Chi ha figli e genitori anziani può risparmiare una barca di soldi sulle tasse: il segreto (legale) che pochi conoscono

Ogni anno gli italiani si trovano a lottare con la dichiarazione dei redditi come fosse un esame universitario mai scelto. Ma c’è una categoria di persone – che in realtà è larghissima – che potrebbe mettere da parte centinaia di euro, e spesso nemmeno lo sa. Parliamo di chi ha figli piccoli o genitori anziani da accudire.

Se rientri in questa descrizione, potresti avere in casa una persona che ti aiuta: una baby-sitter, una colf, una badante. E potresti avere anche una ricevuta, un pagamento all’INPS, o un contratto in regola. Ma quello che probabilmente non hai è una consapevolezza: quei versamenti possono farti risparmiare davvero, in modo legale, pulito e automatico. Basta compilare una voce ben precisa nella dichiarazione dei redditi.

730 modello

Il meccanismo nascosto dietro al risparmio

La normativa italiana prevede che se hai assunto una colf, una baby-sitter o una badante con regolare contratto, puoi dedurre dal tuo reddito imponibile fino a 1.549,37 euro all’anno di contributi versati all’INPS. Non si tratta di una detrazione (che taglia l’imposta): è una deduzione, che riduce direttamente il reddito su cui calcoli le tasse.

Il risultato è chiaro: meno tasse da pagare. E più soldi che restano in tasca. Tutto perfettamente legale, previsto dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi, ma clamorosamente sottoutilizzato.

Chi può accedere a questo beneficio

Chiunque sia datore di lavoro domestico. Quindi: se paghi tu i contributi all’INPS per una persona che lavora in casa tua (non tramite agenzia, non in nero), allora puoi inserire la spesa nel Quadro E, rigo E23 del modello 730. O, in alternativa, nel rigo RP23 del modello Redditi.

Funziona per chi ha bambini piccoli e ha bisogno di aiuto, o per chi si prende cura dei genitori non autosufficienti e ha una badante. E funziona anche per lavori come le pulizie o il giardinaggio, se il contratto è da lavoro domestico.

Una questione culturale (e sociale)

Secondo l’Istat, ci sono oltre due milioni di lavoratori domestici in Italia. Eppure, più della metà è ancora in nero. La deduzione non è solo un’agevolazione fiscale: è un modo per favorire la regolarizzazione, dare dignità al lavoro domestico e offrire un aiuto concreto alle famiglie che spesso si sostituiscono allo Stato nel prendersi cura di bambini e anziani.

Perché (quasi) nessuno lo fa

Perché pochi lo sanno. E chi lo sa, spesso pensa che sia complicato. Invece, basta accedere al sito dell’INPS con SPID, scaricare le ricevute dei pagamenti effettuati nell’anno e inserirli nella dichiarazione. Una procedura che richiede meno di mezz’ora e può valere diverse centinaia di euro.

Secondo una ricerca della CGIL, solo un terzo dei datori di lavoro domestico sfrutta questa possibilità. Il che significa che ogni anno milioni di euro non reclamati restano nelle casse dello Stato, mentre potrebbero aiutare famiglie già provate da spese pesantissime.

Hai figli o genitori anziani? Allora muoviti

Se hai sostenuto spese per l’assistenza in casa – che sia per un neonato o un genitore con problemi di salute – e hai assunto qualcuno in modo regolare, sappi che puoi ridurre il tuo carico fiscale. Non servono commercialisti esperti né magie contabili. Basta sapere dove guardare e cosa compilare.

Il 730 non è solo una scocciatura annuale. Può essere anche l’occasione per dare un po’ di respiro al portafoglio. E in un paese dove la cura della famiglia ricade quasi interamente sulle spalle delle persone comuni, sfruttare ogni diritto fiscale è un atto di resistenza. E di buon senso.

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