Cosa significa toccarsi il viso durante un colloquio di lavoro, secondo la psicologia

Il linguaggio del corpo influenza l’esito di un colloquio, secondo la psicologia. I gesti inconsapevoli, come toccarsi il viso, possono rivelare emozioni nascoste e influenzare la percezione del candidato. Comprendere il significato di questo comportamento aiuta a gestire meglio il linguaggio non verbale e a trasmettere sicurezza.

Un colloquio di lavoro rappresenta un momento cruciale per chiunque voglia ottenere una nuova posizione professionale. Tuttavia, spesso l’attenzione si concentra unicamente sulle parole pronunciate, ignorando l’importanza del linguaggio del corpo. Toccare il viso, per esempio, è un gesto frequente che può svelare aspetti profondi della personalità e dello stato emotivo di un candidato.

Secondo gli esperti di comunicazione non verbale, più della metà dell’impressione che si lascia durante un colloquio dipende da gesti, posture ed espressioni facciali. Toccare il viso, un’azione per lo più inconscia, viene attentamente osservata dai recruiter, che la interpretano a seconda del contesto e della sua frequenza. Questo significa che non tutti i gesti di questo tipo hanno la stessa valenza: piccoli tocchi occasionali possono essere irrilevanti, mentre gesti ripetitivi e nervosi possono trasmettere segnali negativi.

Psicologia

Psicologia: perché ci si tocca il viso durante un colloquio?

  1. Segnale di nervosismo e insicurezza. Uno dei motivi più comuni per cui una persona si tocca il viso è l’ansia. Accarezzarsi il mento, strofinarsi la fronte o toccarsi il collo possono suggerire disagio o mancanza di fiducia in se stessi. I reclutatori potrebbero percepire questo gesto come un segnale di fragilità emotiva. Inoltre, un’eccessiva irrequietezza può distrarre l’intervistatore dal contenuto delle risposte, facendo perdere punti preziosi al candidato.
  2. Dubbio o insincerità. Se un candidato si tocca il naso o la bocca subito dopo aver dato una risposta complessa, potrebbe involontariamente trasmettere incertezza. Alcuni esperti sostengono che questo comportamento possa essere associato anche alla poca sincerità delle affermazioni fatte. Tuttavia, è importante non saltare a conclusioni affrettate: questo tipo di gesto potrebbe essere anche il risultato di una semplice abitudine o di un tentativo di alleviare la tensione.
  3. Reazione allo stress e alla pressione. In situazioni di forte tensione, il corpo tende a manifestare disagio attraverso movimenti ripetitivi. Massaggiarsi le tempie, passarsi la mano sul viso o giocherellare con i capelli sono segnali di stress. Se reiterati, questi gesti potrebbero suggerire difficoltà nel gestire la pressione lavorativa. Essere capaci di mantenere il controllo delle proprie emozioni può trasmettere un’immagine di maggiore stabilità e affidabilità.
  4. Distrazione o disinteresse. Toccare frequentemente il viso, se accompagnato da uno sguardo distolto o da posture chiuse, può essere percepito come un segnale di scarsa attenzione. Se un candidato appare troppo distratto dai propri movimenti, potrebbe trasmettere un’impressione di scarso coinvolgimento nella conversazione. In alcuni casi, ciò può addirittura suggerire mancanza di rispetto per l’intervistatore.

Essere consapevoli del proprio linguaggio corporeo è fondamentale per migliorare la comunicazione non verbale. Alcuni consigli pratici includono:

  • Evitare movimenti eccessivi e concentrarsi su una postura aperta e rilassata.
  • Praticare la respirazione profonda per ridurre la tensione.
  • Esercitarsi davanti allo specchio o con un amico per identificare gesti involontari.
  • Mantenere un contatto visivo adeguato per dimostrare sicurezza e attenzione.
  • Prepararsi in anticipo sulle domande comuni per sentirsi più sicuri nelle risposte e ridurre il rischio di gesti nervosi.

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