Il colloquio di lavoro è da sempre uno dei momenti cruciali per le aziende, indipendentemente dal settore. Che si tratti di grandi multinazionali o piccole attività, come un bar di quartiere, il colloquio rappresenta un’opportunità per il datore di conoscere meglio i candidati e valutare non solo le loro competenze, ma anche le loro attitudini. Così sono nati sempre più ‘test’ atti a fare ciò. Ecco quello del panino al formaggio.
Negli ultimi anni, si è visto un continuo evolversi di tecniche di selezione sempre più creative e insolite durante un colloquio di lavoro, finalizzate a testare i candidati in modi che vanno oltre la semplice lettura del curriculum. Tradizionalmente, gli incontrano si basano su domande predefinite per esplorare le competenze tecniche e le esperienze professionali. Tuttavia, molte aziende stanno abbracciando metodi meno convenzionali per valutare anche caratteristiche come l’intelligenza emotiva, la creatività e la capacità di risolvere problemi in situazioni reali.
D’altro canto, in molti casi, il curriculum non offre una panoramica completa della personalità e delle capacità del candidato. Spesso le soft skills, come la capacità di lavorare in squadra o di gestire lo stress, sono altrettanto cruciali quanto le competenze tecniche. Un esempio di questo approccio può essere visto in molti settori, tra cui la ristorazione, dove la selezione del personale può essere particolarmente sfidante. Assumere camerieri, baristi o personale di cucina richiede un’attenzione particolare, soprattutto per garantire che i candidati siano non solo competenti, ma anche rispettosi delle regole di igiene e sicurezza.
Colloquio di lavoro, il caso del barista e del panino: l’importanza dell’igiene
Un caso interessante di selezione non convenzionale è emerso su Reddit, il noto social network internazionale, in un post che chiedeva agli utenti quali fossero i test più strani a cui erano stati sottoposti o viceversa cui avevano sottoposto qualcuno durante un colloquio di lavoro. Un utente, gestore di un bar, ha condiviso la sua esperienza su come valutava i candidati per posizioni come quella di cameriere. Il test che proponeva era apparentemente semplice: “Chiedevo ai candidati di imburrare due fette di pane e di metterci sopra una fetta di formaggio per fare un panino. Chi non si lavava prima le mani, falliva”.
Questo aneddoto, apparentemente banale, mette in luce l’importanza delle buone pratiche di igiene, soprattutto in ambienti come la ristorazione, dove la pulizia è fondamentale per la salute e la sicurezza alimentare. Il semplice atto di preparare un panino diventa così un test di attenzione ai dettagli e di consapevolezza delle regole basilari dell’igiene. I candidati che non si lavano le mani prima di manipolare il cibo dimostrano una mancanza di attenzione che potrebbe riflettersi negativamente nel lavoro quotidiano. Tecniche come quella descritta possono sembrare poco ortodosse, ma sono efficaci nel valutare tratti caratteriali che non emergerebbero in un colloquio tradizionale.