“Non sapevamo come chiamare nostra figlia, poi abbiamo seguito la ‘regola del portico’: chiunque può farlo per evitare nomi imbarazzanti”

Una donna che non sapeva come chiamare sua figlia ha attuato e condiviso la ‘regola del portico’: ecco in cosa consiste e perché chiunque potrebbe evitare nomi imbarazzanti utilizzandola.

Scegliere il nome perfetto per un figlio può essere una delle decisioni più difficili per i futuri genitori. Alcuni passano ore, giorni o persino mesi a discutere su quale sia il più adatto al loro bambino, immaginando come suonerà in ogni fase della vita: a scuola, al lavoro, e persino quando sarà anziano. Ma esiste un semplice trucco che può aiutare a evitare di fare scelte che potrebbero diventare fonte di imbarazzo: si chiama “regola del portico”, ed è stata recentemente condivisa da una mamma sui social media.

Questa mamma ha spiegato come lei e suo marito l’abbiano usata per trovare il nome della loro figlia, ed è un metodo che chiunque può mettere in pratica. Il concetto è semplice: immaginate di essere sul portico di casa, con la porta aperta, e che vostro figlio o figlia stia giocando fuori. A quel punto, dovete urlare il loro nome come se li steste richiamando per la cena o per rientrare in casa. Se vi trovate a disagio nel pronunciare quel nome a voce alta, o se il nome suona strano in quel contesto, potrebbe non essere la scelta giusta.

Coppia non sa come chiamare la propria figlia e usa la regola del portico: come funziona

Questo metodo può sembrare banale, ma si è dimostrato molto utile. Il tutto è nato da una risposta social di una mamma che ha redarguito una donna che aveva pensato di chiamare la figlia “Cutie”. Quest’ultima, dopo aver seguito la regola del portico, gridando “Cutie, è ora di cena!” ha capito subito che quel nome non funzionava. Così, il semplice test le ha evitato di scegliere un nome che, pur carino su carta, avrebbe potuto creare situazioni imbarazzanti nella vita quotidiana.

chiamare

La “regola del portico” non serve solo a verificare la sonorità del nome, ma permette anche di visualizzare come potrebbe essere percepito dagli altri in diversi contesti. Un nome che suona dolce e adorabile su un bambino piccolo potrebbe non avere lo stesso effetto su un adulto. Ecco perché un altro utente ha suggerito di immaginare il proprio figlio come un adulto robusto di ventun anni mentre si testa il nome: molti nomi possono sembrare appropriati per un neonato, ma non funzionano altrettanto bene per una persona in là con l’età.

Insomma, la “regola del portico” è un trucco semplice, ma efficace, che ogni genitore può adottare per testare i nomi che sta considerando per il proprio figlio. Permette di evitare nomi che, pur essendo inizialmente accattivanti, potrebbero non risultare pratici o appropriati nella vita di tutti i giorni.

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