Gordon Ramsay mostra la ricetta della sua carbonara con un nauseante ingrediente extra: “Abominio! Si vomita alla prima forchettata”

Gordon Ramsay, lo chef britannico celebre per il suo temperamento infuocato e la sua abilità in cucina, ha nuovamente sollevato una tempesta mediatica per via di una ‘carbonara’ con un ingrediente extra semplicemente nauseante se abbinato al classico primo piatto romano. Ecco quale.

Questa volta, il crimine gastronomico di Gordon Ramsay ha colpito uno dei piatti più sacri della cucina italiana: gli spaghetti alla carbonara. La causa di tanto scalpore? Un ingrediente che nessun purista avrebbe mai immaginato di vedere nella ricetta tradizionale: i piselli. Sì, proprio così, lo chef ha deciso di aggiungere questo legume tipicamente britannico alla sua versione della carbonara, provocando una valanga di indignazione sui social con commenti davvero poco lusinghieri.

La carbonara è un caposaldo della cucina italiana, preparata con pochi ma essenziali ingredienti: guanciale (o pancetta), uova, pecorino e pepe. Non c’è spazio per altro, men che meno per piselli, legumi o altri ortaggi. È un piatto che incarna la semplicità e la tradizione, e proprio per questo noi cittadini del Bel Paese siamo estremamente gelosi della sua preparazione. Il solo pensiero di vedere questo piatto iconico contaminato con ingredienti estranei ha scatenato l’ira di moltissimi appassionati di cucina e patrioti gastronomici.

Gordon Ramsay
La carbonara di Gordon Ramsay con i piselli come ingrediente extra

Gordon Ramsay pubblica i suoi spaghetti alla carbonara: pioggia di critiche nei commenti

La versione “rivisitata” di Ramsay, proposta nei suoi ristoranti Gordon Ramsay Street Pizza nel Regno Unito al prezzo di 15 sterline, ha suscitato reazioni rabbiose, soprattutto sui social media. Alcuni italiani hanno fatto sentire forte la loro voce. Una, indignata, ha tuonato: “Per l’amor del cielo, guanciale, uova e pecorino! Non è così difficile!”. Un altro commento ha espresso un pensiero che molti condividono: “Adoro Gordon, ma questa non è carbonara”. In effetti, molti fan italiani della cucina tradizionale vedono questa variazione come un affronto non solo al piatto, ma alla cultura gastronomica nazionale.

Le reazioni non sono arrivate solo dall’Italia. Anche all’estero molti hanno espresso disapprovazione. Un commento britannico, forse meno impetuoso ma altrettanto pungente, recita: “Abominio! Si vomita alla prima forchettata”. E un altro commentatore, tra il sarcastico e il deluso, ha esclamato: “La gente paga davvero per questo?”. Qualcuno ha perfino ironizzato con un “RIP carbonara”, come se la versione di Ramsay avesse sancito la fine definitiva del piatto autentico.


Nonostante le critiche, Gordon Ramsay non è nuovo a controversie di questo tipo. Nel corso della sua lunga carriera, è stato spesso al centro di dibattiti accesi per alcune delle sue interpretazioni culinarie poco ortodosse. Tuttavia, ciò che sorprende di più è la perseveranza dello chef nel continuare a proporre queste versioni “alternative” di piatti classici, come a voler sfidare le convenzioni e, probabilmente, stimolare discussioni attorno al suo lavoro. Ma oltre al semplice dibattito culinario, questo episodio solleva una questione più ampia: fino a che punto è lecito reinterpretare un piatto tradizionale senza snaturarlo?

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