Multitasking, solo il 2% delle persone può davvero farlo: ecco perché tu probabilmente non sei tra loro

Il Multitasking e il Cervello Umano: Perché Fare Più Cose Insieme Non Funziona

Il multitasking è diventato il simbolo della produttività moderna. Rispondere alle email mentre si beve il caffè, ascoltare podcast mentre si guida, scorrere Instagram durante una serie TV: sembriamo tutti dei veri supereroi dell’efficienza. Ma cosa succederebbe se scopriste che il vostro cervello vi sta prendendo in giro più di quanto possiate immaginare?

Benvenuti nel mondo dell’illusione del multitasking, dove la vostra mente vi fa credere di essere degli efficiency-ninja quando in realtà state compromettendo le vostre prestazioni cognitive senza rendervene conto!

La Verità Sul Cervello Umano e il Multitasking

Ecco la verità che farà crollare tutte le vostre certezze: il cervello umano non è in grado di eseguire più compiti cognitivi complessi contemporaneamente con prestazioni ottimali. Non è questione di allenamento o talento particolare. È una limitazione biologica, punto e basta.

Quello che chiamiamo “multitasking” è in realtà un rapidissimo task-switching, ovvero un continuo saltare da un’attività all’altra che compromette sia la qualità che l’efficacia del nostro lavoro. È come se il vostro cervello fosse un prestigiatore che fa sparire e riapparire le palline così velocemente che pensate stiano tutte volando in aria contemporaneamente.

La corteccia prefrontale, quella zona del cervello che gestisce le funzioni esecutive, può dedicarsi efficacemente solo a un compito complesso alla volta. Quando pensate di star facendo due cose insieme, in realtà state solo passando freneticamente dall’una all’altra, perdendo pezzetti di concentrazione ad ogni salto.

Gli studi di imaging cerebrale della neuroscienziata Nilli Lavie dell’UCL hanno evidenziato che un eccesso di informazioni simultanee causa “cecità disattenta” e “sordità disattenta”: il cervello non riesce a elaborare tutto e alcuni input vengono completamente ignorati.

Cosa Succede Nel Vostro Cervello Durante il Multitasking

Pensate al vostro cervello come un computer degli anni ’90 che cerca di far girare troppi programmi contemporaneamente. Cosa succede? Si blocca, va a scatti, e alla fine dovete riavviarlo bestemmiando.

Quando provate a fare multitasking, nel vostro cervello si scatena il pandemonio. Il livello di attenzione si disperde completamente, dato che la corteccia prefrontale può concentrarsi efficacemente solo su un compito complesso alla volta. Si genera quello che Sophie Leroy dell’University of Washington chiama “attention residue”: ogni cambio di task lascia un residuo di attenzione che riduce la concentrazione sul nuovo compito.

La produttività crolla drammaticamente. Secondo studi dell’American Psychological Association, il multitasking può rallentare la produttività fino al 40% e portare a errori evitabili. Inoltre, aumentano i livelli di stress: la frammentazione dell’attenzione è correlata con un aumento percepito dello stress, confermato da numerosi studi psicologici.

La gratificazione che proviamo deriva da piccoli “premi” neurologici che il cervello riceve a ogni cambio di task, in modo analogo al meccanismo che sostiene l’uso compulsivo dei social media. Daniel Levitin della McGill University conferma che l’alternanza rapida tra attività genera un’illusoria sensazione di produttività, mentre i risultati effettivi peggiorano drasticamente.

I Dati Scientifici Che Vi Sconvolgeranno

Preparatevi perché questi numeri sono più sorprendenti di qualsiasi rivelazione scientifica recente. Uno studio dell’Università di Stanford ha analizzato persone che si consideravano “heavy multitasker” e ha scoperto che erano meno efficienti nell’organizzazione delle informazioni, nel controllo della memoria e nel filtraggio degli stimoli rispetto ai monotasker. Praticamente l’opposto di quello che pensavano di essere!

La ricerca di Joshua Rubinstein pubblicata nel Journal of Experimental Psychology ha dimostrato che switchare tra task può farvi perdere fino al 25% del tempo necessario per completare entrambe le attività. È come decidere di fare una maratona fermandosi ogni chilometro per riallacciarsi le scarpe.

Ma ecco il dato più clamoroso: solo il 2-2,5% della popolazione può essere definito “supertasker”, secondo il lavoro di Jason Watson dell’University of Utah. Queste persone rare riescono a gestire più compiti complessi contemporaneamente senza cadute significative di prestazione. Le probabilità che siate uno di loro sono davvero minime!

E per quanto riguarda le interruzioni? Gloria Mark dell’University of California ha osservato che dopo ogni interruzione il cervello impiega in media 23 minuti per tornare ai livelli di concentrazione pre-interruzione. Quindi ogni volta che controllate il telefono mentre lavorate, state sabotando la vostra concentrazione per quasi mezz’ora!

Quando il Multitasking Diventa Pericoloso

Il multitasking non è solo inefficiente, può diventare letteralmente pericoloso. Vi ricordate quando guidare e telefonare contemporaneamente sembrava normale? Ora sappiamo che riduce i riflessi più dell’alcol.

David Strayer dell’Università dello Utah ha condotto esperimenti che mostrano come parlare al telefono alla guida (anche con il vivavoce) riduca la capacità di reazione quanto guidare con un tasso alcolemico di 0.08, il limite legale in molti paesi.

Ma non è solo questione di sicurezza stradale. Il multitasking cronico può aumentare significativamente i livelli di stress, compromettere la memoria a lungo termine, ridurre la creatività e la capacità di problem solving, e influire negativamente sulla qualità generale del benessere psicofisico.

L’Illusione della Super Produttività

Ma allora perché continuiamo a convincerci di essere dei fenomeni del multitasking? La risposta è semplice: il nostro cervello ci mente spudoratamente.

Ogni volta che saltiamo da un task all’altro, riceviamo una piccola gratificazione neurologica. È lo stesso meccanismo che ci fa diventare dipendenti dai social media: ogni notifica, ogni nuovo stimolo ci dà una sensazione di gratificazione immediata.

Daniel Levitin spiega che questa sensazione ci fa sentire produttivi anche quando non lo siamo. È come se il cervello ci stesse dando una pacca sulla spalla ogni volta che facciamo qualcosa, anche se quella cosa sta compromettendo la nostra efficienza generale.

Inoltre, viviamo in una cultura che celebra l’essere “sempre occupati”. Dire “Sto facendo mille cose contemporaneamente” è diventato un badge d’onore, un modo per comunicare quanto siamo importanti e richiesti. Ma gli studi dimostrano che il vero salto qualitativo avviene quando si riesce a concentrarsi su un compito alla volta.

I Supertasker: L’Eccezione Che Conferma la Regola

Prima che vi sentiate completamente demoliti, c’è una piccola percentuale di persone (parliamo del 2-2,5% della popolazione) che gli scienziati chiamano “supertasker”. Queste persone rare riescono effettivamente a gestire più compiti contemporaneamente senza perdite significative di performance.

Jason Watson e David Strayer dell’Università dello Utah hanno identificato questi individui speciali, ma attenzione: le probabilità che siate uno di loro sono estremamente basse. E anche se foste dei supertasker, esistono comunque dei limiti. Anche per loro, la gestione simultanea di attività complesse rimane inefficiente rispetto al single-tasking.

Come Testare le Vostre Abilità Multitasking

Volete mettere alla prova le vostre presunte abilità multitasking? Provate a scrivere una email importante mentre seguite una conversazione telefonica impegnativa. Non una di quelle chiamate dove fate “sì, sì, mmm” ogni tanto, ma una conversazione che richiede la vostra partecipazione attiva.

Numerosi test cognitivi dimostrano che scoprirete che l’email viene fuori confusa e piena di errori, vi perdete pezzi importanti della conversazione, entrambi i compiti richiedono più tempo del normale e alla fine vi sentite stranamente stanchi.

Questo perché il vostro cervello sta letteralmente saltando avanti e indietro tra le due attività, perdendo efficienza ad ogni salto. La stanchezza mentale accumulata è dovuta al continuo saltellare tra le due reti neurali coinvolte nei processi di attenzione.

La Strada Verso il Single-Tasking

Scoprire che il multitasking è un mito può essere liberatorio. Potete finalmente concentrarvi su una cosa alla volta senza sentirvi in colpa, sapendo che state facendo la scelta scientificamente corretta.

Il single-tasking, o mono-tasking, non è solo più efficiente: è anche più gratificante. Studi del McKinsey Global Institute confermano che lavorare su una sola attività alla volta può aumentare la produttività fino al 50% ed è associato allo stato di flow descritto dallo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi.

Alcuni trucchi pratici validati dalla psicologia cognitiva per disintossicarvi dal falso multitasking includono la tecnica del Pomodoro, periodi di lavoro concentrato intervallati da pause brevi che favoriscono attenzione sostenuta e riduzione delle distrazioni. Spegnete le notifiche quando dovete concentrarvi davvero, create rituali di transizione tra un’attività e l’altra per aiutare il cervello a “switchare” in modo più efficiente, e praticate la mindfulness per allenare l’attenzione sostenuta.

Il Vero Superpotere del XXI Secolo

La prossima volta che qualcuno vi vanta le proprie abilità multitasking, potrete sorridere sapendo che probabilmente sta descrivendo quanto efficacemente riesce a sabotare la propria produttività. E quando vi troverete a saltare freneticamente tra email, social media e lavoro, ricordatevi che il vostro cervello vi sta letteralmente implorando di rallentare.

Il vero superpotere del XXI secolo non è fare mille cose contemporaneamente, ma riuscire a concentrarsi completamente su una cosa alla volta in un mondo pieno di distrazioni. Nel mondo moderno, la vera efficienza e produttività si ottengono dal monotasking, non dalla simultaneità delle attività.

Quindi la prossima volta che sarete tentati di rispondere a un messaggio mentre siete in una riunione importante, ricordatevi: ogni volta che resistete alla tentazione di frammentare la propria attenzione, guadagnate in benessere, tempo, prestazione ed equilibrio psicofisico. E potreste scoprire che essere presenti al 100% in quello che fate è molto più soddisfacente di essere presenti al 50% in due cose diverse. In un mondo che corre sempre più veloce, forse il gesto più ribelle è proprio quello di rallentare e fare una cosa alla volta, ma farla davvero bene.

Quando fai multitasking, cosa crolla per primo?
Concentrazione
Qualità del lavoro
Memoria
Tempo
Pazienza

Lascia un commento