I dati riportati nel punto relativo alla “Situazione iniziale” evidenziano che la quota di studenti che prosegue nello stesso CdS al 2° anno è piuttosto bassa ed è rimasta stabile negli ultimi tre anni, in media nell’ordine del 55%.
La riduzione del tasso di abbandono è quindi un obiettivo prioritario.
Certamente le azioni già previste all’azione precedente e relative ad una corretta informazione sul CdS, sulle sue specificità, nonché sulla consapevolezza delle difficoltà, ma soprattutto delle conoscenze e abilità richieste in ingresso, avranno un effetto significativo. Tuttavia è necessario abbinare a questo anche un’azione rivolta ad un miglioramento del collegamento scuola-università, con una particolare attenzione di quest’ultima ai primi momenti dell’inserimento nel mondo degli studi universitari.
Una delle attività in cui i CdS sono permanentemente coinvolti nel sistema di Assicurazione di Qualità dei CdS, riguarda la fase del Coordinamento didattico. Qui i docenti discutono e si confrontano per garantire che i risultati di apprendimento previsti complessivamente per l’intero CdS siano coerentemente presenti in quelli forniti dall’insieme dei singoli insegnamenti inclusi nel piano di studi. In questo contesto assume particolare rilievo, ai fini della riduzione degli abbandoni, il processo di coordinamento per cui viene assicurato che la progressione delle
conoscenze e abilità acquisite segua una logica ed una propedeuticità precisa. Si devono evitare duplicazioni e nel contempo garantire che non vi siano lacune soprattutto negli insegnamenti di base, che impediscano di affrontare con profitto le tematiche di quelli successivi e più caratterizzanti. Questo processo, associato alla distribuzione equilibrata del carico didattico, è particolarmente importante, sempre con riferimento agli abbandoni, se riferito al primo anno, primo ciclo in particolare.
È anche fondamentale poi che nello sviluppo degli argomenti del corso universitario si tenga conto di quelle che sono le conoscenze richieste per l’ingresso, definite in un sillabo delle conoscenze ed accertate mediante la
prova d’ingresso. È noto infatti dai risultati dei questionari didattici compilati dagli studenti che una delle domande in cui la risposta è più bassa è quella delle “conoscenze preliminari”, e questa riguarda soprattutto gli insegnamenti di base. È evidente quindi come ogni azione finalizzata alla riduzione degli abbandoni debba seguire sforzi che consentano il collegamento fra la scuola e l’università in termini di motivazione e consapevolezza degli immatricolati, conoscenze preliminari adeguate e costruzione del percorso universitario strettamente collegato a queste. Ulteriori possibilità di incidere su questo problema potranno derivare da azioni di supporto ai docenti al fine di innovare la didattica, anche utilizzando nuove metodologie d’insegnamento. Utile potrà essere anche lo sviluppo di moduli didattici innovativi (active learning, e-learning, tecnologie di apprendimento a distanza in genere) messi a disposizione su piattaforme informatiche, a supporto dell’insegnamento tradizionale, che potranno essere prodotti, raccolti, analizzati e resi fruibili anche a livello nazionale.

Certamente di utilità pratica anche immediata, potranno essere la messa a disposizione delle matricole di precorsi sulle metodologie di studio e di apprendimento a livello universitario, come anche la disponibilità di materiale didattico aggiuntivo in ingresso o di percorsi formativi per il recupero delle lacune evidenziate nei test d’ingresso e per il superamento degli obblighi formativi aggiuntivi (OFA). Si prevede anche un’azione, estesa a tutte le sedi, di presentazione e diffusione delle attività svolte, nonché dei risultati attesi e consolidati. Vengono qui passate in rassegna sinteticamente le più frequenti azioni dichiarate dalle sedi su questo punto:
– attività di presentazione e disseminazione dei risultati attesi: tutte le sedi
– approccio sperimentale (attività pratiche) (più laboratori) (più attrezzature): praticamente tutte le sedi
– più tutor e conseguente attività di tutoraggio: praticamente tutte le sedi
– più uscite didattiche e laboratori in campo: praticamente tutte le sedi
– percorsi di formazione e materiali per recupero OFA (o non OFA): la maggior parte delle sedi
– apprendimento a distanza (e-learning, streaming): la maggior parte delle sedi
– supporto per innovazione metodologie d’insegnamento: la maggior parte delle sedi
– pre-corsi disciplinari (corsi-zero): CT, VE, UD, SI, Calabria, ME, AN
– pre-corsi per metodologie di studio: PV, BA, SI, PR, RM
– questionari di valutazione azioni svolte: GE, BO, MI-B, CA, SI, VA, ME
– monitoraggio delle carriere: BO, SS, PR, ME
– più attenzione ai materiali didattici: Salento, GE, UD, PR
– modifiche manifesto degli studi (es. meno CFU primo anno): PA, FI
– più appelli d’esame: UD
– prove in itinere: Calabria
– cicli di seminari con professionisti: BO
– viaggi premio: PI
– test di autovalutazione: TO
– sportello di ascolto telematico