Alzi la mano chi, dopo una giornata tremenda, si è ritrovato sul divano a guardare per la millesima volta “Il Diavolo Veste Prada”, “Harry Potter” o “Friends”. Se ti senti chiamato in causa, sappi che non sei solo. Anzi, questo comportamento è talmente comune che la psicologia ha iniziato a studiarlo seriamente, e le risposte che ha trovato sono affascinanti quanto confortanti.
Il Fenomeno del “Comfort Viewing”: Più Comune di Quanto Pensi
Prima di tutto, mettiamo le cose in chiaro: riguardare lo stesso contenuto audiovisivo non è affatto strano. Secondo uno studio condotto da Cristel Antonia Russell e Sidney J. Levy e pubblicato sul Journal of Consumer Research, circa il 70% delle persone intervistate ammette di riguardare regolarmente film o serie televisive che hanno già visto. E questo numero sale drasticamente quando parliamo di momenti di stress, ansia o tristezza.
Ma perché il nostro cervello ci spinge verso questa apparente ripetitività? La risposta sta in una combinazione affascinante di neuroscienze, psicologia cognitiva e bisogni emotivi fondamentali.
Il Cervello Ama la Prevedibilità (Soprattutto Quando Tutto Va a Rotoli)
Quando attraversiamo un momento difficile, il nostro cervello è in uno stato di allerta. L’amigdala, la parte del cervello responsabile delle risposte emotive, è iperattiva. Lo stress aumenta i livelli di cortisolo, l’ormone responsabile della risposta di attacco o fuga, e ci sentiamo come se fossimo costantemente sul chi vive.
In questo contesto, la prevedibilità diventa oro colato. La psicologa Pamela Rutledge, direttrice del Media Psychology Research Center, spiega che quando riguardiamo un film che conosciamo già, eliminiamo completamente l’elemento sorpresa. Sappiamo esattamente cosa succederà, quando succederà e come andrà a finire. Questa prevedibilità crea un senso di controllo in un momento in cui ci sentiamo fuori controllo nella vita reale.
Il Potere del “Già Visto” Sul Sistema Nervoso
Non è solo una questione psicologica astratta. Le neuroscienze ci dicono che quando facciamo qualcosa di familiare, il nostro cervello consuma meno energia cognitiva. Guardare un film nuovo richiede attenzione, concentrazione, elaborazione di nuove informazioni e personaggi. Riguardare “Dirty Dancing” per la diciassettesima volta? Il cervello può andare praticamente in pilota automatico.
Questo “risparmio energetico” è particolarmente prezioso quando siamo già esauriti emotivamente. Il nostro sistema nervoso può rilassarsi perché non deve processare stimoli nuovi o potenzialmente minacciosi. È come indossare un vecchio maglione: non c’è niente di eccitante, ma è esattamente quello che ci serve.
La Nostalgia: Il Superpotere Emotivo Che Non Sapevi Di Avere
C’è un’altra componente fondamentale in gioco: la nostalgia. Uno studio condotto da ricercatori come Wildschut, Sedikides, Arndt e Routledge ha dimostrato che l’esposizione a contenuti nostalgici riduce significativamente i sentimenti di solitudine e aumenta la percezione di supporto sociale.
Quando riguardiamo un film che abbiamo visto in un momento più felice della nostra vita, non stiamo solo guardando quel film: stiamo inconsciamente riconnettendoci con la versione di noi stessi che eravamo allora. È come una macchina del tempo emotiva che ci riporta a quando le cose sembravano più semplici o quando eravamo circondati da persone care.
I Personaggi Come Amici Immaginari (Ma in Senso Buono)
La ricerca sulla “social surrogacy hypothesis”, condotta da psicologi dell’Università di Buffalo, ha rivelato qualcosa di incredibile: i personaggi dei nostri film e serie preferiti possono effettivamente funzionare come sostituti temporanei delle relazioni sociali reali.
Quando ci sentiamo soli o isolati, le relazioni parasociali con personaggi familiari attivano risposte emotive simili a quelle delle interazioni reali. Questo fenomeno significa che Ross, Rachel, Chandler e gli altri amici di “Friends” diventano, in un certo senso, i nostri amici. E quando stiamo male, vogliamo stare con gli amici, no?
L’Effetto “Coperta di Linus” Cinematografica
Tutti conosciamo la coperta di Linus dei Peanuts, quel pezzo di stoffa che il personaggio porta sempre con sé per sentirsi sicuro. I film che riguardiamo ripetutamente funzionano esattamente allo stesso modo: sono oggetti transizionali che ci forniscono comfort psicologico, proprio come teorizzato dallo psicoanalista Donald Winnicott.
La psicoterapeuta Nicky Lidbetter di Anxiety UK ha osservato che le persone con ansia generalizzata sono particolarmente propense a questo comportamento. Non perché siano “dipendenti” dalla TV, ma perché hanno bisogno di ancoraggi di sicurezza più del resto della popolazione. Il film diventa un rituale rassicurante, un segnale al cervello che dice: “Va tutto bene, siamo in un posto sicuro”.
Non Tutti i Film Sono Uguali: Cosa Rende Un Film “Comfort-Worthy”?
Interessante notare che non scegliamo film a caso per questo ruolo speciale. Ci sono caratteristiche specifiche che rendono certi film perfetti per il comfort viewing. Prima di tutto, devono avere un finale positivo o almeno concluso: il cervello stressato ha bisogno di sapere che le cose si risolveranno. I thriller psicologici con finali aperti raramente diventano comfort movies.
Poi c’è il tono emotivo bilanciato: troppo pesante e ci deprime ancora di più, troppo superficiale e non ci coinvolge abbastanza. I migliori comfort movies hanno un equilibrio perfetto tra dramma e sollievo. Anche la durata è importante: non a caso molte persone scelgono episodi di serie da 20-40 minuti, un impegno temporale che sembra gestibile anche quando siamo esausti.
Infine, devono contenere elementi di familiarità o nostalgia personale. Spesso sono film che abbiamo visto in famiglia, con amici, o in momenti particolarmente felici della nostra vita, con personaggi che non conosciamo necessariamente perché siamo simili a loro, ma perché li sentiamo familiari dopo averli “frequentati” così tanto.
La Scienza Dice: Non È Una Perdita di Tempo
Se ti sei mai sentito in colpa per aver riguardato lo stesso film invece di fare qualcosa di “produttivo”, la scienza ha buone notizie per te. Ricerche come quella di Greenwood e Long pubblicata sul Journal of Communication hanno dimostrato che il comfort viewing ha effetti reali sulla regolazione emotiva e può contribuire alla riduzione del disagio psicologico.
Gli studi hanno documentato che le persone che si concedevano il comfort viewing mostravano miglioramenti nell’umore auto-riferito e una migliore capacità di affrontare situazioni stressanti. In altre parole, riguardare “Orgoglio e Pregiudizio” per la centesima volta non è procrastinazione: è autocura con basi scientifiche.
Quando il Comfort Viewing Diventa Problematico
Ora, va detto che come tutte le strategie di coping, anche questa ha i suoi limiti. Gli psicologi avvertono che il comfort viewing diventa problematico quando sostituisce completamente altre forme di gestione dello stress, interferisce con responsabilità importanti o relazioni, diventa l’unico modo per affrontare le emozioni difficili, o viene usato per evitare sistematicamente problemi che richiederebbero attenzione.
La psicologa clinica Andrea Letamendi sottolinea che il comfort viewing dovrebbe essere uno strumento nella nostra “cassetta degli attrezzi” emotiva, non l’unico strumento. È perfettamente sano usarlo regolarmente, ma diventa preoccupante se è l’unica strategia che abbiamo.
Il Boom Durante la Pandemia
Non sorprende che durante la pandemia di COVID-19, il fenomeno del comfort viewing sia esploso. Diverse piattaforme streaming hanno documentato un aumento significativo del rewatching di contenuti già noti, confermando la tendenza delle persone a cercare rifugio in ciò che conoscono durante periodi di incertezza collettiva.
Questo boom ha confermato quello che i psicologi già sapevano: quando il mondo esterno diventa imprevedibile e spaventoso, cerchiamo rifugio in quello che conosciamo. Non è debolezza, è saggezza evolutiva. I nostri antenati cercavano rifugio in grotte familiari durante le tempeste; noi cerchiamo rifugio in episodi familiari durante le tempeste emotive.
Abbraccia Il Tuo Film Preferito Senza Sensi Di Colpa
La prossima volta che ti ritrovi a premere play su quel film che hai già visto mille volte, ricorda: il tuo cervello sa quello che sta facendo. Non stai evitando la vita reale o sprecando tempo. Stai attivamente regolando il tuo stato emotivo usando uno strumento che la psicologia riconosce come legittimo ed efficace.
Il comfort viewing è un promemoria dolce che prendersi cura di sé non deve sempre sembrare un lavoro impegnativo. A volte, la cosa più gentile che puoi fare per te stesso è semplicemente sederti, rilassarti e guardare per la diciottesima volta come Hugh Grant si innamora di Julia Roberts in “Notting Hill”.
Il tuo cervello ti ringrazierà. Il tuo sistema nervoso si calmerà. E magari, solo magari, dopo un’ora e mezza di prevedibile comfort cinematografico, ti sentirai abbastanza forte da affrontare di nuovo l’imprevedibilità del mondo reale. Perché, alla fine, tutti abbiamo bisogno di un posto sicuro dove tornare quando il mondo diventa troppo. Per alcuni è un luogo fisico. Per altri, è quella scena specifica in cui finalmente tutto si sistema, anche se è solo sullo schermo.