NASpI e DIS-COLL, quanti mesi devi aver lavorato e quanto durano? Esperto chiarisce ogni dubbio

Come funziona la NASpI, quanto dura e quanto bisogna aver lavorato per avere diritto a quest’indennità di disoccupazione? Ecco tutti i dettagli.

Il confine tra dimissioni e licenziamento è segnato principalmente dalla volontarietà. Quando è il lavoratore a decidere di lasciare, si parla di dimissioni. Questo gesto, perlopiù volontario, può nascere da motivazioni personali o professionali. Nella maggior parte dei casi, non dà diritto all’accesso all’indennità di disoccupazione, a meno che non si tratti di dimissioni per giusta causa, un’eccezione regolata dalla normativa. Il licenziamento, invece, è una scelta unilaterale del datore di lavoro, che può avvenire per giusta causa o per motivi soggettivi e oggettivi. In questi casi, il lavoratore ha diritto alla NASpI, la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Questo sussidio è destinato ai lavoratori dipendenti che perdono l’impiego in modo involontario, e si basa su precisi requisiti contributivi e di anzianità. L’importo corrisponde in genere al 75% della retribuzione media, con limiti massimi e una progressiva riduzione nel tempo.

Accanto alla NASpI esiste la DIS-COLL, pensata per i collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla Gestione Separata INPS, e l’indennità agricola, rivolta a operai del settore agricolo e figure affini. Entrambe le misure prevedono condizioni specifiche di accesso e una durata limitata. Per alcune categorie professionali, come lavoratori dello spettacolo o marittimi, sono previste, poi, delle indennità speciali. In ogni caso, la natura del rapporto di lavoro e la modalità di cessazione influenzano profondamente il diritto a ottenere un sostegno economico in fase di disoccupazione.

NASpI e DIS-COLL: ecco quanti mesi bisogna aver lavorato e quanto può durare

Ma quanti mesi bisogna aver lavorato per ottenere la NASpI, e quanti per la DIS-COLL? A stabilirlo è la legge e, come rivela anche un noto esperto di diritto del lavoro, il dottor Riccardo Onani, nel 2025, per ottenere la NASpI, il lavoratore deve aver versato almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni precedenti la perdita involontaria dell’impiego, sia in caso di licenziamento, sia in caso di dimissioni per giusta causa. Bisogna, altresì, aggiungere che, se la persona si è dimessa volontariamente da un contratto a tempo indeterminato e, entro un anno, trova un nuovo lavoro che poi termina, l’accesso alla NASpI è possibile solo se nel secondo impiego ha maturato di nuovo almeno 13 settimane di contributi. Questo vincolo garantisce che il sussidio sia erogato solo in presenza di un contributo effettivo recente.

Viceversa, per la DIS-COLL, che si rivolge ai collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla Gestione Separata INPS, è sufficiente aver versato almeno un mese di contributi tra il 1° gennaio dell’anno precedente e la data della cessazione del rapporto di collaborazione.  La durata del sostegno dipende dai mesi contributivi maturati, fino a un massimo di 12 mesi. Questo strumento mira a tutelare lavoratori atipici, spesso esclusi da altre forme di sostegno. Per quanto riguarda la NASpI, come spiega anche l’esperto, essa ha una durata che dipende dalla contribuzione maturata.

Viene, infatti, erogata per un periodo pari alla metà delle settimane di contributi versati nei quattro anni precedenti la perdita involontaria del lavoro. Il limite massimo è di 24 mesi. Ad esempio, con 52 settimane lavorate si ottengono 26 settimane di sostegno. Oltre i quattro anni di lavoro, l’indennità verrà sempre corrisposta per due anni. Lo stesso accade anche con la DIS-COLL, ma per un massimo di un anno: oltre i due anni di lavoro, dunque, l’indennità sarà corrisposta sempre per dodici mesi.

NASpI quanto dura
Le risposte dell’esperto. (Fonte: Instagram – @riccardo_onano).

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