Perché Tendiamo a Fidarci di Più degli Influencer Rispetto agli Esperti di Psicologia?
Molte persone hanno più fiducia nei consigli di benessere mentale di un tiktoker con milioni di follower piuttosto che in quelli di uno psicologo con diversi anni di esperienza. Diversi studi internazionali stanno documentando una tendenza crescente a preferire la comunicazione di influencer digitali rispetto a quella degli esperti certificati, soprattutto per quanto riguarda temi legati al benessere psicologico.
Siamo nell’era in cui un video di 60 secondi su Instagram sembra più persuasivo di una seduta terapeutica professionale. Questo fenomeno rivela interessanti meccanismi psicologici e sociali del comportamento moderno che vale la pena esplorare.
Il Cervello Umano e la Trappola della Familiarità
Per comprendere questo meccanismo, dobbiamo guardare alla neuropsicologia e al funzionamento delle cosiddette euristiche, ossia scorciatoie mentali evolutive che ci aiutano a prendere decisioni rapide. Una delle più documentate è l’euristica della disponibilità: tendiamo a ritenere più probabile e affidabile ciò che ci viene in mente più facilmente, tipicamente per esposizione frequente.
Gli influencer, attraverso una presenza costante e pervasiva nei feed digitali, vengono percepiti dal cervello come figure familiari. Questo fenomeno è noto in psicologia sociale con il termine relazione parasociale: interazioni unilaterali in cui gli individui sviluppano attaccamento verso personaggi pubblici o mediatici, come se fossero amici o conoscenti.
Uno studio pubblicato su Frontiers in Psychology nel 2017 da Chung e Cho mostra che l’esposizione continua agli influencer può portare a sviluppare attaccamento emotivo simile, a livello di risposta cerebrale, a quello per le persone reali cui siamo legati socialmente. Quando questi “amici virtuali” offrono consigli, vengono quindi processati come fonti attendibili.
Il Paradosso dell’Esperto Distante
Al contrario, gli esperti riconosciuti di psicologia sono spesso vissuti come figure istituzionali e socialmente distanti, approcciate in contesti formali o problematici. La letteratura di psicologia evoluzionistica suggerisce che il nostro cervello, formatosi in piccoli gruppi tribali, tende a fidarsi più delle figure amate e familiari del gruppo che degli “esperti esterni”, anche quando questi ultimi hanno competenze superiori.
È come se il nostro sistema nervoso fosse ancora programmato per fidarsi del capo tribù carismatico piuttosto che dello sciamano esperto ma sconosciuto.
L’Effetto Semplificazione e il Bisogno di Risposte Immediate
C’è un altro fattore cruciale in gioco: la complessità. La psicologia professionale è, per sua natura, complessa. Un bravo psicologo ti dirà che ogni situazione è unica, che servono tempo e analisi approfondite, che non esistono soluzioni universali. Non è esattamente quello che il nostro cervello stressato vuole sentire.
Gli influencer, invece, offrono soluzioni immediate e standardizzate a problemi complessi: “Fai questi 5 esercizi e sarai felice”, “Questa routine mattutina cambierà la tua vita”, “Il segreto per superare l’ansia in 3 step”.
Una ricerca pubblicata su Science Advances nel 2018 da Vosoughi e colleghi mostra che sui social le informazioni rapide e semplificate hanno maggiore probabilità di diventare virali rispetto ai contenuti che richiedono riflessione e analisi approfondita. Ricerche internazionali, come quella di Pennycook e Rand pubblicata su PNAS nel 2020, mostrano che le persone sono più propense ad accettare e condividere contenuti che promettono soluzioni rapide piuttosto che informazioni complesse.
Il Bias di Conferma nell’Era Digitale
Ma c’è dell’altro. Gli algoritmi dei social media sono progettati per aumentare l’engagement, mostrando contenuti che incontrano le preferenze e le convinzioni degli utenti. Se cerchi “come essere più felice”, Instagram non ti mostrerà articoli che spiegano che la felicità è un processo complesso che richiede anni di lavoro su se stessi. Ti mostrerà video di influencer sorridenti che ti promettono la felicità in 30 giorni.
Questo crea quello che gli psicologi chiamano effetto “echo chamber”: un ambiente dove le informazioni semplificate e spesso inesatte vengono costantemente rafforzate, mentre quelle accurate ma complesse vengono filtrate via. Uno studio di Cinelli e colleghi pubblicato su PNAS nel 2021 documenta chiaramente questo fenomeno.
Il Fenomeno della Relatabilità e l’Autenticità Percepita
Uno degli aspetti più interessanti di questo fenomeno è il concetto di relatabilità. Gli influencer sono maestri nel presentarsi come “persone normali” che hanno semplicemente trovato la soluzione ai problemi che affliggono tutti noi. Condividono le loro vulnerabilità, i loro fallimenti, le loro giornate “no”. Questo crea un senso di autenticità che raramente associamo agli esperti professionali.
Ricerche di psicologia sociale, come quella di Montoya e Horton pubblicata su Personality and Social Psychology Review nel 2014, indicano che la percezione di similarità con il comunicatore aumenta la fiducia nei suoi confronti. Gli influencer sono esperti nel creare questa percezione di similarità. Si vestono come noi, parlano come noi, hanno apparentemente gli stessi problemi nostri.
Un psicologo professionista, invece, deve mantenere necessariamente una distanza professionale. Non può condividere i suoi problemi personali o presentarsi come “uno di noi”. Questo atteggiamento professionale, che è fondamentale per l’efficacia terapeutica come stabilito dai codici deontologici internazionali, paradossalmente riduce la fiducia che il pubblico generale ripone in lui.
L’Illusione della Prova Sociale
I numeri giocano un ruolo fondamentale in questo meccanismo. Quando vediamo che un influencer ha milioni di follower e migliaia di commenti positivi, il nostro cervello interpreta automaticamente questi dati come “prova sociale”: se così tante persone lo seguono, deve per forza dire cose giuste.
Il principio di riprova sociale, studiato originariamente da Robert Cialdini, descrive la tendenza a considerare valide le opinioni condivise o seguite da molti. I social media amplificano questo meccanismo all’ennesima potenza.
Le Conseguenze sul Benessere Mentale
Ma quali sono le conseguenze reali di questa tendenza? La ricerca sta iniziando a fornire risposte preoccupanti. Molti studi stanno indagando le conseguenze psicologiche della fruizione di contenuti legati alla salute mentale sui social media.
Esistono diverse ricerche che mostrano un’associazione tra uso intensivo dei social e aumento di ansia, frustrazione o insoddisfazione, soprattutto quando le aspettative trasmesse dagli influencer sono irrealistiche. Twenge e Campbell, in uno studio pubblicato su Clinical Psychological Science nel 2018, hanno documentato questi effetti negativi.
L’idea che consigli non professionali e semplificati possano creare disillusione, insoddisfazione o induzione di senso di fallimento è sostenuta da vari studi sui rischi della disinformazione nell’ambito dell’auto-aiuto. Una revisione pubblicata su JMIR Mental Health nel 2022 da Marchant e colleghi indica che la consultazione di rappresentazioni semplificate o errate di salute mentale sui social può peggiorare i sintomi o ritardare la richiesta di aiuto professionale.
Il Rischio della Normalizzazione della Sofferenza
Un altro aspetto preoccupante è la tendenza degli influencer a normalizzare o minimizzare problemi di salute mentale complessi. Frasi come “è solo questione di atteggiamento mentale” o “devi solo volerlo davvero” possono essere estremamente dannose per persone che soffrono di depressione clinica, disturbi d’ansia o altre condizioni che richiedono intervento professionale.
La letteratura clinica sottolinea che la riduzione di patologie serie a semplici questioni motivazionali comporta significativi rischi di aumento dello stigma e di peggioramento del quadro clinico, come documentato dall’American Psychiatric Association nel 2017.
Come Riconoscere e Resistere a Questo Meccanismo
La consapevolezza è il primo passo per difendersi da questi meccanismi psicologici. Gli studi di alfabetizzazione digitale raccomandano di sviluppare un approccio critico ai contenuti di salute mentale sui social media.
Prima di seguire un consiglio trovato sui social, è importante porsi alcune domande fondamentali:
- Chi è la fonte? Ha qualifiche professionali verificabili nel campo della psicologia o della salute mentale?
- È troppo semplice? Se promette risultati rapidi e universali, probabilmente è troppo bello per essere vero
- Cosa dice la scienza? Esistono ricerche peer-reviewed che supportano queste affermazioni?
Invece di affidarsi esclusivamente ai social media, è fondamentale diversificare le fonti di informazione sulla salute mentale. Le linee guida dell’American Psychological Association e dell’Ordine nazionale degli Psicologi suggeriscono di attingere informazioni da libri e pubblicazioni autorevoli e, in caso di disagio, rivolgersi direttamente a professionisti qualificati.
Il Futuro della Comunicazione Psicologica
La soluzione non è demonizzare i social media o gli influencer, ma piuttosto trovare un equilibrio. Numerosi psicologi stanno iniziando a utilizzare i social network in modo etico per divulgare informazioni corrette e scientificamente validate, cercando un equilibrio tra accessibilità e accuratezza professionale.
Il fenomeno degli “psi-influencer” – psicologi professionisti che utilizzano i social media per diffondere informazioni accurate in modo accessibile – sta crescendo anche in Italia. Tuttavia, rimane fondamentale per il pubblico sviluppare la capacità di distinguere tra contenuti professionali e consigli improvvisati.
L’Importanza dell’Educazione Digitale
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, in linea con le raccomandazioni internazionali, sottolinea la necessità di implementare programmi di educazione digitale per insegnare a valutare criticamente le informazioni di salute mentale reperite online. L’educazione all’uso consapevole delle fonti e al riconoscimento di bias cognitivi è stata riconosciuta come pratica efficace anche a livello internazionale.
Il nostro cervello continuerà a essere attratto dalle soluzioni semplici e dalle persone carismatiche. È parte della nostra natura umana. Ma possiamo educarlo a essere più critico, più consapevole, e più saggio nelle scelte che riguardano il nostro benessere psicologico.
La prossima volta che vi trovate a scrollare Instagram e incontrate un consiglio di salute mentale che vi sembra troppo bello per essere vero, fermatevi un attimo. Ricordatevi che il vostro cervello potrebbe giocarvi dei brutti scherzi. La vostra salute mentale merita qualcosa di più di un video di 60 secondi, per quanto ben fatto possa essere.