Se anche tu abbassi il volume della musica quando parcheggi, la psicologia ha una spiegazione: ecco perché lo fai.
Capita a molti, quasi in automatico: si arriva a destinazione, si inizia a cercare parcheggio e, senza nemmeno pensarci troppo, si abbassa il volume della radio o si spegne del tutto la musica. Non è solo una questione di abitudine o di preferenze personali. Questo gesto, apparentemente banale, ha radici profonde nella psicologia cognitiva e nella neuroscienza, e rivela molto su come il cervello gestisce l’attenzione e le risorse mentali. Cosa significa ascoltare musica ad alta voce in macchina, secondo la psicologia.
Il nostro cervello non è strutturato per gestire più attività complesse in contemporanea. Il multitasking, spesso celebrato come una capacità utile, è in realtà una pratica che può ridurre l’efficacia con cui si svolgono i singoli compiti. Studi condotti da Arthur B. Markman dell’Università del Texas e da Russell A. Poldrack della Stanford University dimostrano come le funzioni cognitive superiori, gestite dalla corteccia prefrontale, siano messe a dura prova quando devono affrontare stimoli concorrenti.
Se anche tu abbassi il volume della musica quando parcheggi, la psicologia ha una spiegazione
Parcheggiare un’auto, in apparenza un’azione semplice, richiede in realtà una notevole attività cerebrale. Bisogna calcolare distanze, interpretare gli spazi disponibili e usare gli specchietti retrovisori. Non solo, bisogna anche ruotare il volante con precisione e farlo magari in un ambiente trafficato, sotto la pioggia o in condizioni di scarsa visibilità. Se in sottofondo c’è musica ad alto volume, una parte delle risorse mentali viene inevitabilmente impiegata per elaborare quegli stimoli uditivi. Questo riduce la concentrazione disponibile per la manovra.
Uno dei modelli più celebri per comprendere questo fenomeno è la teoria del filtro dell’attenzione, proposta nel 1958 dallo psicologo britannico Donald Broadbent. Secondo questa teoria, la mente umana dispone di un sistema di selezione che elabora solo le informazioni sensoriali ritenute rilevanti in quel momento. Quando si è impegnati in un’azione visiva e motoria complessa, come il parcheggio, gli stimoli uditivi (la musica, per esempio) vengono considerati secondari. Ridurre o eliminare la fonte sonora è quindi un modo per alleggerire il carico cognitivo e migliorare l’efficacia dell’azione in corso.
Un ulteriore approfondimento arriva dagli studi di Anne-Marie Bonnel ed Ervin Hafter, i quali hanno dimostrato che i compiti visivi e uditivi possono interferire l’uno con l’altro, soprattutto se entrambi richiedono un alto livello di attenzione. Non si tratta semplicemente di “fastidio”, ma di una vera e propria competizione tra canali sensoriali. Quando il cervello tenta di processare informazioni visive complesse, come quelle necessarie per parcheggiare, la musica può diventare un ostacolo, sottraendo attenzione e rallentando i tempi di reazione.
La musica e il carico mentale nella guida
Un’altra conferma arriva dagli studi di Ünal, Steg e Epstude, nel 2012, che hanno analizzato l’impatto della musica sulla guida. La ricerca ha rivelato che, in ambienti complessi, la presenza di suoni ad alto volume aumenta significativamente il carico mentale del guidatore. In situazioni come la ricerca di un parcheggio in città, dove la quantità di stimoli visivi e decisionali è già elevata, la musica rappresenta un ulteriore peso cognitivo. Ridurne il volume diventa quindi una strategia spontanea per mantenere un alto livello di performance e sicurezza.
Ciò che colpisce è la naturalezza con cui questo gesto viene compiuto. Molti non si rendono nemmeno conto di abbassare la musica: lo fanno istintivamente, quasi fosse un riflesso condizionato. In realtà si tratta di un comportamento adattivo, cioè un meccanismo sviluppato dal cervello per ottimizzare le sue capacità operative nei momenti di maggiore complessità. Lo stesso avviene in condizioni di guida difficili, come durante un temporale o nel traffico intenso, quando l’attenzione visiva deve essere massima e qualsiasi distrazione viene inconsciamente eliminata.