita emotiva seria e semplicemente chiudere un capitolo in modo civile. Non servono giustificazioni elaborate o drammatiche. Spesso, l’onestà semplice è la gentilezza più grande che puoi offrire.

Il Futuro delle Amicizie nell’Era Digitale

Il sociologo Zygmunt Bauman ha descritto la tendenza contemporanea verso relazioni “liquide”, facilmente dissolvibili, favorita dalla facilità offerta dagli strumenti digitali. Il ghosting è diventato così comune che sta cambiando il modo in cui formiamo e manteniamo le amicizie.

Ma c’è anche una nota positiva: sempre più persone stanno diventando consapevoli del fenomeno e dei suoi effetti. Questa trasformazione rende i rapporti meno permanenti ma offre anche la possibilità di diventare più consapevoli del valore delle relazioni autentiche.

Se sei stato ghostato da un amico, ricorda questo: tu non sei il problema. La letteratura conferma che il comportamento di ghosting riflette difficoltà nella gestione di emozioni e relazioni da parte di chi lo pratica, più che carenze personali di chi lo subisce.

È normale sentirsi feriti, confusi e arrabbiati. È normale voler delle risposte. Ma non è normale colpevolizzare se stessi per il comportamento di qualcun altro. Le amicizie vere richiedono coraggio – il coraggio di essere vulnerabili, di avere conversazioni difficili, di rimanere presenti anche quando le cose si complicano.

Coltivare l’auto-compassione e la resilienza rimane la strategia più efficace per superare la sofferenza e costruire legami più sani in futuro. Continua a essere la persona che merita amicizie autentiche. Quando troverai quelle giuste, capiranno il valore di una comunicazione onesta e di una presenza costante.

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