Perché Compriamo Cose Inutili Quando Siamo Stressati? La Risposta È Nel “Doom Spending”
Ti è mai capitato di trovarti con il carrello digitale pieno di cose che non ti servono proprio dopo una giornata particolarmente stressante? O di ritrovarti a fissare l’estratto conto della carta di credito chiedendoti perché diavolo hai comprato quel gadget da cucina che userai forse una volta nella vita? Benvenuto nel club del doom spending, il fenomeno psicologico che sta colpendo sempre più persone, specialmente in questo periodo storico caratterizzato da incertezze economiche, ansia climatica e stress digitale costante.
Il termine “doom spending” è emerso negli ultimi anni sui social media, in particolare su TikTok, dove milioni di utenti hanno iniziato a condividere le loro esperienze di acquisti compulsivi legati a sentimenti di ansia e pessimismo sul futuro. Anche se la ricerca scientifica specifica su questo termine è ancora in fase iniziale, il fenomeno si sovrappone a concetti già ampiamente studiati come l’acquisto impulsivo e il compulsive buying, riconosciuti da anni come strategie di coping per la gestione dello stress e dell’ansia.
Cos’È Esattamente Il Doom Spending?
Il doom spending è un pattern comportamentale in cui le persone effettuano acquisti impulsivi e spesso non necessari come risposta a sentimenti di ansia, stress o preoccupazione per il futuro. A differenza dello shopping compulsivo tradizionale, questo fenomeno ha una caratteristica peculiare: è alimentato da un senso di fatalismo. La logica distorta che lo guida suona più o meno così: “Se tanto il mondo sta andando a rotoli e il futuro è incerto, almeno mi concedo questo piacere adesso”.
Secondo un’indagine condotta da Intuit Credit Karma nel 2023 su un campione di consumatori americani, circa il 27% dei membri della Generazione Z e il 23% dei Millennial hanno ammesso di fare acquisti impulsivi come meccanismo di coping per gestire lo stress economico e le preoccupazioni sul futuro. Questi dati riflettono una tendenza che si sta manifestando anche in Italia, dove l’incertezza economica post-pandemica e le preoccupazioni ambientali stanno influenzando i comportamenti di spesa.
La Scienza Dietro Agli Acquisti Impulsivi Da Stress
Per capire il doom spending dobbiamo fare un tuffo nella neuropsicologia dello shopping. Quando acquistiamo qualcosa, il nostro cervello rilascia dopamina, il neurotrasmettitore del piacere e della ricompensa. Questo meccanismo è lo stesso che si attiva quando mangiamo cioccolato, riceviamo un complimento o raggiungiamo un obiettivo importante.
Il problema è che questo rush di dopamina è temporaneo, e il nostro cervello lo sa. Quando siamo stressati o ansiosi, i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, aumentano, creando uno stato di disagio che il nostro sistema nervoso cerca disperatamente di bilanciare. Lo shopping diventa quindi una forma di automedicazione emotiva: un modo rapido e accessibile per ottenere una scarica di benessere, anche se effimera.
Uno studio pubblicato sul Journal of Consumer Psychology ha dimostrato che lo shopping può effettivamente ridurre la tristezza e aumentare il senso di controllo personale. I ricercatori hanno scoperto che fare acquisti aiuta le persone a sentirsi più in controllo della propria vita, un aspetto particolarmente importante quando ci troviamo di fronte a situazioni stressanti che percepiamo come fuori dal nostro controllo.
Il Circolo Vizioso Della Gratificazione Immediata
Il doom spending innesca un circolo vizioso pericoloso. Inizialmente, l’acquisto fornisce sollievo immediato dallo stress, ma questo effetto dura poco. Quando la dopamina si esaurisce, non solo torniamo al nostro stato emotivo precedente, ma spesso ci sentiamo anche peggio a causa del senso di colpa per aver speso soldi, della preoccupazione finanziaria aggiuntiva, e della realizzazione che abbiamo acquistato qualcosa di cui non avevamo bisogno.
Questo stato emotivo negativo amplificato ci spinge a cercare nuovamente quella scarica di dopamina, creando un pattern comportamentale che ricorda molto le dinamiche della dipendenza. La dipendenza da shopping è stata riconosciuta nella letteratura psicologica come una forma di disturbo del controllo degli impulsi, discussa dall’American Psychiatric Association e dalla World Health Organization.
I Segnali Del Doom Spending: Come Riconoscerlo
Identificare il doom spending non è sempre facile, perché tendiamo a razionalizzare i nostri comportamenti. Ecco alcuni segnali che potrebbero indicare che stai cadendo in questo pattern:
- Acquisti impulsivi dopo notizie negative: Ti ritrovi a fare shopping online dopo aver letto notizie preoccupanti o dopo una giornata particolarmente stressante al lavoro
- Shopping notturno: Fai acquisti online di notte, quando sei più vulnerabile emotivamente e meno razionale
- Mentalità del “me lo merito”: Giustifichi ogni acquisto con frasi come “me lo merito dopo questa giornata” o “con tutto quello che sto passando, posso concedermelo”
- Evitamento degli estratti conto: Hai paura di controllare il saldo della carta di credito o del conto corrente
- Pacchi non aperti: Hai acquisti che arrivano e rimangono nella confezione originale perché in realtà non ti interessano davvero
Perché Proprio Ora? Il Contesto Sociale Del Doom Spending
Il doom spending non è un fenomeno casuale, ma è strettamente legato al contesto storico e sociale in cui viviamo. Gli ultimi anni hanno portato una serie di eventi stressanti senza precedenti: la pandemia di COVID-19, l’instabilità economica, le crisi geopolitiche, i cambiamenti climatici sempre più evidenti, e una costante esposizione a notizie negative attraverso i social media.
Questo fenomeno si inserisce in quello che gli psicologi chiamano doomscrolling: la tendenza a consumare compulsivamente notizie negative online. Il doomscrolling è ampiamente documentato nella letteratura scientifica come legato a sentimenti di impotenza e ansia. Il doom spending diventa quindi una naturale estensione comportamentale di questo stato mentale collettivo.
In Italia, secondo i dati ISTAT del 2023, il 79% della popolazione ha accesso regolare a Internet, e una percentuale significativa trascorre diverse ore al giorno sui social media e piattaforme di e-commerce. Questa costante esposizione rende gli acquisti impulsivi più accessibili che mai: bastano pochi click per trasformare un impulso emotivo in una transazione completata.
Le Differenze Generazionali Nel Doom Spending
Non tutte le generazioni vivono il doom spending allo stesso modo. I Millennial e la Generazione Z sembrano essere particolarmente vulnerabili a questo fenomeno, e ci sono ragioni psicologiche e sociali ben precise.
Queste generazioni sono cresciute con aspettative di prosperità che si sono scontrate con una realtà economica difficile: mercato del lavoro precario, salari stagnanti, costo della vita in aumento, difficoltà nell’acquisto della prima casa, e incertezza pensionistica. Questa dissonanza cognitiva tra aspettative e realtà crea un terreno fertile per comportamenti di compensazione come il doom spending.
Inoltre, queste generazioni sono native digitali, cresciute con lo shopping online e gli algoritmi di raccomandazione che conoscono i loro desideri meglio di loro stessi. Le piattaforme utilizzano sofisticati sistemi di intelligenza artificiale per presentare prodotti nel momento esatto in cui siamo più vulnerabili emotivamente, rendendo la resistenza agli acquisti impulsivi ancora più difficile.
Come Uscire Dal Ciclo Del Doom Spending: Strategie Pratiche
La buona notizia è che il doom spending, come qualsiasi pattern comportamentale, può essere modificato. Ecco alcune strategie psicologicamente fondate per riprendere il controllo.
La Regola Delle 48 Ore
Prima di completare qualsiasi acquisto non essenziale, imponi a te stesso una pausa di 48 ore. Aggiungi l’articolo al carrello o alla lista dei desideri, ma non comprarlo immediatamente. Il tempo permette alla scarica emotiva di diminuire e alla parte razionale del cervello di riattivarsi. Spesso, dopo due giorni, ti renderai conto che non desideri più quell’oggetto con la stessa intensità.
Il Journaling Emotivo Prima Dello Shopping
Quando senti l’impulso di fare shopping, fermati e scrivi come ti senti. Chiediti: “Cosa sto provando in questo momento? Cosa sto cercando di evitare o compensare?”. Questo semplice atto di consapevolezza interrompe il pilota automatico emotivo e ti permette di identificare il vero bisogno sottostante, che probabilmente non è quello di possedere un nuovo oggetto.
Crea Alternative Alla Dopamina
Se lo shopping è il tuo modo di ottenere dopamina, devi trovare alternative più sane e sostenibili. Attività come l’esercizio fisico, la meditazione, chiamare un amico, fare una passeggiata nella natura, ascoltare musica che ami, o dedicarti a un hobby creativo possono attivare gli stessi circuiti di ricompensa nel cervello senza le conseguenze negative.
Il Budget Della Gioia Consapevole
Invece di cercare di eliminare completamente gli acquisti gratificanti, crea un budget mensile specifico per “acquisti di gioia”. Sapere di avere uno spazio dedicato per gratificarti riduce il senso di privazione che spesso alimenta gli acquisti compulsivi. La differenza è che questi acquisti diventano pianificati e consapevoli, non reattivi e impulsivi.
Quando Chiedere Aiuto Professionale
Se il doom spending sta causando problemi finanziari seri, conflitti nelle relazioni, o un significativo disagio emotivo, potrebbe essere il momento di consultare un professionista. Psicologi e psicoterapeuti specializzati in dipendenze comportamentali possono aiutarti a identificare le cause profonde di questo comportamento e a sviluppare strategie personalizzate per affrontarlo.
La terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento dei comportamenti di acquisto compulsivo, aiutando le persone a identificare i pensieri distorti che precedono gli acquisti impulsivi e a sostituirli con pattern di pensiero più funzionali.
Riconquistare Il Controllo Consapevole
Il doom spending è molto più di un semplice problema di autodisciplina o di gestione del budget. È un sintomo di un disagio emotivo più profondo, di un bisogno di controllo in un mondo che spesso sembra fuori controllo, e di una ricerca di conforto in un periodo storico particolarmente stressante.
Riconoscere questo pattern in noi stessi non dovrebbe essere motivo di vergogna, ma un’opportunità di maggiore consapevolezza. Comprendere i meccanismi psicologici che guidano i nostri comportamenti è il primo passo per trasformarli. Invece di giudicarci severamente per i nostri acquisti impulsivi, possiamo usare questa consapevolezza come punto di partenza per sviluppare strategie più sane di gestione dello stress e della gratificazione.
Il vero benessere non si trova in nessun carrello online, ma nella capacità di rispondere ai nostri bisogni emotivi in modi che ci nutrono davvero, a lungo termine. E questa, a differenza di qualsiasi oggetto materiale, è una competenza che una volta acquisita rimane con noi per sempre, senza occupare spazio nell’armadio.