Stai doomscrollando senza saperlo? Se fai questo col telefono prima di dormire, la psicologia spiega perché danneggia il tuo cervello

Hai Mai Provato il ‘Doomscrolling’? Cos’è e Perché Ci Incolla alle Brutte Notizie

Sono le undici di sera. Domani devi svegliarti presto, lo sai. Eppure eccoti lì, sdraiato a letto con lo smartphone in mano, che scorri ossessivamente notizie su disastri ambientali, crisi economiche, tensioni internazionali e pandemie. Ogni swipe ti porta verso il baratro informativo, ma non riesci a fermarti. Il pollice continua a muoversi come posseduto, trascinandoti sempre più giù in una spirale di negatività digitale. Congratulazioni: stai facendo doomscrolling.

Se ti sei riconosciuto in questa descrizione, sappi che non sei solo. Il doomscrolling è ormai riconosciuto come un fenomeno psicologico diffuso nell’era digitale, un comportamento che la pandemia di COVID-19 ha trasformato in una pratica quotidiana per milioni di persone. Ma cos’è esattamente? E soprattutto, perché il nostro cervello sembra adorare questa forma di autolesionismo digitale?

Quando il Tuo Pollice Diventa il Tuo Peggior Nemico

Il termine “doomscrolling” è un neologismo nato dall’unione di “doom” (destino funesto, rovina) e “scrolling” (scorrere). In pratica, è quella piacevolissima abitudine di passare ore a scorrere feed di notizie negative sui social media o siti di informazione, anche quando questo ci fa sentire ansiosi, stressati o francamente depressi.

Il termine ha iniziato a diffondersi intorno al 2018, ma è letteralmente esploso nel 2020. Secondo i dati raccolti dal Pew Research Center, durante i primi mesi della pandemia, il 71% degli adulti americani ha dichiarato di sentirsi sopraffatto dalla quantità di notizie consumate quotidianamente. E non parliamo di notizie allegre su gattini che suonano il pianoforte, eh.

La Scienza Dietro la Nostra Ossessione per le Cattive Notizie

Ora ti starai chiedendo: “Ma perché diavolo il mio cervello vuole farmi del male in questo modo?” Ottima domanda. La risposta risiede in una combinazione letale di bias cognitivi e meccanismi evolutivi che hanno senso nella savana, ma decisamente meno nel 2024.

Primo colpevole: il bias di negatività. Il nostro cervello è programmato per prestare più attenzione alle informazioni negative che a quelle positive. John Cacioppo, neuroscienziato dell’Università di Chicago, ha dimostrato attraverso misurazioni dell’attività cerebrale che il nostro cervello reagisce più intensamente agli stimoli negativi che a quelli positivi o neutri.

In termini evolutivi, ha perfettamente senso: i nostri antenati che ignoravano i segnali di pericolo finivano rapidamente mangiati da qualche predatore affamato. Quelli che invece erano ossessionati dalle minacce potenziali sopravvivevano e si riproducevano. Il problema? Viviamo in un’epoca in cui non dobbiamo più preoccuparci di leoni affamati, ma il nostro cervello continua a trattare ogni notizia negativa come una minaccia esistenziale immediata.

L’Algoritmo Non È Tuo Amico

Parliamoci chiaro: gli algoritmi dei social media non sono esattamente progettati per il tuo benessere psicologico. Sono progettati per tenerti incollato allo schermo il più a lungo possibile. E qual è il contenuto che genera più engagement? Esatto: quello che suscita emozioni forti, soprattutto negative.

Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour nel 2021 ha dimostrato che i contenuti che evocano indignazione morale si diffondono più velocemente e ampiamente sulle piattaforme social. I ricercatori Brady e colleghi hanno quantificato che ogni parola emotivamente carica in un post aumenta la probabilità di condivisione di circa il 20%. E gli algoritmi, furbi come volpi digitali, imparano rapidamente cosa ti tiene attaccato allo schermo e te ne servono sempre di più.

È un circolo vizioso perfetto: guardi una notizia negativa, l’algoritmo nota il tuo interesse, ti propone contenuti simili, tu li guardi, e via così all’infinito. È come un buffet all-you-can-eat di ansia, e il nostro cervello continua a tornare al bancone per riempirsi il piatto.

Perché Proprio Adesso? Il Doomscrolling Nell’Era Moderna

Certo, le brutte notizie sono sempre esistite. Anche i nostri nonni leggevano il giornale con titoli catastrofici. Ma c’è una differenza fondamentale: loro leggevano il giornale una volta al giorno, poi lo chiudevano e andavano a zappare l’orto. Noi, invece, abbiamo un distributore automatico di catastrofi sempre disponibile in tasca.

Pamela Rutledge, direttrice del Media Psychology Research Center, sottolinea come l’accessibilità 24 ore su 24 alle notizie abbia cambiato completamente il nostro rapporto con l’informazione. Non solo possiamo consumare notizie in qualsiasi momento, ma siamo anche continuamente bombardati da notifiche push che ci urlano “GUARDA QUESTA COSA TERRIBILE CHE È APPENA SUCCESSA!”

Il Bisogno Illusorio di Controllo

C’è un altro meccanismo psicologico in gioco: l’illusione del controllo. Quando il mondo sembra caotico e fuori controllo, il nostro cervello cerca disperatamente di riguadagnare un senso di padronanza della situazione. E come lo fa? Cercando informazioni, ovviamente.

“Se so tutto quello che sta succedendo,” pensa il nostro cervello ingenuo, “sarò preparato. Sarò al sicuro.” Spoiler: non funziona così. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Psychology: General nel 2020, l’esposizione eccessiva a notizie negative non aumenta la nostra capacità di affrontare le minacce reali, ma aumenta significativamente l’aumento dell’ansia e dello stress.

È come studiare ossessivamente tutti i possibili modi in cui un aereo può cadere prima di prendere un volo: non renderà il volo più sicuro, ti farà solo stare peggio durante il viaggio.

Gli Effetti Collaterali del Doomscrolling

Ora, potresti pensare: “Va beh, che male può fare passare un po’ di tempo a leggere notizie?” Oh, tesoro. Lascia che ti illumini. La ricerca scientifica ha rivelato che l’esposizione costante a notizie negative è collegata a disturbi del sonno, sentimenti di impotenza e depressione, riduzione della produttività e affaticamento emotivo.

Uno studio pubblicato su Health Communication nel 2021 ha rilevato che le persone che praticano abitualmente il doomscrolling mostrano livelli significativamente più alti di burnout emotivo e una visione più pessimistica del futuro. Praticamente, è come farsi un’iniezione quotidiana di nichilismo.

Il problema è particolarmente grave quando si pratica il doomscrolling serale. Una revisione del 2020 sugli effetti della luce blu degli schermi e dei contenuti stressanti ha mostrato un impatto negativo sulla qualità del riposo. E dormire male significa avere meno risorse mentali per gestire lo stress durante il giorno.

Come Smettere di Doomscrollare: Trucchetti per Salvare la Tua Sanità Mentale

Ok, finora è stato tutto piuttosto deprimente. Ma passiamo alle buone notizie: puoi liberarti dalla tirannia del doomscrolling. Ecco alcuni trucchetti psicologici scientificamente supportati per riprendere il controllo del tuo pollice.

Imposta Limiti Temporali Concreti

Il tuo cervello è terribile nel regolarsi da solo quando si tratta di gratificazione immediata. Ha bisogno di confini esterni. Usa le funzioni di screen time disponibili praticamente su tutti gli smartphone moderni. Imposta limiti giornalieri per le app di social media e notizie. Quando il tempo finisce, finisce davvero.

Uno studio sperimentale della University of Pennsylvania condotto nel 2018 ha dimostrato che limitare l’uso dei social media a 30 minuti al giorno porta a riduzioni significative di ansia, depressione e solitudine. Non devi diventare un eremita digitale, ma un po’ di disciplina fa miracoli.

Crea Zone e Momenti “News-Free”

Stabilisci regole chiare: niente notizie a letto, niente notizie durante i pasti, niente notizie nella prima ora dopo il risveglio. Il tuo cervello ha bisogno di spazi di respiro dove non essere bombardato da catastrofi imminenti.

Gli esperti di igiene del sonno consigliano di evitare contenuti stimolanti, soprattutto negativi, almeno un’ora prima di dormire per migliorare significativamente la qualità del riposo. È un circolo virtuoso: dormire meglio significa avere più risorse mentali per gestire lo stress durante il giorno.

Pratica il “Consumo Consapevole” di Notizie

Invece di lasciare che l’algoritmo decida cosa devi vedere, scegli attivamente quando e come consumare notizie. Dedica un momento specifico della giornata a informarti da fonti affidabili, poi chiudi tutto e vai avanti con la tua vita.

È quello che gli esperti chiamano “mindful media consumption”. L’idea è semplice: passi da consumatore passivo a fruitore attivo. Tu decidi cosa leggere, quanto tempo dedicarci e quando fermarti.

Sostituisci lo Scrolling con un’Altra Abitudine

Il doomscrolling è spesso un’abitudine automatica che attiviamo quando siamo annoiati, ansiosi o in attesa. La chiave per spezzarla è sostituirla con un’altra abitudine più sana che soddisfi lo stesso bisogno. Gli studi sulla formazione delle abitudini dimostrano che sostituire un comportamento è più efficace che cercare semplicemente di eliminarlo.

Senti l’impulso di controllare le news? Prova invece a fare cinque respiri profondi, mandare un messaggio carino a un amico, fare stretching per 30 secondi, guardare fuori dalla finestra e notare tre cose belle, o ascoltare una canzone che ti piace.

Disattiva le Notifiche Push

Le notifiche sono progettate specificamente per dirottare la tua attenzione. Ogni ping è come qualcuno che ti bussa sulla spalla urlando “GUARDA QUA! SUCCEDE UNA COSA!” E indovina quali notizie generano più notifiche? Esatto, quelle drammatiche e negative.

Disattiva le notifiche push per le app di notizie e social media. Verifica le informazioni quando lo decidi tu, non quando lo decide l’algoritmo. Questo singolo cambiamento può ridurre drasticamente il tempo speso in doomscrolling involontario.

Coltiva l’Azione Invece dell’Ossessione

Uno dei motivi per cui il doomscrolling è così dannoso è che ci fa sentire impotenti. Siamo esposti a problemi enormi su cui sentiamo di non avere alcun controllo. La soluzione? Trasforma la preoccupazione passiva in azione concreta.

Sei preoccupato per il cambiamento climatico? Invece di leggere l’ennesimo articolo apocalittico, dedica quel tempo a fare qualcosa di concreto: partecipa a un’iniziativa locale, cambia un’abitudine, supporta un’organizzazione. L’azione, anche piccola, restituisce un senso di controllo e riduce l’ansia molto più efficacemente della semplice informazione.

Il Lato Positivo

Ecco una verità scomoda: non possiamo ignorare completamente le notizie. Viviamo in una società interconnessa, e essere informati è parte della cittadinanza responsabile. Il punto non è diventare completamente all’oscuro di tutto, ma trovare un equilibrio sano tra essere informati ed essere ossessionati.

La chiave sta nella moderazione e nella consapevolezza. Un’esposizione moderata alle notizie, anche negative, ci mantiene connessi con la realtà e può motivarci all’azione. È l’eccesso che diventa tossico.

Pensa al doomscrolling come al cibo spazzatura: un po’ ogni tanto probabilmente non ti ucciderà, ma se è la tua dieta principale, avrai seri problemi. Il tuo cervello ha bisogno di una “dieta mediatica” bilanciata: un mix di informazione, intrattenimento positivo, connessione sociale reale e, soprattutto, pause dal digitale.

Riprendi il Controllo del Tuo Pollice

Il doomscrolling non è un difetto personale o un segno di debolezza. È una risposta perfettamente naturale a un ambiente mediatico progettato per catturare e mantenere la nostra attenzione, combinata con meccanismi evolutivi che non sono esattamente adatti all’era digitale.

La buona notizia? Una volta che comprendi i meccanismi psicologici in gioco, puoi iniziare a contrastarli. Non succederà dall’oggi al domani – le abitudini richiedono tempo per cambiare – ma ogni piccolo passo conta.

Inizia piccolo. Magari stasera, invece di addormentarti con lo smartphone in mano scorrendo l’ennesima serie di disastri globali, prova a leggere qualche pagina di un libro, o semplicemente a chiudere gli occhi e respirare. Il mondo continuerà a girare anche se non monitori ossessivamente ogni suo movimento.

E ricorda: essere informati è importante, ma la tua salute mentale lo è ancora di più. Le notizie saranno sempre lì domani. La tua serenità, invece, richiede un po’ più di cura e protezione.

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