La stanchezza mentale di primavera, e in particolare quella che si manifesta a maggio, è un fenomeno naturale che riguarda molti di noi.
La stanchezza mentale di primavera è un fenomeno sempre più discusso e riconosciuto. Mentre la primavera porta con sé giorni più lunghi, temperature più miti e una naturale voglia di rinascita, molte persone si ritrovano ad affrontare un calo di energia psicologica. Sebbene non sia sempre visibile come la fatica fisica, la stanchezza mentale primaverile è reale e può influire profondamente sulla qualità della vita.
In particolare, il mese di maggio, con il suo alternarsi di giornate più calde e di improvvisi ritorni del freddo, sembra essere il periodo in cui questo fenomeno si manifesta più intensamente. Per capire meglio le cause e come affrontarla, abbiamo consultato diversi esperti di psicologia, neurologia e benessere, che spiegano i fattori alla base di questa stanchezza e come possiamo prendercene cura.
L’impatto delle stagioni sulla salute mentale
Le stagioni influenzano profondamente il nostro umore e il nostro stato psicologico. In particolare, il passaggio dalla stagione fredda a quella più calda, come quello che avviene in primavera, può portare con sé una serie di cambiamenti fisiologici e psicologici. Gli esperti parlano di disturbi affettivi stagionali, una forma di depressione legata al cambiamento delle stagioni. Tuttavia, il calo energetico di maggio non è sempre legato a una forma di depressione clinica, ma piuttosto alla risposta del nostro corpo ai vari stimoli ambientali e alle pressioni interne.
Secondo la psicologa e psicoterapeuta Martina Russo, “la primavera è un periodo di transizione che comporta una riscoperta di sé e delle proprie energie. Tuttavia, il cambiamento può anche comportare una sensazione di disorientamento. Il nostro corpo si adatta a nuovi ritmi, ma questo non sempre avviene in modo armonioso”. La stanchezza mentale di maggio, dunque, può essere il risultato di un sovraccarico di stimoli e aspettative, sia personali che sociali, durante una stagione che impone un’accelerazione del ritmo.
Le cause fisiologiche: luce, ormoni e cambiamento del ritmo circadiano
Uno dei principali responsabili della stanchezza mentale primaverile è il cambiamento della luce solare. In primavera, infatti, la durata del giorno aumenta, influenzando la produzione di melatonina, l’ormone che regola il sonno. Con l’allungarsi delle giornate, il nostro corpo può avere difficoltà ad adattarsi, generando disturbi del sonno che influenzano negativamente il nostro livello di energia.
La neurologa Laura Bianchi spiega che, durante i mesi invernali, la mancanza di luce solare stimola la produzione di melatonina e ci induce a sentirci più stanchi e a riposare di più. Quando la luce aumenta, il nostro corpo deve “adattarsi” a questo nuovo ciclo di sonno-veglia, ma il cambiamento non è sempre immediato. Questo può portare a una sensazione di disorientamento o di esaurimento mentale. La stanchezza mentale che si avverte a maggio, quindi, potrebbe essere il risultato di una difficoltà nell’integrare i nuovi ritmi circadiani.
La pressione sociale e le aspettative stagionali
Maggio, come mese di transizione, è anche carico di aspettative sociali. In questo periodo, molte persone si sentono spinte a rinnovare la propria vita, a iniziare nuovi progetti, a prepararsi per le vacanze estive o a fare un bilancio della propria situazione. Tuttavia, queste pressioni possono causare un effetto opposto, spingendo verso un sovraccarico emotivo e psicologico.
Secondo Francesca Martini, esperta in gestione dello stress, “la nostra società tende a esaltare l’idea di una ‘rinascita’ primaverile, dove tutto dovrebbe essere più brillante e positivo. Questa pressione sociale può generare un sentimento di frustrazione, soprattutto quando non ci si sente all’altezza delle aspettative”. Così, se da una parte la primavera porta con sé una spinta a migliorare e ad agire, dall’altra può anche aumentare il senso di inadeguatezza.