Il celebre quiz show della Rai, Reazione a Catena, sta attraversando un periodo di crisi, con ascolti in calo e una concorrenza sempre più agguerrita. Ma qual è il motivo di questo momento così ‘nero’? Non c’entra il conduttore Pino Insegno che sta – come sempre – facendo un ottimo lavoro.
Nella puntata di ieri, Reazione a Catena ha coinvolto 3.595.000 spettatori, ottenendo uno share del 21,8%. Numeri senza dubbio significativi, ma che raccontano solo parte della storia. Dall’altro lato, su Canale 5, La Ruota della Fortuna, condotto da Gerry Scotti, ha catturato l’attenzione di 3.313.000 spettatori, con uno share del 21,5%. La differenza tra i due programmi, in termini di ascolti, è dunque davvero minima, e in alcune serate, Scotti è riuscito persino a superare Pino Insegno, attuale conduttore del programma di Rai 1. Un segnale preoccupante per uno show che ha sempre dominato la fascia preserale estiva.
Ma qual è il vero problema? È la conduzione di Pino Insegno a non convincere? Oppure è il gioco a non essere più attrattivo? A sorpresa, la risposta non è né l’una né l’altra. Reazione a Catena è un format che si sposa perfettamente con il clima leggero e rilassato dell’estate. Il gioco di parole, la velocità delle manche e l’atmosfera ludica sono ingredienti che rendono il programma perfetto per le serate in cui il pubblico cerca divertimento senza eccessivo impegno. Tuttavia, la Rai ha scelto di allungare il periodo di messa in onda, portandolo a coprire anche i mesi autunnali e, in alcuni casi, invernali. Ed è qui che emerge il problema.
Reazione a Catena su Rai 1, il vero motivo del flop degli ultimi tempi: non è colpa né del format, né di Pino Insegno
La struttura di Reazione a Catena, pensata per un pubblico estivo, perde parte del suo appeal quando il clima si raffredda e le serate si fanno più brevi. Il pubblico invernale ha abitudini televisive diverse: preferisce giochi più impegnativi, come L’Eredità, che grazie alla sua struttura più complessa e ai suoi quiz articolati, risulta perfetto per intrattenere durante le fredde sere d’inverno. Reazione a Catena, invece, rischia di sembrare fuori luogo, quasi “fuori stagione”, quando viene prolungato oltre il naturale periodo estivo.
Già l’anno scorso, con Marco Liorni alla conduzione, si era notato un primo tentennamento del programma nel periodo autunnale. L’allungamento della stagione aveva iniziato a logorare il format, portando a un piccolo calo fisiologico degli ascolti. L’edizione di quest’anno, condotta da Pino Insegno, sembra aver confermato questa tendenza. Nonostante la bravura del conduttore e il fascino del format, prolungare eccessivamente la messa in onda ha finito per saturare l’interesse del pubblico.
Il rischio è che, continuando su questa strada, Reazione a Catena perda la sua identità e finisca per annoiare anche i suoi spettatori più affezionati. Allungare un format pensato per un periodo limitato può sembrare una scelta allettante in termini di ascolti a breve termine, ma sul lungo periodo rischia di danneggiare la freschezza e l’efficacia del programma. In sintesi, il programma sta vivendo un calo fisiologico dovuto non alla qualità del gioco o alla conduzione, ma alla decisione della Rai di allungare la sua messa in onda ben oltre il suo naturale periodo estivo. Un errore di strategia che sta facendo perdere forza a uno dei quiz show più amati dal pubblico italiano.