Ascoltare la stessa musica rafforza i legami tra le persone? Il fenomeno del ‘soulmate sound’ spiegato dalla psicologia

C’è una ragione se certi legami sembrano nascere istantaneamente al suono della stessa canzone.

Non è solo questione di gusti simili: la psicologia ci dice che condividere la musica può essere uno dei modi più potenti per costruire un legame profondo. Questo fenomeno, conosciuto come “soulmate sound”, affonda le radici nel nostro modo di relazionarci agli altri e nel ruolo che la musica ha sempre avuto nella nostra evoluzione. Secondo gli studi di Savage et al. (2021) e Raimondi et al. (2023), ascoltare la stessa musica rafforza intimità, passione e impegno nelle relazioni affettive. La musica, infatti, agisce come un catalizzatore emotivo e ci consente di entrare in sintonia anche quando le parole non bastano. È una forma di comunicazione non verbale che raggiunge direttamente le nostre emozioni più profonde. Un meccanismo simile è alla base di tante amicizie nate per caso, magari proprio scoprendo una canzone in comune. Lo conferma anche uno studio classico di Rentfrow e Gosling (2006), che ha mostrato come le preferenze musicali condivise favoriscano il desiderio di approfondire la conoscenza dell’altro.

Connessione, empatia e sincronizzazione

Ma cosa accade esattamente nel cervello quando condividiamo la musica con qualcuno? Secondo Kreutz (2014), cantare insieme o semplicemente ascoltare lo stesso brano può portare a un aumento di ossitocina, l’ormone legato all’empatia e alla fiducia. Questo effetto chimico crea un senso di sicurezza emotiva, rafforzando il legame tra chi sta condividendo quell’esperienza. È lo stesso principio che si attiva quando balliamo o teniamo il tempo insieme: ci sincronizziamo. E quando lo facciamo, il cervello percepisce l’altro come più vicino. Bowling (2022) haevidenziato che questa sincronizzazione musicale aumenta il senso di connessione molto più rispetto ad attività passive, come guardare un film.

Jake Harwood, docente di comunicazione all’Università dell’Arizona, spiega che la musica migliora le relazioni attraverso due vie principali: la coordinazione (sincronizzarsi nel tempo, nel ritmo, nel gesto) e l’empatia (sentire insieme, provare emozioni simili). È un processo sottile ma potente: ci sentiamo compresi, anche senza parlare. L’effetto può essere così immediato da funzionare come un vero “icebreaker”. Lo ha dimostrato una ricerca di Pearce (2015): le persone coinvolte in attività musicali condivise creano legami in tempi molto più rapidi, con maggiore apertura e fiducia reciproca.

La musica come collante sociale

Non è un caso che i momenti più memorabili della nostra vita abbiano spesso una colonna sonora ben precisa. Dai concerti con gli amici ai viaggi in macchina cantando a squarciagola, la musica ci aiuta a costruire ricordi emotivi condivisi. In questo senso, può davvero trasformarsi in un collante affettivo. Anche Wiltermuth e Heath (Stanford University) hanno osservato come la sincronizzazione dei movimenti durante l’ascolto musicale porti a un aumento della cooperazione tra le persone. È lo stesso principio che si applica nei festival, nei cori, o persino nelle semplici playlist ascoltate in compagnia.

Musica
Cantare insieme o semplicemente ascoltare lo stesso brano può portare a un aumento di ossitocina, l’ormone legato all’empatia e alla fiducia.

Quando due persone si riconoscono nello stesso brano, non stanno solo condividendo un gusto musicale: stanno dicendo “io ti capisco”, anche se in silenzio. Quel momento può diventare l’inizio di qualcosa di più grande, di una connessione autentica che va oltre le parole. In definitiva, il fenomeno del soulmate sound non è solo romantico: è supportato da una solida base scientifica. Condividere la musica permette di entrare in risonanza emotiva con l’altro, abbattendo barriere e facilitando la nascita di legami profondi. E forse è proprio per questo che alcune persone sembrano destinate a incontrarsi… con la stessa canzone nelle cuffie.

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