Psicologia Pop

Conosci la barzelletta della lumaca che ride? Ti farà prima ridere a crepapelle e poi piangere di commozione

E insomma l'umorismo lo vedi lì che ti scoppia in faccia come un fuoco d'artificio. E ma è davvero tutto qui? C'è un abisso in mezzo (tra quando parte il colpo e quando arriva il botto) che la psicologia cognitiva prova a spiegare. E ti chiedi se siamo davvero tutti sincronizzati su quel tempo lì. Ecco prendiamo questa storia brutale. Una storia che parla di tempi sbagliati e di teste che cadono. E non è solo una barzelletta sai? È la vita che ti aspetta al varco quando non capisci il ritmo degli altri. Ti faccio un esempio: conosci questa barzelletta?

La barzelletta della lumaca

Gli animali della foresta sono annoiati non succede mai nulla. E allora per passare il tempo decidono di organizzare una gara di barzellette. Per evitare i noiosi principianti inseriscono una clausola crudele: il giudice unico sarà la tartaruga. Se la tartaruga non riderà il concorrente sarà decapitato. La scimmia è il primo coraggioso concorrente e racconta una barzelletta sulle monache che fa ridere a crepapelle tutti i convenuti meno la tartaruga. E la decapitano. Poi è la volta del leone che racconta una barza sugli ubriachi. Di nuovo tutti ridono tranne la tartaruga e il leone perde la testa. Poi arriva l'elefante. Quando arriva a metà della barzelletta si sente la tartaruga che inizia a ridere a crepapelle mentre grida: - Hahahaha quella delle monache era bellissima!!!

Il significato psicologico profondo della barzelletta

Non è black humor. È ritardo cognitivo. La tartaruga non è anedonica, è lenta. Mi ricorda quella volta al liceo Berchet quando il profesore capì la mia battuta su Andreotti tre giorni dopo l'interrogazione. Processo neurale corretto latenza fatale. Il file si carica E ma il sistema è già crashato.

Smettiamola di girarci intorno (la decapitazione è la metafora perfetta per chi resta indietro). Quegli idioti degli animali proiettano la loro velocità mentale su un hardware obsoleto... credono che il silenzio sia una stroncatura E invece è solo buffering. Non serve a niente essere brillanti se l'altro ha il ping a mille; è un disastro di UX design applicato alla giungla.

Il ruolo dell'elefante nella barzelletta

L'elefante parla e la memoria lavora sullo sfondo come un tramonto sui Navigli. Effetto Zeigarnik! Roba che non si chiude. Mica come la michetta che finisce subito qui il processo resta aperto fino alle sette di sera.

La risata scoppia tardi validando lo stimolo iniziale ormai socialmente inutile come chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. È l'epifania che arriva fuori tempo massimo lasciandoci con un pugno di mosche mentre il contenuto pur valido perde ogni efficacia senza il giusto timing. Il pensiero umano non è lineare... è un groviglio di ritardi e anticipi. La sicronia manca la comprensione vacilla e quella che doveva essere una gioia diventa una condanna trasformando una battuta brillante forse la migliore in una sentenza capitale definitiva.