Sabrina Impacciatore a Belve: “Le droghe migliori sono quelle allucinogene”, cosa ne pensano gli esperti

Sabrina Impacciatore, ospite della puntata di ieri di Belve (29 aprile 2025), ha condiviso con la conduttrice Francesca Fagnani alcune riflessioni sull’uso delle droghe, collegandole alla sua esperienza artistica.

Secondo l’attrice, la recitazione rappresenta una forma di “droga” positiva, un mezzo per esplorare e comprendere la vita in modo intenso e autentico. E per lei le droghe più affascinanti sono quelle allucinogene, di cui ha condiviso gli effetti surreali e bizzarri in studio.

Nel corso degli anni, diverse personalità del mondo dello spettacolo hanno parlato apertamente delle loro esperienze con le droghe. Ad esempio, Patty Pravo ha dichiarato che l’LSD può “aiutare la mente ad aprirsi“, mentre Valeria Golino ha ammesso di aver provato droghe psichedeliche, definendole “molto interessanti” . Tuttavia, è importante sottolineare che tali affermazioni non riflettono necessariamente la realtà scientifica o le raccomandazioni degli esperti in materia di salute mentale.​

Cosa dicono gli esperti delle droghe allucinogene

Gli esperti in psichiatria e neuroscienze avvertono che l’uso di droghe psichedeliche comporta rischi significativi, soprattutto se non gestito in un contesto terapeutico controllato. Sostanze come l’LSD, la psilocibina e la mescalina possono alterare profondamente la percezione e la cognizione, con potenziali effetti collaterali come ansia, paranoia e, in alcuni casi, episodi psicotici.

Robin Carhart-Harris, psichiatra e neuroscienziato britannico, è noto per i suoi studi sull’uso terapeutico degli psichedelici. Ha condotto ricerche su sostanze come LSD e psilocibina, suggerendo che possano avere effetti positivi nel trattamento di disturbi come la depressione resistente ai farmaci. Tuttavia, Carhart-Harris avverte che è necessario un approccio controllato e supervisionato per minimizzare i rischi.

Pertanto, è fondamentale che tali sostanze siano utilizzate solo sotto la supervisione di professionisti qualificati e in contesti clinici appropriati.​ In sintesi, mentre le dichiarazioni di Sabrina Impacciatore offrono uno spunto interessante sulla relazione tra arte e percezione, è cruciale distinguere tra esperienze personali e evidenze scientifiche. L’uso di droghe psichedeliche è un tema complesso che richiede un approccio informato e responsabile, basato su dati scientifici e non su testimonianze individuali.​

Progetto senza titolo-63

Potenziale terapeutico

Negli ultimi anni, diverse ricerche scientifiche hanno esaminato il potenziale terapeutico delle droghe allucinogene. Alcuni studi suggeriscono che, se usate in modo controllato e in contesti terapeutici, queste sostanze possano essere utili nel trattamento di disturbi psicologici come la depressione, l’ansia, il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e la dipendenza da sostanze.

Ad esempio, la psilocibina è stata studiata per il suo potenziale nel trattamento della depressione resistente ai farmaci, con alcuni risultati promettenti. La mescalina e l’ayahuasca sono state associate, in contesti tradizionali, al miglioramento della salute mentale e al trattamento di problemi emotivi.

La teoria alla base di queste applicazioni terapeutiche è che le droghe allucinogene possano stimolare la neuroplasticità, cioè la capacità del cervello di riorganizzarsi e creare nuove connessioni. Inoltre, queste sostanze possono “riattivare” connessioni cerebrali che erano inattive, potenzialmente promuovendo una “riparazione” nei circuiti neuronali legati a emozioni o esperienze traumatiche.

Studi condotti su gruppi di pazienti trattati con LSD, psilocibina o mescalina hanno mostrato miglioramenti nel trattamento di disturbi come la depressione, la depressione resistente e l’ansia da malattia terminale. Gli esperti suggeriscono che, sotto supervisione medica, le sperimentazioni con queste sostanze possano portare a significativi progressi nella psichiatria moderna. Tuttavia Robert Malenka, psichiatra e neuroscienziato della Stanford University, esprimono cautela riguardo all’uso degli psichedelici. Sebbene riconosca il potenziale terapeutico di alcune sostanze, Malenka sottolinea che non sono “cure miracolose” e che è essenziale comprendere appieno come queste sostanze agiscano sul cervello prima di un loro utilizzo diffuso.

Lascia un commento